Formula 1

Published on Ottobre 24th, 2022 | by Massimo Campi

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Verstappen: un trionfo per Mateschitz!

Carlo Baffi

Il due volte iridato s’è imposto nel Gran Premio degli Stati Uniti superando nel finale la Mercedes di Hamilton, nonostante un problema al pit-stop. Grazie al successo dell’olandese ed al quarto posto di Perez, la Red Bull s’è aggiudicata il titolo costruttori nel giorno successivo alla scomparsa del patron Mateschitz. La Ferrari ha centrato il podio con Leclerc, terzo dopo esser partito dalle retrovie per il cambio della power unit. Brivido per Alonso e Stroll protagonisti di una brutta collisione in cui l’Alpine dello spagnolo ha rischiato di prendere il volo.

E’ stata forse una delle vittorie più importanti nella carriera di Max Verstappen, quella conseguita ad Austin, in Texas, sul Circuito delle Americhe. Perché voluta a tutti i costi ed ottenuta al termine di un fine settimana tutt’altro che facile per il per il clan Red Bull, scioccato dalla morte del suo numero uno Dietrich Mateschitz. Il vulcanico fondatore dell’azienda produttrice della popolare bevanda energetica spentosi a 78 anni. Un personaggio eminente e carismatico, che nella sua vita ha trasformato i propri sogni in realtà, una virtù di pochi. Per l’intero gruppo, Alpha Tauri compresa, è stato un duro colpo, anche se da tempo si era a conoscenza dei gravi problemi di salute del grande capo. Comprensibile quindi la commozione della scuderia di Milton Keynes a fine gara durante la cerimonia del podio. E Max Verstappen non ha perso un attimo a rivolgere il proprio tributo a Mateschitz una volta sceso dalla vettura:” E’ stata una vittoria dura che dedico a Dietrich, così come il titolo costruttori.” Un successo speciale per Max, che gli ha permesso di ribadire che il Re della Formula Uno è sempre lui, facendolo in due circostanze ben precise nella parte finale della corsa. Dapprima quando ha sopravanzato la Ferrari di Charles Leclerc dopo un duello entusiasmante e poi quando ha infilato con maestria a sei giri dal termine Lewis Hamilton, che da leader provvisorio cercava di portare alla prima vittoria stagionale la sua Freccia d’Argento. Per il sette volte campione inglese s’è trattato di una doccia fredda, che probabilmente l’ha catapultato tra gli incubi di Abu Dhabi dello scorso anno. Tant’è che una volta raggiunto il parco chiuso ci ha messo un po’ prima di uscire dalla sua W13, quasi avesse accusato l’ennesimo colpo basso riservatogli dalla stagione più complicata della sua carriera. Grazie a questo successo Verstappen ha eguagliato il record di 13 vittorie stagionali, che apparteneva a Michael Schumacher e Sebastian Vettel. E con tre round ancora da disputare è molto probabile che questo primato venga demolito. La seconda corona iridata conquistata due settimane fa a Suzuka, non ha placato l’istinto famelico di “Super Max”, così come il contrattempo avuto durante la seconda sosta al passaggio 36 dei 56 previsti. La ruota anteriore che non esce, non si fissa e la pistola che dev’essere sostituita. Morale 7” secondi persi e l’orange che riprendeva la pista sfogando la sua rabbia via radio, pronunciando la parola “beautiful” in tono ironico, seguita da un’imprecazione coperta dal provvidenziale beep. Una reazione un po’ oltre le righe perché indirizzata ai suoi meccanici sempre pronti a dare il massimo per lui ed il team. D’altro canto Max s’era probabilmente innervosito perché vedeva sfuggirgli di mano una corsa iniziata nel migliore dei modi. Autore di un’ottima partenza dalla prima fila accanto al poleman Carlos Sainz, aveva preso subito il comando mantenendolo anche dopo le due safety car. Poi con l’undercut di Hamilton è stato costretto a cambiare strategia e durante il cambio gomme incriminato c’è stato il patatrac. Inoltre non dimentichiamoci che da buon cannibale, Max vuole sempre vincere. Così anziché demoralizzarsi s’è ulteriormente caricato. Rientrato in pista s’è ritrovava al fianco del ferrarista Charles Leclerc (entrato ai box insieme a lui), dando vita ad un corpo a corpo ad alta tensione per la gioia del pubblico che ha riempito le tribune. Nei tre giorni si sono contate circa 440mila presenze. Dopo un primo assalto in cui ha subito il controsorpasso del