Published on Settembre 5th, 2023 | by Massimo Campi
0G.P. d’Italia 1998 – 13 settembre 1998
Di Carlo Baffi
E’ una Monza particolare quella del 59esimo Gran Premio d’Italia, in quanto celebra il 600esimo Gran Premio della Ferrari. Un traguardo importante per il Cavallino, l’unica Scuderia ad essere sempre presente in Formula Uno dal 1950, l’anno in cui nacque questa categoria. Oltre al valore storico però, la trasferta italiana rappresenta una tappa decisiva per la corsa al titolo che vive del testa a testa tra Mika Hakkinen e Michael Schumacher: McLaren-Mercedes contro Ferrari. Una rivalità storica che nasce da lontano e che ha riservato anche colpi bassi tra queste due compagini, in particolare da quando Woking è diretta da Ron Dennis. Un ex-meccanico divenuto un manager abilissimo, capace di riportare ai vertici quella piccola scuderia fondata nel settembre del ‘63 da un pilota ed ingegnere neozelandese: Bruce McLaren per l’appunto, che ha dato il nome al team. All’inizio del 1998 le MP4/13 progettate dal vulcanico Adrian Newey spinte dal motore Mercedes FO110G realizzato da Mario Illien, mietono successi che lanciano Hakkinen in vetta al mondiale. Il Cavallino inizialmente pare stordito, fatica a reagire, poi dal G.P. del Canada (7a gara) centra tre vittorie consecutive con Schumi che si rifà sotto. A Spa, in un G.P. del Belgio rocambolesco flagellato dal diluvio, il tedesco avrebbe persino l’occasione di balzare in testa alla classifica, ma tampona violentemente David Coulthard (compagno di Hakkinen), che doppiato procede più lento. In un istante sfumano 10 punti preziosi che parevano sicuri, Michael rimedia uno grosso spavento e soprattutto tanta, tantissima rabbia. Una volta ai box cerca di aggredire il suo avversario urlandogli:” Mi volevi uccidere.” La rissa viene evitata grazie al provvidenziale intervento degli addetti ai lavori di entrambi i team, ma nel clan di Maranello e nella mente dei ferraristi resta fisso il sospetto che lo scozzese abbia rallentato causando la collisione per favorire Hakkinen, ritiratosi dopo il via per incidente. Il caso vuole che due settimane dopo il Campionato faccia tappa a Monza, in casa della Rossa e proprio nel momento in cui la contesa tra le due squadre è al vertice della tensione. Durante i test monzesi ai primi di settembre, subito dopo il G.P. nelle Ardenne, non mancano le contestazioni a David sotto forma di fischi e striscioni. Per cui si avviano i negoziati di pace per iniziativa delle due scuderie coi rispettivi addetti stampa; a detta di qualche gola profonda sono coinvolti pure Bernie Ecclestone, patron del Circus e la Federazione Internazionale. L’incontro tra Schumacher e Coulthard ha così luogo giovedì 10 settembre a tre giorni dalla corsa intorno alle 14:30 nel motorhome della Williams-Winfield. Prima arriva David e dopo Michael. E’ stato scelto un territorio neutrale, come in una vera e propria spy-story della guerra fredda. Un faccia a faccia di circa un’ora solo tra i duellanti (tra i quali non ci sono mai stati attriti prima di Spa), in una stanza senza testimoni. Fuori invece, in trepida attesa, sostano tutti i media presenti nel paddock Quello che esattamente si dicono non si saprà mai, però alla fine c’è la fatidica stretta di mano immortalata dai fotografi: se il ferrarista sorride sotto il capellino rosso Ferrari col numero 3, il suo collega è più serio. Schumi appare rilassato e coglie l’occasione per fare un appello al pubblico in procinto di raggiungere l’autodromo:” Non c’è motivo di avercela con David, comprendo la rabbia per una vittoria perduta, ma non vedo ragione di nutrire ostilità nei suoi confronti.” Di conseguenza si torna in pista all’insegna della distensione, almeno apparente. La classifica piloti recita Hakkinen 77, Schumacher 70. Quella costruttori McLaren-Mercedes 125, Ferrari 102. Nelle prove del venerdì la F300 mostra subito di essere in palla risultando veloce sia sull’asciutto che sul bagnato. Le rosse comandano con Eddie Irvine davanti a Schumi per due decimi. Coulthard è terzo, Hakkinen è quinto preceduto da Jacques Villeneuve sulla Williams-Mecachrome. Performances che infondono fiducia nei piloti di Maranello, con Michael che dichiara:” Anche se nelle libere ho girato poco, ho capito che siamo competitivi e non sono sorpreso di essere davanti alle