Published on Aprile 24th, 2023 | by Massimo Campi
0Formula-Money: dai nuovi sponsor ai numeri record del Cavallino.
Di Carlo Baffi
Nel lungo periodo di pausa che dal Gran Premio d’Australia ci accompagna al Gran Premio dell’Azerbaijan di domenica prossima, non sono mancate le news riguardanti sia l’aspetto tecnico-sportivo che quello economico. Un ambito, quest’ultimo, che da molti anni sta assumendo un’importanza rilevante nel mondo dello sport, in particolare quello motoristico. I risvolti finanziari sono sempre più influenti nel bene ed a volte pure nel male, soprattutto quando si va alla ricerca forzata dello spettacolo per fare cassa. Dopo la gara di Melbourne con ben tre bandiere rosse, sono piovute molte critiche anche da figure di spicco come il campione del mondo Verstappen, Wolff (Mercedes) Szafnauer (Alpine) e Krack (Aston Martin). Lungi da noi essere ipercritici nei confronti della governance della F.1, Liberty Media in testa, a cui va riconosciuto il merito di aver rilanciato ampiamente il Circus. Proprio in occasione della trasferta australiana, il Ceo e Presidente del F1 Group Stefano Domenicali, ha ufficializzato che i ricavi del 2022 ammontano a circa 2,5 miliardi di dollari, con tanto di primato di pubblico e profitti in netta crescita. Nuovi paesi sgomitano per entrare nel calendario iridato, grandi costruttori si preparano a scendere in pista nel 2026 e munifici sponsor sono pronti ad aprire il loro portafoglio.
Petrodollari. Tra i nuovi investitori si segnala il ritorno della Saudia, la compagnia aerea araba che ha siglato un accordo con l’Aston Martin in qualità di global airline partner. Trattasi di un ritorno, dal momento che la Fly Saudia fece la sua comparsa in F.1 nel lontano 1977 dapprima sulla March e poi sulla Williams, insieme ad altri marchi legati al mercato mediorientale. Una vera e propria svolta per la scuderia diretta da “Sir” Frank Williams e Patrick Head, che beneficiando di quei grossi capitali scalò la classifica diventando un top team. Malauguratamente la scuderia d’oltre Manica figura oggi come una nobile decaduta, complice un budget ridotto al lumicino. Una realtà che cerca di risollevarsi su cui però è piovuta una nuova tegola. Risulta infatti che l’ex sponsor ROKiT ha avviato una causa per 149 milioni di dollari. Il contenzioso nasce in seguito al divorzio dalla compagnia telefonica statunitense avvenuto nel 2020 (il rapporto con la squadra di Grove era iniziato nel 2019). Causa un ritardo nei pagamenti, la Williams ruppe il contratto rivolgendosi ad un tribunale californiano che stabilì un rimborso di 35,7 milioni di dollari. Un indennizzo che però subì dei rallentamenti per via del passaggio di proprietà della scuderia dalla famiglia Williams al fondo americano Dorilton Capital. Ebbene nel frattempo la ROKiT è passata al contrattacco chiedendo un risarcimento danni sostenendo che la Williams promise di schierare una monoposto competitiva nel 2019, pur essendo ben conscia delle scarse prestazioni della FW42 motorizzata Mercedes. La Williams chiuse quel campionato come fanalino di coda con un solo punto nella classifica costruttori.
Tigre asiatica. Restando nel giro dei finanziatori, s’è appreso che il magnate di Hong Kong Calvin Lo, attuale A.D. della compagina di assicurazioni RE Lee International con basi in medio ed estremo oriente, in Usa ed in Svizzera, sarebbe intenzionato a finanziare una delle nuove scuderie candidate a fare il loro ingresso nel Circus in un prossimo futuro.
Club esclusivo. In merito all’apertura verso nuove realtà, Stefano Domenicali ha prospettato un probabile rialzo della tassa d’iscrizione. Secondo quanto stabilito dal Concorde Agreement siglato qualche anno fa il prezzo da pagare è di 200 milioni di dollari, ma con il boom che sta vivendo la massima serie tutto cambia. Le stime parlano di un ingente aumento che farebbe salire a 600 milioni il ticket d’entrata. La presenza di nuove squadre comporterebbe una riduzione della fetta dei profitti per i presenti, da qui la scarsa propensione ad aggiungere posti a tavola. L’esempio più eclatante è costituito dall’Andretti-Cadillac che finora ha incontrato non pochi ostacoli nonostante la presenza di un marchio prestigioso come quello d’oltre Oceano. Domenicali ha puntualizzato che i criteri di valutazione delle new entry riguardano l’aspetto tecnico, sportivo e quello finanziario. La Cadillac rappresenterebbe indiscutibilmente un valore aggiunto al parco degli iscritti, eppure la questione è ancora in alto mare.
Ottimismo. Malgrado un inizio decisamente in salita, alla Ferrari non manca una certa fiducia da parte dei vertici. In occasione dell’assemblea degli azionisti tenutasi intorno alla metà di aprile, il Presidente John Elkann, fratello di Lapo che recentemente non ha risparmiato attacchi al Cavallino, ha rimarcato che l’obiettivo resta il titolo mondiale e che a Maranello sono in atto profondi cambiamenti. A fronte del piano strategico presentato dall’Amministratore Delegato Benedetto Vigna, Elkann s’è detto soddisfatto dei risultati economici dell’azienda. La Ferrari ha chiuso l’esercizio con numeri da record. Il fatturato ammonta a 5,1 miliardi di Euro, registrando un aumento del 19% rispetto all’anno precedente ed un EBITDA (ossia gli utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti) rettificato di 1,8 miliardi di Euro (35% di margine). Numeri significativi in attesa di un ritorno alle vittorie nei Gran Premi.