Storia

Published on Ottobre 25th, 2022 | by Massimo Campi

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Ferrari 1967: una stagione tra drammi e vittorie

Il 1967 è un anno difficile per il cavallino rampante, unica consolazione il titolo mondiale con la P4

Doveva essere una stagione di grandi vittorie, quella del 1967 per la Ferrari, che aveva tutte le carte in tavola per tornare in vetta come punto di riferimento, ed invece le vittorie sono inferiori alle aspettative in un anno dove i drammi segnano pesantemente i risultati.

La Ferrari ad inizio stagione è pronta a lottare su più fronti. Nel mondiale di durata i tecnici di Maranello hanno pronto la nuova arma, la 330P4, che monta il V12 di quattro litri. La vettura ha una linea molto simile a quello della 330 P3, ma il propulsore V12 è stato radicalmente ridisegnato da Franco Rocchi con specifiche simili a quello che ha vinto in Formula 1 a Monza ’67 con Scarfiottti. La modifica principale è l’introduzione della testata a tre valvole, due di aspirazione e una di scarico con l’alimentazione fornita da un sistema di iniezione Lucas. Il telaio è leggermente più corto di quello della 330 P3 e il nuovo sistema di sospensioni migliora la tenuta di strada.

Le monoposto per la stagione ’67 sono due, quella per la Formula 1 e la 166 Dino per la Formula 2.  La nuova monoposto 312 è una versione aggiornata della vettura della stagione precedente, con un telaio più leggero e tecnicamente solido, ma in pista risulta meno agile dei suoi avversari inglesi ed anche molto faticosa da guidare per il pilota. Per cercare di migliorarne la potenza, la fluidodinamica delle teste dei cilindri è stata modificata invertendo aspirazione e scarico. I tubi di scarico sono al centro della V con un disegno particolare subito soprannominato “spaghetti”, mentre i tromboncini di aspirazione sono esterni. Il V12 di 3 litri monta la testa a tre valvole, mentre la nuova unità a 4 valvole fa il suo debutto per il GP d’Italia a Monza.

La Dino 166 per la Formula 2 del 1967 viene sviluppata nel corso della stagione e nasce dall’accordo con la Fiat per produrre due vetture coupè diverse, una a Torino, l’altra a Maranello, entrambe con il V6 Dino. Il regolamento internazionale stabiliva a quei tempi che il motore per la Formula 2 dovesse avere un blocco cilindri derivato da una vettura prodotta in almeno 500 unità, cosa ovviamente impossibile per la Ferrari. L’operazione ha il pregio di stabilire un rapporto con la Fiat destinato a rafforzarsi due anni dopo con la entrata in società della Azienda torinese con la Ferrari.

La stagione inizia con le gare di durata e sarà la parte migliore dell’anno. A Daytona le Ferrari P4 di quattro litri battono le Ford di sette litri con il Direttore Sportivo, Franco Lini, che si inventa quell’arrivo in parata, davanti al pubblico americano, per dimostrare al mondo che la tecnologia del piccolo costruttore di Maranello è superiore ai tantissimi milioni di dollari del marchio statunitense. I principali piloti Ferrari sono Lorenzo Bandini, nominato caposquadra dopo anni di apprendistato ed avere fatto da secondo a John Surtees, il giovane Chris Amon, pilota veloce e molto tecnico, Mike Parkes uno dei migliori collaudatori e Ludovico Scarfiotti reduce dal successo 1966 a Monza.

La stagione continua con un nuovo successo nelle gare di durata, il 25 aprile a Monza, Lorenzo Bandini e Chris Amon mettono a segno la loro ultima vittoria con la Ferrari 330P4, dopo pochi giorni inizia la stagione europea della Formula 1 ed inizia la stagione dei lutti per la Ferrari.

