Formula 1

Published on Settembre 6th, 2022 | by Massimo Campi

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G.P. d’Italia 2007 – 9 settembre 2007

 

Di Carlo Baffi

Il campionato 2007 è passato alla storia come uno dei più palpitanti della Formula Uno, per quanto accaduto in pista e fuori. Parliamo del primo anno dell’era post-Schumacher. Michael s’è infatti ritirato al termine della stagione precedente dopo aver sfiorato il suo ottavo titolo mondiale; sarebbe stato il sesto vinto al volante della Ferrari. L’ha battuto Fernando Alonso sulla Renault, già iridato nel 2005 sempre con la scuderia francese. Ora però lo spagnolo non è più alla corte di Flavio Briatore, team boss di Enstone, bensì è passato alla McLaren-Mercedes. Ha preso il posto di Kimi Raikkonen che ha ereditato il volante di Schumi a Maranello. Un valzer di sedili che ha reso il campionato ancora più interessante. A detta di molti la lotta al vertice vede due favorite, la Ferrari e la McLaren. Il Cavallino, sebbene orfano di Schumi, punta sulla coppia formata Raikkonen-Massa e può contare su una monoposto, la F2007 spinta dal V8 056, figlia del modello precedente che ha consentito a Michael di lottare sino all’ultimo round e giunta seconda tra i costruttori, battuta dalla Renault per sole 5 lunghezze. La McLaren invece dopo alcune stagioni non eclatanti ha risollevato la testa e con la MP4/22, mira ai vertici schierando un top driver come Alonso ed il rookie Lewis Hamilton, la stella nascente del Circus, campione della GP2 Series.

La lotta tra le due compagini s’accende sin dalla prima gara in Australia vinta da Raikkonen a cui seguiranno alternativamente le affermazioni dei piloti di Maranello e Woking. Anche Hamilton coglie il suo primo trionfo in F.1, nel G.P. del Canada, bissato nella corsa successiva negli Stati Uniti. Ed è proprio nel famoso catino di Indianapolis che esplode la rivalità in McLaren. Sul tratto del rettilineo d’arrivo le due Frecce d’Argento si affrontano appaiate in piena velocità. Un testa a testa emozionante che proseguirà per tutto il campionato senza esclusione di colpi, anche bassi. Di li a poco finiranno per essere separati in casa, una situazione esplosiva acuita dalla famosa “Spy Story”. E qui entriamo negli aspetti extra-sportivi. Una vicenda che condizionerà pesantemente l’epilogo della stagione. Tutto parte da Melbourne, quando la McLaren chiede alla Federazione di indagare sul fondo della F2007. Il reclamo viene respinto, ma a Maranello si chiedono come mai la concorrenza conosca certi particolari della rossa. Inizia a sorgere un fondato sospetto che in Ferrari si aggiri una spia. Un altro fatto rilevante si verifica nei giorni precedenti la trasferta a Monte Carlo. Le monoposto sono in procinto di partire ed un meccanico scopre dei residui di polverina bianca nel tubo che pesca la benzina dal fusto della Shell; una sostanza che viene ritrovata pure nella macchina di Raikkonen. Siamo al sabotaggio! Dalle telecamere a circuito chiuso si scopre che nei pressi della macchina di rifornimento c’era Nigel Stepney, il capo meccanico della rossa, nonchè braccio destro del grande stratega del Cavallino Ross Brawn. I due s’erano conosciuti ai tempi della Benetton. Ma perché Stepney si sta comportando così? Come detto sopra, nel 2007 Schumacher s’è ritirato e pure Brawn s’è preso una pausa dopo anni di stress trascorsi in pista. Tra coloro che puntano al posto di quest’ultimo in qualità di direttore tecnico c’è Stepney che però rimane a bocca asciutta. Quella carica viene ricoperta da Mario Almondo, motivo che scatena il rancore e la voglia di vendicarsi da parte di Nigel. A seguito di una perquisizione, i carabinieri del Ris trovano dei granuli di quella polvere nelle tasche del sospettato.