McLaren.” E poi sperando nel cosiddetto colpaccio si abbandona ai ricordi:” Ci proverò dando il massimo. Ricordo bene quanto accadde due anni fa, quella folla in rosso che esultava sotto il podio. Una sensazione fantastica che vorrei tanto riprovare.” Si sa che il Kaiser di Kerpen è uno di parola e lo dimostra il giorno dopo. Nella mattinata di sabato il meteo scarica un acquazzone che rende l’asfalto molto insidioso per le qualifiche decisive del pomeriggio. Infatti per oltre mezz’ora tutte le vetture sono immobili ai box, in attesa che qualche “spericolato” inizi a girare asciugando quell’umido rimasto sulla pista nei tratti delle traiettorie ideali. Poi, timidamente, spuntano Takagi, Hill, Schumi jr., Tuero ed inizia lo showdown coi crono che si migliorano velocemente: il poleman cambierà per 15 volte. Entrano in azione anche le Rosse, faticano e tornano ai box e si rituffano nella bagarre a cinque minuti dalla fine. Sono quasi le 14, qunado si leva un autentico boato. Schumacher ha girato in 1’25”289, è “poooole position!” come urla lo speaker dell’autodromo, scatenando l’entusiasmo dei tifosi e del box Ferrari. Entrambe le McLaren sono dietro, complice il meteo non sono riuscite a trovare il set-up ideale: Hakkinen è terzo, Coulthard quarto, preceduti da Villeneuve che priva la scuderia anglo-tedesca di piazzare almeno una macchina in prima fila. Il finnico accusa il colpo e cerca di minimizzare:” Abbiamo una vettura stabile, affidabile e veloce, per quale ragione non dovrei lottare per il successo?” E’ conscio però che il suo avversario diretto è forte e molto carico. Una volta uscito dalla F300 Michael si precipita sul muretto dei box e saluta le tribune con le braccia levate al cielo. E’ la sua prima pole del 1998, l’ultima risale a 13 mesi prima, in Ungheria. “Scusate il ritardo – dice reduce dalla faticata – ma non potevo scegliere momento e luogo migliori per realizzare un risultato da sogno. Proprio qui a Monza davanti a questa gente. E’ stata lei ad annunciarmi che ce l’avevo fatta con la grande festa lungo il circuito; poi ho ricevuto la conferma via radio.” E racconta il suo capolavoro:” Sono uscito una prima volta con le intermedie per non rischiare in qualche punto bagnato. Una volta montate le slick ho azzeccato subito tutto ed ho fatto il tempo al primo tentativo della tornata finale. Avrei potuto migliorarmi nel terzo giro, ma ho commesso un errore alla Parabolica.” Il suo pensiero va poi alla corsa:” Sento che i tifosi continuano ad urlare il mio nome, posso puntare alla vittoria.” Nel tardo pomeriggio arriva in autodromo anche il Presidente Luca Cordero di Montezemolo che non nasconde la sua felicità:” Sono qui per la festa dei nostri 600 G.P. e non potevo capitare in un momento più felice. Festeggiare questa ricorrenza con la pole nel 601° è bellissimo, ma anche una grande sofferenza in vista della gara.” Parole che saranno profetiche. In serata poi, ci sarà un nuovo incontro tra Schumacher e Coulthard, questa volta meno formale del precedente. Il luogo? Sempre in casa Williams dove il padrone di casa Karl Heinz Zimmerman, un 49enne austriaco noto nel paddock per essere da anni un grande chef, ha invitato i due a siglare una “pace vera” brindando con la sua grappa sino all’ultima goccia. Pare si stata di una prova impegnativa che ha fatto storcere il naso allo scozzese, come ha scritto Pino Allievi sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport”. Alla fine però è scattato il brindisi con tanto di applauso dei presenti. Andato in archivio il sabato, eccoci a domenica. Verso mezzogiorno ha luogo la parata delle monoposto che hanno costruito la leggenda di Maranello guidate da campioni del calibro di Surtees, Alboreto, Berger, Arnoux e Phil Hill il primo pilota statunitense a laurearsi campione del mondo in F.1, era il 1961. Terminata la cerimonia si entra nel clima del Grand Prix con una tensione sempre più crescente tra i 110 mila presenti (170 mila in tre giorni) man mano che i concorrenti iniziano a schierarsi in griglia. E siamo alle 14:00. Splende un bel sole, nell’aria ci sono 20° e sull’asfalto 28°. Allo spegnimento dei semafori, Schumacher esita troppo mentre le Frecce d’Argento scattano con un perfetto tempismo, incrociano le rispettive traiettorie con una precisione millimetrica e vanno in testa: Hakkinen