monegasco in curva 1, Verstappen non ha mollato la presa e sempre nella tornata 39 ha sferrato l’attacco vincente pigliandosi il terzo posto, lanciandosi alla caccia del capofila Hamilton. Sebbene il britannico montasse le gomme dure confidando in un maggiore degrado delle medie dell’olandese, questi ha pianificato l’inseguimento forte di una RB18 che fa lavorare al meglio le Pirelli. A poco a poco Lewis ha visto la sagoma del rivale ingrandirsi negli specchietti e quando Max è entrato in zona Drs ha capito che la sua sorte era segnata. L’iridato non gli ha dato scampo ed è tornato davanti a tutti. La battaglia è comunque proseguita sul filo del rasoio con entrambi i piloti ammoniti dalla direzione gara con una bandiera bianco-nera per aver esaurito i bonus dei track-limits. Alla fine però l’ha spuntata ancora una volta Verstappen allungando la sua striscia di trionfi in carriera, ben 33 su 160 G.P. disputati. Al di là delle ottime prestazioni della RB18, questa volta “Mad Max” ci ha messo del suo, quel tanto che è bastato per fare la differenza sugli avversari. In virtù di questa affermazione a cui si aggiunge il quarto posto di Sergio Perez, partito nono per il cambio di alcune parti della power unit, la Red Bull s’è aggiudicata matematicamente il Campionato Costruttori, il quinto della sua storia, interrompendo un digiuno che durava dal 2013, quando dominava con Sebastian Vettel. Insomma il modo migliorare per onorare “Didi” Mateschitz, così come è stato omaggiato dall’organizzazione sul pannello elettronico posto sulla finish line. Il trionfo della Red Bull però non deve trarre in inganno, perché a differenza delle gare passate s’è materializzato al termine di una competizione molto combattuta, capace di tenere gli appassionati col fiato sospeso fino all’ultimo. E ciò per merito di Hamilton e Leclerc, anche se per loro l’epilogo è risultato amaro. Basti pensare che a tredici passaggi dalla bandiera a scacchi, i primi tre erano racchiusi in un fazzoletto di soli 4”. Hamilton ha lottato come un leone, confermando che quando dispone di una vettura all’altezza è in grado di puntare al massimo traguardo. Era partito dalla seconda fila e trovandosi a proprio agio con la mescola dura, dal suo box han giocato questa carta cercando di sorprendere la concorrenza. Quando alla 38esima tornata, Lewis si lamentava delle gomme bianche che non andavano in temperatura, il suo ingegnere l’ha esortato a credere nella vittoria. E c’è andato veramente vicino. Nel dopo gara non ha nascosto la sua delusione ammettendo che la Red Bull era più veloce, aggiungendo però di esser sicuro che prima o poi il tanto rincorso successo arriverà. Come detto restano solo tre round da disputare, ma negli States la W13 ha dimostrato di aver fatto progressi. George Russell ha spinto ed è riuscito a giungere quinto (suo il giro più veloce) rientrando in gioco dopo aver subito una penalizzazione di 5” per aver speronato Sainz in curva 1 appena dopo lo start. E qui apriamo il capitolo riguardante la Ferrari. Quella delle rosse è stata una gara dai due volti. Con Leclerc retrocesso al dodicesimo posto in griglia per aver montato la sesta power unit delle tre concesse dal regolamento, il Cavallino riponeva le proprie speranze in Sainz autore della sua terza pole stagionale. Invece dopo esser scattato male, lo spagnolo finiva subito in testa coda a causa di Russell, che s’è poi scusato per l’accaduto: magra consolazione. Malgrado fosse riuscito a ripartire, Carlos ha riportato un danno al radiatore che lo costringeva ad alzare bandiera bianca. “Sono molto arrabbiato – confessava il madrileno – è la seconda corsa consecutiva senza fare un giro. Oggi ero in lotta con Max e sono stato buttato fuori da uno che non era manco in lotta con noi. Se paragoniamo la penalità di Russell con quelle inflitte in altre situazioni, penso che non sia sufficiente. Però non intendo valutare le punizioni della Fia.” Decisamente migliore è stata la prova di Leclerc, che fin dalle prime battute ha rimontato posizioni e quando al 18esimo giro è entrata la safety-car dopo che Bottas era finito nella ghiaia, gli si è presentata la ghiotta occasione per effettuare la prima sosta quando era secondo dietro a Verstappen. Ha montato le dure tornando in pista nella scia di Perez.