Le indagini continuano ed emerge che Stepney ha passato documenti riservatissimi contenenti dati tecnici sui progetti 2007 e 2008 a Mike Coughlan, capo progettista a Woking. In un’atmosfera carica di veleni, sarà un susseguirsi di colpi di scena che destabilizzeranno la McLaren. Pure i piloti verranno coinvolti ,il Presidente Fia Max Mosley è perentorio chiedendo loro di collaborare altrimenti saranno guai. Alonso si mette a disposizione degli organi federali inguaiando i vertici del team anglo-tedesco. L’asturiano infatti, è stato ingaggiato con lo status di prima guida e non tollera di venir messo alle corde dal giovane Hamilton, il quale gode della simpatia del team essendo inglese. Inoltre ci sono pure ragioni legate al marketing. In caso di vittoria finale, Hamilton sarebbe il primo driver di colore a diventare iridato con tutti i vantaggi pubblicitari del caso. La guerra fra i due galletti ha il suo apice nelle qualifiche del G.P. d’Ungheria con lo spagnolo che per difendere la pole, ostacola l’inglese in pit-lane negli ultimi istanti della Q3. La “Spy Sotry” intanto si complica passando dalla giustizia sportiva a quella ordinaria e la trasferta di Monza arriva proprio nel momento clou dello scandalo e della lotta mondiale. Nella classifica piloti, Hamilton è primo con 84 punti, seguito da Alonso (79), Massa (69) e Raikkonen (68). Tra i costruttori la McLaren è davanti alla Ferrari: 163 a 137. Hamilton incalzato dai media difende la sua squadra:” Conosco bene la gente che lavora alla McLaren e ritengo che siano stati giudicati in maniera non onesta.” Nelle libere 1 Raikkonen e Massa svettano davanti al due McLaren, che saranno le più rapide nel pomeriggio rispettivamente con Alonso davanti ad Hamilton. Il sabato si apre con un brivido di paura nel clan Ferrari. Durante le libere 3, Raikkonen è protagonista di una paurosa uscita di pista all’ingresso della Variante Ascari. Mentre viaggia a circa 330 km/h, la sua F2007 si scompone in frenata con le ruote posteriori bloccate, urta violentemente il muretto per poi terminare la sua corsa contro le gomme di protezione. Per sua fortuna il finnico è illeso, lamenta soltanto un indolenzimento al collo. La vettura invece subisce gravi danni e Kimi si vede costretto a disputare qualifiche e gara con il muletto dotato però del motore titolare, in modo da non subire alcuna penalità. Più tardi trapelerà che all’origine dello schianto sarebbe stato un errore del pilota con il regolatore di frenata.