primo, Coulthard secondo. E’ un inizio pessimo per la Ferrari, un uno-due che ti manda al tappeto al primo gong. Il tedesco si ritrova addirittura quinto passato da Villeneuve ed Irvine partito quinto. In un solo istante è evaporata l’euforia rossa nel vedere annullato il vantaggio della pole. Michael si vede costretto a rimediare una situazione decisamente complicata: dopo la prima tornata Coulthard ha un margine di 2”2 su Irvine. Schumi però non si perde d’animo, la corsa è ancora lunga (53 giri) e dopo esser risalito terzo inizia il suo inseguimento alla coppia di testa. Hakkinen infatti, dopo esser stato il più rapido al secondo giro non riesce a mantenere un ritmo elevato complice il treno delle sue Bridgestone e cede il comando a Coulthard, che spinge sull’acceleratore e fa il vuoto. Dopo 16 passaggi, lo scozzese ha un vantaggio di 9”3 sul finnico che vede Schumacher avvicinarsi. Il Gran Premio pare ipotecato quand’ecco che cambia tutto. In prossimità della Variante della Roggia, Coulthard rallenta di colpo avvolto in una nuvola biancastra di fumo. Il suo dieci cilindri è esploso, salutato dall’esultanza dei ferraristi. Ma non è finita. Appena dietro, Hakkinen finisce sull’olio perso dalla MP4/13 di David, esita leggermente va sul cordolo interno ed il Kaiser lo fulmina senza pietà. La Ferrari si ritrova in testa e le tribune tornano ad animarsi. Hakkinen non solo ha perso la leadership, ma deve cominciare a tenere a bada la rimonta di Irvine. E’ un momento decisamente nero per la McLaren, del resto è il 13 di settembre, mentre il giro è il 17esimo. “Maledetta cabala!” avrà pensato Ron Dennis rabbuiato al pit-wall. Villeneuve intanto finisce in sabbia alla seconda Curva di Lesmo e si ritira. E’ il momento delle soste, Schumacher è sempre capofila, Hakkinen con le gomme fresche riduce il margine e si porta a 2”6. E’ sempre più aggressivo, forza cercando di mettere pressione a Michael, magari per indurlo a commettere un errore. Invece a sbagliare sarà proprio Mika ed ancora alla Roggia. E’ la tornata 46, il finlandese piomba lungo in frenata, cerca di scalare ma perde il posteriore della sua McLaren che va in testa coda finendo in sabbia. Lui è abile a tenere il volante dritto mantenendo una traiettoria che in retromarcia gli permette di ritornare in pista. Si arresta in un punto pericoloso, ma fortunatamente non ha dietro nessuno, il suo motore resta acceso potendo così ripartire. La folla urla e sventola i vessilli col Cavallino rampante, potrà sembrare un eccesso di cinismo, ma siamo a Monza dove batte forte il cuore Ferrari. Schumi tira un sospiro di sollievo, può gestire la corsa in tranquillità fino al termine evitando di prendere rischi inutili. Questa volta la vittoria non gliela toglie più nessuno in barba ai fantasmi delle Ardenne, anche perché siamo in Brianza e non piove. E’ un finale in discesa per il teutonico, a differenza di Hakkinen che ora ha alle calcagna Irvine e Ralf Schumacher. La MP4/13 zoppica, nell’uscita di strada ha subito danni sia ai freni, che al fondo ed i sette passaggi che mancano si trasformano in una Via Crucis. Alla 49a tornata, la seconda Ferrari e la Jordan si prendono facilmente la seconda e la terza piazza, relegando il finnico al quarto posto. Nel vedere le due rosse avanzare in parata, il Tempio della velocità si trasforma in un anfiteatro rosso. Tornano alla mente le doppiette del ’79 con Scheckter e Gilles Villeneuve e dell’88 con Berger ed Alboreto. E pure questa, la 42esima della storia Ferrari (119a vittoria) resterà indelebile. Accompagnati da un tifo alle stelle, Schumacher ed Irvine tagliano il traguardo e Schumi jr. completa il podio. Hakkinen chiude quarto insidiato da Jean Alesi sulla Sauber-Petronas. Al box Ferrari, il team principal Jean Todt commosso abbraccia tutti, mentre ai microfoni dell’inviato Rai Ezio Zermiani, Stefano Domenicali allora 33enne e race engineer di Maranello (oggi Presidente ed Amministratore Delegato del Formula One Group) esterna le sue prime impressioni:” Fantastico, è una vittoria incredibile, adesso il campionato è veramente riaperto. Siamo contentissimi!”. In pista si riversa una marea umana che corre festosa verso il podio dove alcuni supporters hanno già srotolato un grande drappo rosso a forma di cuore col Cavallino rampante (come da tradizione monzese).
