Formula 1

Published on Ottobre 2nd, 2022 | by Massimo Campi

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Budget-cap: Red Bull e Aston Martin nel mirino

 

Di Carlo Baffi

Il Gran Premio di Singapore ha sempre alimentato un notevole fascino sin dalla sua prima edizione datata 2008. Fu la prima gara di F.1 corsa in notturna sotto le luci artificiali che illuminano il circuito ricavato dalle strade della città stato dell’estremo oriente. Una gara faticosa per l’ora, per il clima caldo umido, per lo stress procurato da una guida che richiede il massimo dell’attenzione tra i muretti sempre in agguato e l’incidente dietro l’angolo; senza contare le difficoltà di sorpasso come su tutti i circuiti cittadini. Una competizione imprevedibile che ha salutato il trionfo di fuoriclasse come Alonso, Hamilton, Vettel e Rosberg. Un Gran Premio che però viene ricordato anche per lo scandalo verificatosi proprio al suo debutto. Parliamo del famoso “Singapore-gate”. Una vicenda che coinvolse la Renault ed in particolare il suo team principal Flavio Briatore ed il responsabile tecnico Pat Symonds, rei di aver architettato l’uscita di pista del loro pilota Nelsinho Piquet al fine di favorire la rimonta della prima guida Fernando Alonso. Lo spagnolo partito 15esimo sarebbe poi salito sul gradino più alto del podio, ma i sospetti che serpeggiavano nel paddock indussero la Fia ad indagare sull’accaduto e ad un anno di distanza il Consiglio Mondiale punì rispettivamente Briatore e Symonds con una squalifica a vita per il primo ed una di 5 anni al secondo.  Sentenza che nel gennaio 2010 venne ribaltata dal Tribunal de grande instance di Parigi che annullò la radiazione al manager piemontese e riabilitò l’ingegnere britannico. Ebbene proprio in queste ore, alla vigilia della prima sessione di prove a Marina Bay, è esploso un altro caso destinato a far discutere. Vi sono coinvolte la Aston Martin e la scuderia dominatrice del mondiale, quella del campione in carica Max Verstappen, ormai prossima a celebrare la propria supremazia sia tra i piloti che tra i costruttori: la Red Bull. A fronte delle verifiche effettuate dalla Cost Cap Administration, l’organo preposto ai controlli finanziari, sarebbe emerso, è d’obbligo l’uso del condizionale, che la compagine anglo-austriaca e la Aston Martin non avrebbero rispettato i limiti di spesa fissato nella cifra di 147,5 milioni di dollari.

Sempre secondo le indiscrezioni, il team di Milton Keynes avrebbe sforato il tetto imposto dal budget cap per un ammontare intorno ai 10 milioni di dollari. Molto minore sarebbe invece il buco generato dal team di Lawrence Stroll. Infrazioni che comunque fanno sempre una bella differenza tra chi le commette e la concorrenza. Già perché le scuderie in questione avrebbero tratto dei vantaggi tecnici con migliori prestazioni in pista, alla faccia dei regolamenti. In realtà qualche rumors sulla Red Bull circolava dall’estate, ma si pensava alle speculazioni che aleggiano solitamente intorno a chi vanta una superiorità schiacciante. Poi ecco che scoppia la bomba a sei gare dalla fine, quando il mondiale è ormai deciso. Non a caso Mattia Binotto, team principal della Ferrari, dopo il domino di Verstappen in Belgio, a fronte di una domanda precisa su un nuovo telaio alleggerito ed omologato dalla Red Bull e mai utilizzato, si disse stupito di ciò spiegando che a Maranello non sarebbero stati in grado di attuare una soluzione del genere per motivi di budget cap. Binotto inoltre colse l’occasione per chiedere dei controlli molto accurati da parte della Federazione Internazionale al fine garantire equità e chiarezza. Ed è proprio questo il punto cruciale dal momento che il regolamento finanziario, che affianca dallo scorso anno quello sportivo e quello tecnico, è molto complesso. Una novità introdotta al fine di garantire un maggiore equilibrio tra le squadre limitando lo strapotere delle più facoltose e quindi aumentare competizione e spettacolo.