Nelle qualifiche pomeridiane sono ancora le Frecce d’Argento ad imporre il loro passo. Alonso resta primo anche nella Q3 essendo l’unico a scendere sotto il muro del minuto e 22, prestazione che gli garantisce la pole. Dietro di lui si piazza Hamilton, poi Massa, Heidfeld sulla Bmw e Raikkonen. Il finlandese ancora dolorante per i postumi del botto rassicura:” L’incidente non mi ha aiutato, ma nemmeno troppo danneggiato. Devo essere tra i primi alla prima curva e poi me la gioco…”. Parecchio fiducioso è Massa, reduce dal successo due settimane prima in Turchia che nonostante il terzo crono a 6 decimi dalla pole dichiara:” Come bilanciamento la vettura è a posto ed in gara sfrutteremo tutte le possibilità per lottare al vertice. Abbiamo una buona strategia che regoleremo in funzione di quella McLaren. Al via ci sarà una gran battaglia in prima variante e da lì si determinerà il resto della corsa.” Alonso, da poleman, non si sbilancia più di tanto:” Ho la possibilità di vincere.” La scuderia anglo-tedesca, monopolizzando la prima fila ha ottime possibilità di successo, ma non dimentichiamoci la faida in corso tra i due galletti. Malgrado le prestazioni, il clima che si respira nel box McLaren non è affatto disteso, anzi. Prima dell’inizio delle qualifiche infatti, alcuni agenti della polizia postale e carabinieri notificano sette avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Modena. I destinatari sono personaggi di spicco a Woking: parliamo di Dennis, Whitmarsch numero due del team, Lowe responsabile degli ingegneri, Neale, Taylor e Coughlan (quest’ultimo sospeso dal proprio incarico). Nella lista rientra anche Stepney, che è stato licenziato. I capi d’imputazione sono quattro, ovvero: rivelazione di segreto industriale, frode sportiva, appropriazione indebita e duplicazione abusiva della banca dati. Uno sviluppo inatteso che mette la scuderia anglo-tedesca in una posizione decisamente sfavorevole in vista della convocazione del Consiglio Mondiale che si terrà a Parigi il 13 settembre. Eloquente e colorita la battuta di Bernie Ecclestone, boss del Circus:” Quello che sta accadendo in F.1 è simile ad un’orgia in cui tutti si buttano addosso a tutti.” E’ in questo scenario atipico che ha luogo il 78esimo Gran Premio d’Italia, in cui i risvolti giudiziari catalizzano l’attenzione più di quelli agonistici. Al via è Alonso ad andare in testa, mentre Massa partito benissimo sopravanza Hamilton che cerca invano di chiuderlo. Il leader del mondiale però ha un nuovo guizzo che gli permette di prendersi la seconda piazza dopo un leggero contatto col ferrarista, in cui deve tagliare la prima variante per evitare il peggio. Per la direzione gara è tutto regolare. Alle spalle dei primi tre, Raikkonen procede con alle spalle Haidfeld, Kubica (sulla seconda BMW) e Kovalainen (Renault). La Safety Car entra in azione dal secondo passaggio per quattro tornate, a causa di Coulthard finito contro le protezioni alla Curva Biassono per un problema meccanico sulla sua Red Bull-Renault. Non appena si riparte il popolo ferrarista vede svanire i pochi sogni di vittoria. Massa torna inaspettatamente ai box ed alza bandiera bianca il giro dopo tradito dalla sospensione sinistra. Fuori Felipe, Kimi sale terzo che però si trova circa 10” secondi dalle Frecce d’Argento. Ed arriviamo al momento delle soste. Hamilton è il primo a fermarsi, due passaggi dopo tocca ad Alonso cedendo il comando a Raikkonen. Il ferrarista effettuerà il suo unico pit-stop al 25esimo dei 53 giri previsti e rientrerà alle spalle della coppia McLaren. Alonso è sempre davanti e aumenta il ritmo sul compagno, costruendosi un buon margine per la seconda fermata che avviene dopo quella di Hamilton.

Bravo il rookie a ripigliarsi la seconda posizione dopo la sosta con un gran sorpasso su Raikkonen all’ingresso della prima variante. Sarà questa l’ultima emozione offerta dal G.P. che saluta il trionfo di Alonso (suo anche il giro più veloce) nel giorno della sua 100esima gara in F.1 e che non s’era mai imposto a Monza. Hamilton completa la doppietta McLaren, quarta stagionale e prima nella sua storia nel “Tempio della Velocità”. Terzo è lo stoico Raikkonen per la gioia dei suoi fans giunti dalla Finlandia, tra questi un gruppo mascherato da gorilla inquadrato sulle tribune dalle telecamere. A ridosso del podio chiudono le Bmw di Heidfeld e Kubica che precedono la Williams del giovane promettente Nico Rosberg, figlio di Keke iridato nel 1981 anch’egli al volante di una monoposto di Sir Frank. Al box dei vincitori non c’è però l’euforia che dovrebbe accompagnare un week-end da dominatori. L’apprensione per quello accadrà a Parigi fra pochi giorni è tanta.