La 312 F1-67 è completata in ritardo per alcuni problemi interni all’azienda dovuti ai tanti impegni sportivi. Il debutto ufficiale avviene alla Race of Champions di Campioni di Brands-Hatch, con Bandini e Scarfiotti, sarà l’ultima gara che vedrà la coppia di italiani al via. Lorenzo Bandini sente molto la pressione del caposquadra, ora la Ferrari è nelle sue mani, deve vincere, ma la scorbutica e potente 312 è molto faticosa da guidare tra le strette strade del principato. Bandini scatta al comando, scivola su una macchia d’olio lasciata dal motore di Jack Brabham, si gira e deve risalire dalle retrovie ma all’82º la 312 arriva alla chicane del porto a tutta velocità, il mozzo posteriore colpisce una bitta di ormeggio. La Ferrari diventa ingovernabile, vola in aria, atterra capovolta ed il serbatoio della benzina esplode incendiando anche le balle di fieno poste a bordo pista. Per Bandini non c’è più nulla da fare e la Ferrari rimane senza il suo pilota numero uno che viene sostituito dal giovane neozelandese aiutato da Mike Parkes sulla seconda vettura. Il pilota inglese che corre con la monoposto del 1966 allungata per accogliere la sua statura elevata e Scarfiotti, dieci giorni dopo il Gran Premio di Monaco, hanno l’ultimo momento di gloria a Siracusa finendo appaiati al primo posto ex aequo in una gara non titolata. I due, che vincono l’ultima edizione della gara, vengono inviati in Sicilia dal Drake per ricordare degnamente Bandini appena scomparso. Nel GP di Siracusa ci sono solo sette macchine al via ed accanto ai due ferraristi sale sul podio Jo Siffert, terzo con la Cooper-Maserati.

Spa è una delle piste più pericolose di tutto il mondiale, in giugno, al via del GP del Belgio 1967 ci sono le Ferrari di Chris Amon, Ludovico Scarfiotti e Mike Parkes, ma il pilota inglese esce rovinosamente di strada al primo giro. L’incidente in Belgio con gravi fratture alle gambe mette fine alla carriera di Mike Parkes con le monoposto, in seguito dopo un lungo periodo di recupero, l’ingegnere inglese correrà ancora nei prototipi con la Scuderia Filipinetti, salva l’onore della squadra Chris Amon che sale sul terzo gradino del podio, mentre la Ferrari del pilota italiano si ferma al giro numero 24. Il tempo di Scarfiotti con le vetture di Maranello è ormai finito: la madre del pilota marchigiano, parente di Agnelli, è talmente preoccupata per suo figlio che, con l’intercessione dell’Avvocato, chiede a Ferrari di non far correre più Ludovico in Formula 1, cosa che avviene effettivamente dopo il GP belga. Scarfiotti, che ha mal digerito la sua sostituzione con Amon nel GP di Monaco, se la prende al punto di chiedere e ottenere da Gurney di correre il GP d’Italia con la seconda Eagle. In seguito, nel 1968, viene ingaggiato dalla Cooper-BRM, ma perirà con una Porsche durante la cronoscalata di Rossfeld nello stesso weekend in cui la Formula 1 era impegnata nel GP del Belgio.

I problemi in Ferrari non sono finiti, sabato 22 luglio Gunther Klass sta provando la Ferrari 206S per la gara del Mugello. il pilota di Stoccarda esce di strada nella discesa dal Passo Giogo si schianta contro un albero e prende fuoco con Klass che rimane intrappolato dietro il volante con lesioni mortali al torace e interne.

In estate la squadra di Maranello ha perso i piloti di riferimento, rimane solo Chris Amon con i tecnici ed i meccanici che si devono dividere tra Formula 1 e vetture sport mentre la Formula 2 debutta a Rouen con Jonathan Williams, ma la scarsa preparazione rimanda lo sviluppo della vettura alla stagione successiva.

Con le monoposto i migliori risultati della Scuderia sono arrivati grazie al neozelandese Chris Amon che ha ottenuto la terza posizione sul podio in tre occasioni. Il suo connazionale Denis Hulme ha vinto il titolo mondiale, battendo a malapena il capo squadra Jack Brabham. La stagione è veramente complicata e difficile, con le monoposto ci sono poche speranze, ma la Ford, dopo Le Mans, ormai paga del successo ottenuto, ha deciso di abbandonare le piste lasciando l’onere, ai vari team privati di contrastare le rosse di Maranello. L’epilogo è alla 6 Ore di Brands Hatch, con Chris Amon che viene affiancato occasionalmente da Jackie Stewart. Vince la Chaparral di Hill/Spence, seguita dalla Ferrari P4 ufficiale nonostante un problema causato dalla rottura della paratia al motore con i fumi di scarico che entrano nell’abitacolo quasi intossicando il pilota scozzese. capito il problema, durante una sosta ai box per controllare l’accaduto, Mauro Forghieri rompe un finestrino laterale facendo entrare aria nell’abitacolo. Con il secondo posto sul tracciato inglese la Ferrari si consola con le vetture a ruote coperte grazie alla Ferrari P4 che conquista il titolo mondiale della categoria. Dopo anni la Ferrari è riuscita a sopravanzare l’odiata Ford, in una stagione molto complicata e sfortunata dove è riuscita ad ottenere meno risultati di quanto previsto nonostante i grandi sforzi della squadra corse.

Immagini © Ferrari press

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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