Se nel 2021 il tetto era di 145 milioni di dollari (intorno ai 132 milioni di Euro), in questa stagione sarebbe dovuto scendere a 140, ma complici l’inflazione ed il caro energia il limite è stato aumentato del 3.1% (una deroga invocata a gran voce dalla stessa Red bull). Nel 2023 invece si scenderà a 135 con un massimo di 95 per le spese inerenti alle power unit. Un’idea bella sulla carta, ma non semplice da realizzare. I problemi maggiori vanno dal controllo delle spese alle voci in bilancio, definendo quelle incluse e le eccezioni. Un compito certosino da eseguire per ciascuno dei dieci team e attualmente il numero di controller a disposizione della Fia è limitato rispetto alla mole di lavoro richiesto. Inoltre è d’obbligo lasciare poco spazio alle interpretazioni per evitare le cosiddette zone grigie in cui qualcuno potrebbe giocarci. Una questione che tiene costantemente banco in campo tecnologico. Da qui le tempistiche lunghe per arrivare alla certificazione finale. Si pensi che il 31 marzo scorso sono stati presentati i rendiconti dell’anno passato e solo ora arrivano i responsi. Certo, occorre tener presente che siamo di fronte ad uno scenario inedito per la F.1 e come tutte le innovazioni presentano delle problematiche che vanno corrette e migliorate. La soluzione ideale sarebbe la presenza di una struttura efficace come la nostra Consob, che facendo capo alla Fia vigilerebbe attentamente sui movimenti di cassa. Un altro aspetto importante concerne le sanzioni da applicare in caso di violazione, un campo dove regna ancora parecchia incertezza. L’unico punto fermo è la soglia del 5%, ossia quella dei 5 milioni di dollari. Per chi sta al di sotto sarebbero previste pene di carattere finanziario, mentre per chi va oltre potrebbe scattare una cancellazione dei punti, un arretramento in classifica, la sospensione per alcune gare, limiti nei test aerodinamici, riduzioni sui budget futuri, sino alla squalifica dal mondiale. Altro dubbio riguarda la retroattività della pena visto che il presunto reato è relativo ai conteggi di un periodo precedente. Per cui prevedere come possa risolversi questa intricata vicenda è attualmente impossibile. Nel frattempo l’aria che si respira nel paddock non è delle migliori, con Mercedes e Ferrari sul piede di guerra. Toto Wolff team boss della “Stella a Tre Punte” attacca dicendo:” Se hanno sforato il budget cap di milioni come ho sentito, allora è molto semplice, si tratta della differenza tra vincere e perdere. E non è solo per il 2021, ma pure per il 2022 e l’anno venturo.” Il mondiale scorso risoltosi nel caotico finale di Abu Dhabi che penalizzò Hamilton e la Mercedes a beneficio di Verstappen e della Red Bull ha lasciato segni profondi ed il manager austriaco ha ancora il dente avvelenato. Anche Laurent Mekies, direttore sportivo del Cavallino non è stato tenero affermando:” È qualcosa di molto grave per cui ci aspettiamo una gestione e una presa di posizione esemplare da parte della Fia. Ci fidiamo della Federazione e ci aspettiamo che su un problema di tale importanza ci siano la massima trasparenza e severità in modo che tutti corrano nelle stesse condizioni, visto che queste differenze di spesa sono gigantesche”. Più cauto Binotto, secondo il quale non è corretto sentenziare sui rumors, anche se poi puntualizza che con 4 milioni si realizzano gli sviluppi di un’intera stagione. Per contro Christian Horner, team principal a Milton Keynes, ha tenuto un comportamento a due facce. Inizialmente a detto di essere tranquillo:” La Fia non ha rilasciato dichiarazioni e ci hanno pensato altri a farlo. La settimana prossima verrà pubblicato il resoconto del lavoro svolto dalla Federazione in merito al budget cap e la mia aspettativa è che quanto presentato da noi sia valido. Si tratta di regolamenti nuovi, molto complicati e si possono creare delle incomprensioni”. Poi però nel sentire i commenti dei rivali è passato al contrattacco:” A meno che non ci sia un chiaro ritiro di queste dichiarazioni, prenderemo la cosa incredibilmente sul serio e valuteremo le opzioni a nostra disposizione. E’ assolutamente inaccettabile – ha proseguito – fare commenti diffamatori per la squadra, per i marchi e anche per la F.1. Si tratta di una comunicazione privata tra il team e la FIA. Come possono altri sapere se una scuderia è in violazione o meno? Lo sapremo solo la settimana prossima quando tutto sarà ultimato. Noi ci sentiamo offesi – ha concluso Horner – per le osservazioni fatte. E’ forse una coincidenza che Max abbia la chance di vincere il titolo mondiale e che invece si parli solo di budget cap piuttosto che delle prestazioni fenomenali che ha avuto quest’anno? Penso sia una tattica subdola che forse è stata utilizzata per sminuire la loro mancanza di prestazioni in pista.” Frasi dettate forse da uno stato d’animo non certo all’insegna della serenità e son comprensibili, però non ci risulta che ne Wolff ne Mekies abbiano fatto il nome della Red Bull, hanno parlato in generale. E circa la “tattica subdola” per minimizzare la potenziale conquista del secondo titolo di Max e le sue performances, ci sembra una teoria un po’ troppo complottista. I trionfi e la classe di “Super Max” non si discutono e non vogliamo minimamente pensare, ad oggi, che siano stati favoriti da una RB18 figlia di sviluppi realizzati extra-budget. Categorico pure Helmut Marko, figura di vertice della squadra, che nega alcun sforamento. Insomma una questione scottante che dovrà essere risolta dal Presidente Mohammed Ben Sulayem succeduto a Jean Todt lo scorso dicembre. Non resta che attendere pochi giorni per conoscere i numeri ufficiali e qualora fossero confermate le indiscrezioni si dovrà far luce sull’entità dell’infrazione e sarà chiamata in causa un’apposita giuria, il Cost Cap Adjutication Panel. Solo allora si avrà un quadro più definito e potremo trarre le prime conclusioni su questo brutto affare. Sono in molti ad invocare una punizione esemplare in modo da scoraggiare future violazioni del regolamento. Come ha detto Wolff, se le conseguenze non fossero particolarmente severe, allora il gioco varrebbe la candela: della serie ci troveremmo dinnanzi ad un invito a frodare. Da qui la necessità di un deterrente atto a dissuadere chiunque da imbrogli e dalle gestioni border-line, anche a costo di far esplodere uno scandalo proprio nel momento in cui il Circus è in piena crescita. Se da un lato la F.1 subirebbe un duro colpo, dall’altro si renderebbe più credibile l’intero movimento e magari si eviterebbero ulteriori danni d’immagini che produrrebbero effetti negativi sul pubblico e sugli investitori.

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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