A testimoniarlo è un provato Ron Dennis, che appena le sue vetture tagliano il traguardo viene ripreso dalla tv mentre si abbandona ad un pianto liberatorio abbracciando l’affascinante moglie Lisa.” Sono molto contento. Credo sia tutto, abbiamo già parlato in pista.” Il manager è telegrafico, in uno stato d’animo che tradisce la sua fama di duro. In virtù dell’ordine d’arrivo, nella graduatoria piloti Hamilton a quota 92 vede Alonso avvicinarsi a 89, Raikkonen sale a 74, mentre Massa resta fermo a 69. Tra i costruttori la McLaren allunga, i punti all’attivo sono 166 contro i 143 della Ferrari. A quattro round dalla fine, Monza rappresentava una ghiotta occasione per Cavallino di guadagnare terreno sui rivali che invece si allontanano. A differenza di Dennis, Alonso sebbene sia salito sul gradino più alto del podio commenta con freddezza il risultato:” Per me conta solo il mondiale piloti.” Un atteggiamento che la dice lunga sulla spaccatura prodottasi tra lui ed il team. A coloro che lo reputano un traditore l’iberico aveva replicato:” Ho solo risposto alla Fia con onestà e professionalità. Non avevo altra scelta.”. Hamilton da leader iridato spiega il sorpasso su Raikkonen:” Sapevo che con un treno di gomme fresche avevo al massimo un paio di passaggi prima che le prestazioni calassero. Così al primo giro ho chiuso il gap per sferrare l’attacco. Credevo di passare Kimi sul rettilineo, invece ho dovuto attendere la staccata. Lui ha provato a chiudermi ed è stato corretto, in verità non credevo di riuscire a fare la curva.” Raikkonen dal canto suo confessa di non aver corso nella forma migliore. La strategia scelta di una sosta aveva prodotto i suoi frutti issandolo al secondo posto, poi però Hamilton l’ha freddato.:” Pur sapendo che con i nuovi pneumatici, Lewis sarebbe stato più veloce di me – dice il finnico – devo ammettere che l’attacco mi ha un po’ sorpreso. Ho fatto il possibile per resistere, ma non più di tanto. Purtroppo ogni volta che frenavo avvertivo dolore al collo per l’incidente di sabato e non ho potuto alzare bene la testa per controllare le mosse di Hamilton.” Ed in merito al mondiale non perde le speranze:” Ci possono essere ancora possibilità, può sempre succedere qualcosa. A Spa (gara in programma la domenica successiva) il confronto con la McLaren sarà a favore nostro.” Medesima opinione anche per Massa:” In Ungheria siamo usciti distrutti e poi in Turchia ci siamo rifatti. La battaglia non è finita e cercheremo di alzare la testa già dal Belgio.” E riparlando della gara afferma:” In partenza sono arrivato prima io in fondo al rettilineo, ma Hamilton ha tagliato la chicane tornando secondo. Ci siamo toccati e non so se la sua azione sia stata regolare. I problemi sono venuti dopo. Alla Ascari ho sentito la macchina abbassarsi dietro, ho pensato che fosse un problema di gomme e sono andato ai box per cambiarle. Purtroppo s’era rotta la sospensione posteriore.” In merito ad eventuali decisioni sulla scelta di chi potrà essere promosso pilota di punta nell’inseguimento alla McLaren, il team principal Jean Todt ribadisce che per ora nulla è stato deciso aggiungendo:” Semmai ci penseremo tra un paio di gare, sperando che ve ne sia bisogno.” Dunque McLaren-Mercedes apparentemente favorita, attenzione però: sui risultati pende sempre la decisione di Parigi. Una spada di Damocle che giovedì 13 si trasforma in una ghigliottina, del resto la sede della Fia si trova proprio in Place de la Concorde.