Un’ovazione accoglie i tre piloti, tra questi vi sono due fratelli, non era mai accaduto in F.1. A premiarli tra le autorità c’è anche Piero Ferrari figlio del Grande Vecchio, in veste di Presidente della Csai (è anche vice-Presidente del Cavallino). Michael alza i pugni al cielo, poi abbraccia sia Eddie che Ralf e fa il direttore d’orchestra quando sente l’inno di Mameli. Una bella immagine da incorniciare. Il tutto si conclude con una doccia di champagne che inonda la folla festante. “Tutto stupendo !” – esordisce Schumi davanti ai cronisti – “Meglio non poteva andare. Io nella vittoria ci speravo, ma non immaginavo un podio così ideale. Debbo ringraziare questi due ragazzi, Eddie e Ralf, se Hakkinen mi è rimasto lontano.” Spiega quindi l’andamento della competizione, dalla pessima partenza per aver fatto pattinare le ruote, all’inseguimento con il rapido capovolgimento di fronte.” Dovevo riscattarmi subito – aggiunge – dopo quanto accaduto in Belgio. Aveva ragione mia nonna che ha 75 anni e la settimana scorsa mi ha detto: Michael stai calmo, perché se a Spa hai subito un’ingiustizia vedrai che recupererai subito quei 10 punti.” C’è spazio anche per gli elogi al fratellino:” E’ stato bravissimo a portar via un punto ad Hakkinen. E’ la prima volta che sale sul podio con me, una felicità in più.” Di rimando Ralf scherza:” Spero che Michael tenga conto dell’enorme favore che gli ho fatto.” Infatti grazie a questa terza piazza, i pretendenti all’iride sono alla pari a quota 80 ed alla conclusione mancano il G.P. d’Europa e quello del Giappone. Nel mondiale costruttori invece, la McLaren resta leader con 128 lunghezze contro le 118 della Ferrari. “Non avevo mai considerato chiuso il campionato – ricorda il Kaiser – nemmeno nei momenti più tristi. Adesso guardiamo con fiducia al Nurburgring ed a Suzuka, per ottenere i risultati che tutti vogliamo.” Grande anche l’entusiasmo di Irvine:” L’abbraccio di Michael appena sceso dalla macchina mi ha commosso. Sono felice per Schumi, per la Ferrari e per me. Da un po’ di tempo non salivo sul podio e averlo fatto qui a Monza davanti al nostro pubblico è stupendo.” A complimentarsi col nordirlandese ci sono pure i genitori che hanno seguito il G.P. alla tv del loro caravan parcheggiato nel campeggio dell’autodromo di Santa Maria alle Selve. Così seguono Eddie nelle corse europee. Puntuale giunge pure il messaggio del Presidente Montezemolo dalla propria abitazione:” E’ la Ferrari dei miei sogni: pole al sabato, doppietta la domenica, per di più a Monza. Il campionato è riaperto. Cosa potevo chiedere di più?” E poi confessa:” La partenza è stata terribile, avevamo preparato una strategia con Schumi in testa ed invece abbiamo dovuto reinventare la gara. E’ stata una sofferenza, ogni metro, ogni curva è un tormento. Avrei preferito risvegliarmi dopo il traguardo.” Di umore decisamente opposto è quello che regna in casa McLaren. La mazzata è stata forte e rischia di lasciare il segno, proprio in pieno rush finale. Norbert Haug numero uno della Mercedes è serio:” Potevamo vincere e Coulthard, se il motore avesse retto sarebbe stato il più veloce in pista. Ora analizzeremo quanto accaduto e nei prossimi test di Magny-Cours proveremo e riproveremo per prepararci alla prossima corsa.” Hakkinen sorride quando parla dello start al fulmicotone, poi cambia espressione raccontando il calvario vissuto.” Alla fine non riuscivo più a frenare, ecco perché mi sono girato alla Roggia e sono stato fortunato perché ho tenuto acceso il motore.” Inevitabili le domande sulla lotta per il titolo:” Ora l’importante è risolvere i problemi avuti all’impianto frenante. Credo comunque di avere le carte in regola per giocarmi il mondiale. Ci sono in palio 20 punti e ritengo che la mia McLaren sia ancora la macchina migliore.” Un ottimismo che sarà confermato dai fatti. Il “finlandese volante” come lo chiamano i suoi sostenitori, si affermerà nei due round finali, mentre il tedesco (nonostante altre due pole position) sarà secondo al Nurburgring ed alzerà bandiera bianca in Giappone. Per il Cavallino sarà un’alba tragica quella di Suzuka, con Schumi fermo al palo con la mano alzata per sopravvenuti problemi alla frizione. Partito ultimo, cercherà invano di rimontare mentre Mika è davanti a tutti in solitario. Quando al 31esimo giro, il cedimento della gomma posteriore destra costringerà Michael al ritiro, Hakkinen potrà finalmente festeggiare la sua prima corona iridata. La McLaren-Mercedes s’imporrà anche nel Campionato Costruttori, staccando di 23 punti la Ferrari e addirittura di 118 la Williams-Mecachrome.