Published on Settembre 6th, 2022 | by Massimo Campi
0G.P. d’Italia 2002 – 15 settembre 2002
Di Carlo Baffi
Siamo nel pieno del dominio Ferrari con Michael Schumacher. A Maranello dal ’96, il fuoriclasse tedesco ha centrato il suo primo titolo iridato sulla rossa nel 2000 e da lì in poi ha dato inizio ad un ciclo. Le corone di Michael, dopo le due conquistate con la Benetton sono salite a quattro e nella stagione 2002 si riconferma Campione per la quinta volta con largo anticipo, raggiungendo il leggendario Juan Manuel Fangio. L’incoronazione ha luogo il 21 luglio a Magny-Cours al termine del G.P. di Francia, a sei gare dalla fine. Il mese successivo in Ungheria tocca alla sua squadra, che rivince il titolo costruttori grazie alla doppietta messa a segno dal teutonico e dal compagno brasiliano Rubens Barrichello. Williams-Bmw e McLaren-Mercedes han provato a contrastare questo strapotere, finendo però per esser relegate al ruolo si sparring partner. Con i giochi praticamente chiusi il Gran Premio d’Italia è una sorta di passerella per il dream-team di Maranello. Nelle libere, le F2002 svettano, Schumi è primo davanti a Barrichello protagonista di una discussione animata con un meccanico, ripresa dalle telecamere. Motivo del contendere un guaio ai freni.
Nel corso delle prove, il brasiliano s’è trovato insieme a Michael in prossimità di una staccata con il pedale del freno che andava a fondo. Riuscito ad evitare l’incidente torna ai box chiedendo lo spurgo del sistema, ma facendo un nuovo collaudo il problema si ripresenta. Da lì la reazione nervosa per la quale è uscito contrariato dalla vettura. Interrogato dai giornalisti sull’episodio, Rubinho chiarisce:” Non ce l’ho col mio capomeccanico, anche se sono rimasto senza freni due volte.” Dietro ai ferraristi, troviamo Kimi Raikkonen e Juan Pablo Montoya. Entrambi sono sbarcati in F.1 l’anno prima con grandi ambizioni. Il finlandese, classe 1979, ha esordito sulla Sauber fresco del titolo vinto nella F. Renault inglese e dopo una stagione ad Hinwil con ottimi risultati è finito nel mirino della McLaren-Mercedes in cerca di un sostituto di Mika Hakkinen prossimo al ritiro. Ron Dennis sborsa 20 milioni di dollari ed ingaggia quel giovane molto taciturno, che però va subito a podio in quel di Melbourne alla prima gara 2002. Diverso il percorso del colombiano, più vecchio di quattro anni. Impostosi nella F.3000 Internazionale e promosso tester della Williams, “Juancho” si mette in luce nelle corse americane in attesa di ricevere offerte dal Circus.
E’ campione nella Formula Cart nel ’99 e nel 2000 trionfa nella mitica “500 Miglia di Indianapolis”. Con queste credenziali approda in Formula Uno nella scuderia di “Sir Frank” ed in pista sono subito scintille con “Kaiser Schumi”. Il suo primo successo in F.1, lo sigla proprio a Monza nel 2001. Alla vigilia del 73esimo Gran Premio d’Italia, Raikkonen e Montoya figurano rispettivamente 6° e 3° nel mondiale piloti, ad anni luce dal Campione del Mondo. Nelle qualifiche però il ferrarista deve piegarsi al colombiano, che sui lunghi tratti rettilinei del “Tempio della Velocità” scatena i cavalli del potentissimo V10 Bmw. La sua FW24 completa la migliore tornata nel tempo di 1’20”264 alla media record di 259,827 km/h: è pole position! Anche se la punta massima di velocità viene toccata da Giancarlo Fisichella che al volante della Jordan-Honda raggiunge i 360 km/h. Roba da pelle d’oca. Secondo è Schumacher davanti al fratello Ralf (Williams gemella) e a Barrichello, poi un sorprendente Irvine sulla Jaguar e Raikkonen. “Juancho” reduce dall’impresa è felicissimo:” Il record di velocità? Niente male, ma se questa pista resterà immutata, l’anno prossimo qualcuno andrà ancora più forte.
