Formula 1

Published on Ottobre 30th, 2022 | by Massimo Campi

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Budget cap: la sentenza.

 

Di Carlo Baffi

La Federazione Internazionale ha ufficializzato le sanzioni per Aston Martin e Red Bull, ree di non aver rispettato il regolamento finanziario per l’esercizio 2021.

Alla vigilia del Gran Premio del Messico, la Fia ha emesso i tanto attesi verdetti in merito alla questione legata al budget cap. E’ trascorso meno di un mese da quando s’era diffusa la notizia che due team del Circus avevano infranto il regolamento che disciplina il limite di spesa per la stagione 2021. Sul banco degli imputati erano finite l’Aston Martin e la Red Bull, ma se alla prima era stata contestata soltanto una violazione procedurale, la scuderia campione del mondo aveva speso più del consentito. Ma trattasi sempre di un reato “minor”, ossia al di sotto del 5% al tetto fissato nella cifra di 145 milioni di dollari. All’inizio, secondo i rumors s’era parlato di un importo che orbitava intorno ai 10 milioni di dollari, invece le verifiche hanno portato alla luce uno sforamento di 1 milione ed 864 mila sterline, ovvero 2,1 milioni di dollari pari all’1,6 % dell’intero budget. Un reato di entità inferiore, ma che ha comunque scatenato non pochi risentimenti da parte dei rivali, che hanno fin da subito invocato una stangata da parte della Federazione. Non dimentichiamoci che la Red Bull è la prima forza del mondiale 2022 e che l’anno prima ha conquistato il titolo piloti con Max Verstappen dopo una lotta carica di veleni con la Mercedes e Lewis Hamilton, terminata all’ultima gara. Da qui i tanti dubbi in merito alla superiorità schiacciante della vettura in grado di stracciare la concorrenza nel campionato in corso. Dopo che la Fia aveva reso pubblica l’apertura dell’inchiesta, prima l’Aston Martin e poi la Red Bull, hanno collaborato e sono giunte ad un patteggiamento, facendo in modo che il contenzioso venisse chiuso rapidamente, evitando di conseguenza un inasprimento della pena. Però dal momento che un top team era finito alla sbarra, in parecchi temevano che non si sarebbe abbattuta nessuna scure e che il tutto si sarebbe risolto con una pena lieve.

Ebbene tali previsioni si sono confermate. L’Aston Martin s’è vista appioppare una multa di 450 mila dollari da pagare entro 30 giorni dall’uscita della sentenza (ma come detto sopra l’infrazione è relativa soltanto alla procedura). Mentre per la compagine di Milton Keynes le sanzioni sono state due, una di natura finanziaria e l’altra sportiva. Per i tredici errori procedurali riscontrati si prevede un’ammenda di 7 milioni di dollari, mentre per quanto concerne gli investimenti extra-budget è scattata una riduzione del 10% del monte ore in galleria del vento rispetto a quanto le spetta per il mondiale 2023. Per spiegarci meglio: se quest’anno la Red Bull chiuderà al primo posto tra i costruttori, avrà diritto solo al 70% del tempo in galleria rispetto agli altri team ed a questa verrà sommata la pena. Ovviamente Chris Horner, team principal a Milton Keynes, ha ribadito che non c’è stato alcun dolo, o imbroglio e che la sanzione è enorme, dal momento che avrà conseguenze sullo sviluppo della futura monoposto e potrebbe addirittura comportare una perdita sulle performances in pista. A detta del manager inglese, si oscillerebbe da mezzo ad un secondo. Horner ha pure sottolineato il linciaggio morale subito, lamentando un danno alla reputazione della sua scuderia. Insomma una sorta di fumo persecutorio.

Di diverso avviso sono invece le altre squadre. Andreas Seidl, tecnico e dirigente della McLaren, ha parlato di pena non adeguata alla violazione e s’è detto stanco delle “favole” raccontate dalla Red Bull. Particolarmente duro è stato anche Mattia Binotto, team principal della Ferrari. “La sanzione emessa non compensa il vantaggio avuto dalla Red Bull. Per noi la pena non è congrua, lo svantaggio è veramente trascurabile.” Pensare che questa grana sia definitivamente archiviata con il verdetto federale è alquanto improbabile. Il rischio futuro è che altri team agiscano come ha fatto la Red Bull, dal momento che il precedente è stato creato. E proprio in merito a questo problema, Binotto ha dichiarato:” Spero vivamente che altri non seguano l’esempio della Red Bull. Noi resteremo nella legalità e mi auspico che altre scuderie facciano come noi. Spero inoltre che questo campionato sia certificato all’inizio della prossima stagione e non ad ottobre. Occorre meno tempo per fare i controlli. Dico questo per la credibilità di questo sport e credo che non ci siano più scuse per essere legali già quest’anno.” La Fia era chiamata ad esprimere un segnale importante al fine di dare un maggiore credito al Circus, ma la prima impressione dopo la decisione assunta ci lascia perplessi.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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