Storia

Published on Dicembre 1st, 2022 | by Massimo Campi

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David Piper e l’incidente per un film

 

Durante le riprese per il film sulla 24 Ore di Le Mans David Piper esce di strada rimettendoci una gamba

L’inglese David Piper, anno di nascita 1930, ha iniziato a correre verso la metà degli anni ’50, nelle gare in salita con una Lotus 11 per poi passare alle monoposto in F.Junior, F.2 e F.1. il suo migliore risultato in monoposto è un secondo nel Lady Wigram Trophy 1960, dietro a Jack Brabham, con la sua Lotus 16.

Dopo l’esperienza con le monoposto David Piper si dedica alle ruote coperte, dove si dimostra un valido gentleman driver cogliendo diversi risultati. È un buon cliente Ferrari, acquista vetture GT e prototipi del cavallino, ma da buon inglese ha il vezzo di riverniciarle nel verde nazionale britannico. Famosa è la sua Ferrari GTO “green flag” come la Ferrari 250LM sempre con la stessa livrea. In seguito, quando Maranello smette di produrre ruote coperte vincenti per i clienti sportivi, David Piper si rivolge all’altro cavallino, quello di Stoccarda e scende in pista con una 917, sempre con i colori della livrea inglese.

Nel 1970 parte la pazza idea di Steve McQueen, innamorato di motori e delle corse, di produrre un film sulla 24 Ore di le Mans, un omaggio a quella gara, più famosa al mondo, a cui vorrebbe partecipare la stella di Hollywood.

Dopo il secondo gradino del podio ottenuto con la piccola 908/022 alla 12 Ore di Sebring 1970 in coppia con Peter Revson, il piano di Steve McQueen è quello di partecipare alla maratona francese, ma alcune clausole contrattuali ed assicurative con la sua casa di produzione gli impediscono di prendere parte alla gara.

Steve McQueen arriva ad un compromesso, la piccola 908 della Solar production viene iscritta alla gara con Linge e Williams per fare delle riprese e l’attore americano potrà guidare poi le diverse vetture impegnate per le riprese nella produzione del film sulla maratona francese.

Finita la gara iniziano le riprese del film sul tracciato che dureranno altri quattro mesi. Vengono affittate ben 25 vetture e diversi piloti per guidarle, tra cui David Piper.

“Steve McQueen mi affidò una Porsche 917 – sono i ricordi del gentleman driver inglese – le riprese venivano ripetute più volte per trovare le giuste angolature e le luci adatte. Durante una ripresa avertii subito che c’era un problema ad una gomma ed arrivato a Maison Blance la macchina prese il volo disintegrandosi nell’urto. Rimasi dentro la vettura, ero cosciente, anche se vedevo spuntare le ossa rotte dalla mia gamba mentre stavano accorrendo i soccorsi.”

David Piper viene subito trasferito all’ospedale di Le Mans, viste le condizioni Steve McQueen chiama uno specialista da Parigi che arriva con tutta urgenza su un aereo privato. Ormai è sceso il buio, il piccolo aeroporto di Le Mans non è attrezzato per gli atterraggi notturni, allora McQueen raduna tutti i mezzi della produzione con i fari accesi che illuminano la pista per fare atterrare il piccolo aereo. A David Piper viene salvata la vita, ma non la gamba che deve essere amputata per una infezione successiva. Finita la brutta avventura, il gentleman driver inglese ritorna sulle piste, e fino ad oltre 80 anni di età diventa uno dei personaggi più richiesti negli eventi storici dove spesso continua a correre con le sue vetture dipinte di verde.

Immagini © Massimo Campi

 

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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