Pensare di esser stato più veloce di un paio di secondi rispetto al 2001, mi fa impressione.” Schumacher invece ammette:” Di più non potevo fare, ho tirato fuori il meglio dalla macchina. L’avevo detto che a Monza, contro la Williams, sarebbe stata dura.” Barrichello non si rassegna, assicura che andrà all’attacco e torna polemicamente sul battibecco col meccanico:” Non è accaduto nulla, eppure in Brasile mi hanno soprannominato Mike Tyson. Allora se sono Tyson, stiano attenti.” Alle 14 di domenica, la competizione prende il via e Montoya cerca subito di sbarrare la strada a Schumacher, attraversando in diagonale la pista. Tra i due litiganti (sono separati in casa) ne approfitta Schumi junior per prendere la testa sopravanzando il compagno, mentre a sua volta Barrichello scavalca il suo capo squadra. Il colombiano ed il tedesco però tagliano la variante e dal loro team al fine di evitare una sanzione dei commissari, chiedono a Ralf (finito sotto inchiesta per aver tratto indebito vantaggio) di dare strada a Juan Pablo. Richiesta che cade nel vuoto, complice il cedimento del motore del fratello di Michael. Montoya pare avviato a bissare il risultato del G.P. 2021, invece nella quinta delle 53 tornate in programma viene superato da Barrichello e nel passaggio dopo anche dal Kaiser. Da li in avanti le due F2002 procederanno verso il traguardo senza alcun problema, dando vita ad una corsa a senso unico. Michael non attaccherà Rubens che potrà festeggiare la sua terza vittoria stagionale alla media di 241,090 km/h in 1h 16’19”982 di gara. Terzo si classificherà il 36enne Eddie Irvine. L’ex-ferrarista siglerà il suo secondo podio con la Jaguar per la gioia di Niki Lauda, CEO della scuderia britannica di Milton Keynes. L’irlandese è riuscito infatti a tener dietro le Renault di Jarno Trulli ottimo quarto e Jenson Button. Encomiabile la prova dell’abruzzese, partito ultimo vittima di una noia al propulsore durante il giro di schieramento. Sesto è Olivier Panis sulla Bar-Honda. Delusione sia per Raikkonen, che per Montoya. Il finnico ha gettato la spugna al passaggio 29 tradito dal motore, mentre il sudamericano s’è ritirato quattro giri dopo.:” Non sono partito bene, ho rischiato anche di far spegnere il motore. Ralf mi ha superato in frenata – spiega “Juancho” – ma ho dovuto tagliare la chicane di brutto. Io avrei potuto classificarmi terzo perché ero più veloce degli altri, ma si è rotto il telaio. Tuttavia è evidente che le nostre prestazioni non si possono paragonare a quelle delle Ferrari, che sulla distanza sono ancora imprendibili.” Riguardo al guasto patito da Montoya va precisato che il suo ritmo sempre al limite passando sui cordoli per tener testa alle rosse, ha finito per danneggiare la parte anteriore del telaio fino a rovinare una sospensione.
Chi è raggiante è invece Barrichello, entusiasta del tifo monzese:” Vedevo gente e bandiere fino a dove arrivava il mio sguardo. Non ho mai provato una sensazione così incredibile. Macchina perfetta, gomme eccezionali e strategia che ha funzionato.” Rispetto alla singola sosta di Schumi, “Rubinho” ne ha fatte due. “Questo successo – conclude il brasiliano – è per mio figlio Eduardo, che la settimana prossima compirà un anno.” Felice anche Schumacher, che accumula ulteriori record. Grazie ai sei punti del secondo posto raggiunge quota 128, record di punti conquistati fino a quel momento in una sola stagione. Inoltre è salito sul podio per la 26esima volta consecutiva. Lui però minimizza:” In una stagione così, i primati personali non contano. Rubens è arrivato primo – conclude il tedesco – perché con due pit ha rischiato di più, ha corso bene ed ha meritato.” Il mondiale si concluderà due gare dopo in Giappone con Michael primo davanti a Barrichello. Per Schumi si tratterà dell’11esimo trionfo del 2002 in 17 G.P. nei quali è sempre andato a podio. La classifica finale vedrà il Kaiser raggiungere i 144 punti, “Rubinho” sarà alle sue spalle con 77 e Montoya chiuderà terzo a quota 50. Nel campionato costruttori, la battaglia alle spalle del Cavallino sarà vinta dalla Williams-Bmw con 27 lunghezze di vantaggio sulla McLaren-Mercedes.
Immagini © Massimo Campi