Formula 1

Published on Settembre 13th, 2022 | by Massimo Campi

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Red Bull-Porsche: sfuma l’accordo.

di Carlo Baffi

Solo qualche settimana fa, le nozze parevano cosa fatta, mancava solo la pubblicazione della data, la consegna delle bomboniere e delle partecipazioni. Poi sono arrivati i primi rumors circa un raffreddamento dei rapporti tra i nubendi: parliamo della Red Bull e della Porsche. Tant’è che è giunto prima il comunicato con cui l’Audi ufficializzava il suo arrivo in F.1 a partire dal 2026 (stesso anno per Porsche). Sono cominciati a circolare dei sospetti che alla fine si sono confermati nel fine settimana del G.P. d’Italia. Il comunicato dell’annullamento del matrimonio è stato diramato dalla casa di Stoccarda prima dell’inizio delle libere 1. Ma quali sono le ragioni di questo dietro-front? Porsche ,a differenza di Audi non si sarebbe limitata alla fornitura della power-unit, bensì avrebbe acquistato la metà delle quote di Red Bull. E forse proprio questo aspetto ha preoccupato qualcuno dei vertici di Milton Keynes, che probabilmente temeva di perdere il bastone del comando. Un’unione approvata da Dietrich Mateschitz, il proprietario dell’azienda produttrice della bevanda energetica. Eppure l’obiettivo della parte tedesca era chiaro fin dall’inizio, puntando ad una partnership paritaria in forza della quale Stoccarda avrebbe piazzato alcuni suoi uomini nella stanza dei bottoni, con tutti i poteri decisionali del caso anche nella gestione della scuderia. Un rovescio della medaglia inevitabile. Morale, per mantenere la propria indipendenza e se vogliamo pure una propria identità, il team leader del mondiale ha preferito rinunciare ad una munifica iniezione di capitali. Chris Horner ha parlato di un Dna diverso tra le due realtà, aggiungendo che la struttura di Milton Keynes è molto più agile e snella nel prendere le decisioni in confronto a quella di un grande gruppo industriale. Dire se ci ha rimesso più una parte rispetto all’altra è difficile. Di sicuro è un’occasione persa per la Formula Uno, che sta cercando di favorire l’arrivo di case prestigiose che aumentano il valore aggiunto del prodotto. Sono state persino approvate delle regole tecniche ad hoc per incentivare le new entry. Non a caso Porsche ha confermato l’interesse verso la massima serie proprio in virtù delle norme varate per il 2026. Da qui la domanda, che faranno ora a Stoccarda? Punteranno ad un’altra scuderia? Di sicuro non sarebbe all’altezza della Red Bull, ma potrebbe fare un notevole salto di qualità al fianco dello storico costruttore teutonico. Per contro a Milton Keynes proseguiranno i programmi già avviati per la costruzione di un’unità motrice fatta in proprio. Horner ha ribadito che da un anno e mezzo, la factory anglo-austriaca ha impiegato parecchi capitali per portare in pista un propulsore made in England. Anche Helmut Marko, eminenza grigia della squadra ha affermato che per ora non c’è bisogno di nessuno, però ha poi aggiunto:” Ma se si presentassero sinergie e vantaggi, saremmo aperti.” Chissà cosa bolle in pentola? Solo il tempo ci dirà chi ha fatto la mossa giusta.

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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