Dopo la seconda neutralizzazione, “il Principino” s’è avventato sul messicano e dopo essere finito largo la prima volta, l’ha giustiziato nella tornata successiva con una grande manovra all’interno, pigliandosi la terza piazza. Poi una volta calzate le medie ha combattuto strenuamente contro Verstappen ed a parità di penumatici ha venduto cara la pelle. Peccato che dopo aver ceduto la seconda posizione non è riuscito a riportarsi negli scarichi della RB18 per via di un repentino degrado delle coperture salvo poi riprendersi negli ultimi passaggi scongiurando la minaccia del ritorno di Perez. “Per certi versi posso ritenermi soddisfatto visto che partivo dodicesimo, ma sono anche deluso. Per il passo che avevo in gara le mie gomme hanno subito un deterioramento eccessivo.” Sta di fatto però che il monegasco è tornato secondo nel mondiale piloti grazie al quinto podio consecutivo. Le 50 lunghezze di vantaggio che la Ferrari ha sulla Mercedes tra i costruttori, rappresentano un margine confortevole per mantenere lo status di seconda forza in campionato. Alle spalle dei primi quattro, hanno chiuso Russell, Norris, Alonso, Vettel, Magnussen e Tsunoda. Il danese della Haas-Ferrari ha cercato di difendere l’ottavo posto coi denti, ma ha dovuto piegarsi ad un arrembante Vettel sull’Aston Martin, autore di un’ottima prova. Prima di chiudere però, è doveroso fare gli elogi a Fernando Alonso. Il due volte iridato dell’Alpine-Renault, è rimasto coinvolto insieme a Lance Stroll (suo futuro compagno nel 2023 alla Aston Martin) in un incidente che avrebbe potuto avere risvolti molto pericolosi. Durante il 22esimo giro, mentre l’asturiano era intento a superare il canadese, le monoposto sono entrate in contatto mentre erano in piena velocità. La A522 s’è impennata paurosamente e poco c’è mancato che decollasse. Fortunatamente è ricaduta sull’asfalto senza subire danni finendo successivamente contro le barriere. Lo scartamento a sinistra di Stroll non è passato inosservato alla direzione gara che ha ritenuto di punire il driver con tre posizioni arretrate sulla griglia di Città del Messico, appuntamento in programma domenica prossima. Alonso per nulla sconvolto dal botto, è piombato ai box approfittando della safety car e dopo aver sostituito l’ala anteriore e le gomme è tornato in battaglia. Da li in poi, dopo aver opportunamente verificato che la macchina fosse in ordine, ha iniziato la sua remuntada e da ultimo ha tagliato il traguardo settimo. Tutto ciò in barba ai suoi 41 anni, della serie: quando si dice classe e temperamento. Bravo Fernando!

Immagini Pirelli press

Campionato Piloti
1° Verstappen 391 – 2° Leclerc 267 – 3° Perez 265 – 4° Russell 218 – 5° Sainz 202 – 6° Hamilton 198 – 7° Norris 109 – 8° Ocon 78 – 9° Alonso 71 – 10° Bottas 46 – 11° Vettel 36 – 12° Ricciardo 29 -13° Magnussen 24 – 14° Gasly 23 – 15° Stroll 13 – 16° Schumacher, Tsunoda 12 – 18° Zhou 6 – 19° Albon 4 – 20° Latifi, De Vries 2

Il campionato costruttori
1° Red Bull-Honda 656 – 2° Ferrari 469 – 3° Mercedes 416 – 4° Alpine-Renault 149 – 5° McLaren-Mercedes 138 – 6° Sauber Alfa Romeo-Ferrari 52 – 7° Aston Martin-Mercedes 49 – 8° Haas-Ferrari 36 – 9° Alpha Tauri-Honda 35 – 10° Williams-Mercedes 8

 

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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