Dopo una riunione durata sette ore, il Consiglio Mondiale Fia riconosce la McLaren colpevole e la punisce con la multa più alta della storia: ben 72 milioni di dollari. A cui si somma la perdita dei punti conquistati nel mondiale costruttori, dando via libera al Cavallino verso la conquista del titolo marche. Vengono risparmiati i piloti che restano in testa al campionato. Todt commenta soddisfatto:” E’ stata riconosciuta l’illegalità”. Il Presidente della Ferrari Montezemolo invece che aveva invocato a gran voce la verità sul caso, sperava anche in una sanzione sui piloti. Parla attraverso il suo addetto stampa facendo sapere che l’importante era far emergere il comportamento illegale dei colpevoli. Di opinione contraria, come logico, la controparte.:” E’ un’ingiustizia – ribatte Dennis – non accetto che la nostra  reputazione sia lesa in questo modo. E’ importante però – prosegue il team boss inglese – che potremo correre il prossimo weekend a Spa, quelli successivi e le altre stagioni. Per vincere.” Il rischio di una pesante squalifica era concreto, tant’è che qualche giornale parla di stangatina. In effetti squalificare Hamilton ed Alonso consegnando pure il mondiale conduttori al Cavallino, avrebbe gravato pure sugl’interessi della Formula Uno. Che impatto avrebbe avuto sugli ascolti e le presenze di spettatori nelle ultime gare di campionato? Un rischio di perdite economiche tangibili che non avrebbe fatto piacere ad Ecclestone, sempre attento al portafoglio. Dunque il mondiale prosegue, ma è indubbio che il verdetto di Parigi avrebbe prodotto i suoi effetti. In Belgio le rosse firmano l’uno-due davanti alle McLaren. Hamilton replica con un successo in Giappone, ma in Cina Raikkonen bissa il successo ottenuto a Spa, mentre Hamilton si ritira in modo rocambolesco sprecando il match-point: un autogol del suo pit-wall che difficilmente si riesce a capire. Quando il 21 ottobre si arriva in Brasile, ad Interlagos, per la battaglia finale, la classifica recita: Hamilton 107, Alonso 103, Raikkonen 100. Una lotta a tre col terzo incomodo.

Per conquistare il titolo il ferrarista deve assolutamente vincere, ma a differenza dei rivali, Kimi può contare sull’aiuto di Massa, un vantaggio non da poco. Per contro per laurearsi campione a Lewis basta un quinto posto, Raikkonen ed Alonso invece devono assolutamente vincere. Sulla pista di casa Massa sigla la pole, Hamilton è subito dietro, Raikkonen ed Alonso sono in seconda fila. Allo start il brasiliano va in testa mentre Hamilton esita facendosi superare da Raikkonen e da Alonso. Tra le due Frecce d’argento, vi sono scintille alla prima curve, tanto che l’inglese viene risucchiato dal gruppo. La sfortuna però si accanisce ancora su Lewis, quando la sua monoposto è vittima di un black-out che manda il motore in folle. Un mezzo giro a passo d’uomo e la sua MP4/22 rinasce dopo un reset e comincia la rimonta impossibile, dalle retrovie. Intanto davanti, le rosse fanno il vuoto con Massa e Raikkonen. Poi a 20 tornate dalla fine, il brasiliano rallenta durante la 2^ sosta, permettendo al finnico di passare in testa. Dietro, Hamilton risale come un forsennato, ma lo sforzo sarà vano. Raikkonen taglia così il traguardo da trionfatore, seguito da Massa e Alonso, ma la felicità per l’iride appena conquistata dura poco. L’ordine d’arrivo potrebbe essere modificato: Rosberg, Kubica e Heidfeld, rispettivamente 4°, 5° e 6°, potrebbero essere squalificati, per la temperatura troppa bassa della benzina. Se così fosse, Hamilton si ritroverebbe 4°, guadagnando i punti necessari per soffiare il titolo a Raikkonen. Sono ore al cardiopalma quelle che vivono la Ferrari ed i suoi tifosi, poi quando in Italia è da poco passata l’1’35’, arriva il verdetto finale. I commissari hanno prosciolto i tre imputati per mancanza di elementi sufficienti per applicare la punizione. Al box della rossa, si può quindi festeggiare il 15° titolo piloti della storia del Cavallino. A Kimi Raikkonen, l’uomo di ghiaccio, grazie al suo talento va il giusto merito per aver fugato tutti quei dubbi alimentati dal dopo Schumacher. Alonso lascerà Woking per tornare in Renault, Hamilton invece resterà e nel 2008, sempre ad Interlagos sulla freccia d’Argento, befferà Massa soffiandogli la corona iridata all’ultimo giro. E proprio su questo epilogo, tempo dopo, Mosley avrà modo di riparlare della sentenza di Parigi:” Avremmo dovuto squalificare la McLaren non solo nel 2007, ma anche nel 2008. C’è una mail tra i capi dei rispettivi progetti in cui fanno riferimenti alla talpa in Ferrari ed un’altra di Dennis in cui da istruzioni di non usare un certo tipo di cambio, fino a quando la grana con la Fia era aperta. E quel campionato, la McLaren l’ha vinto per un punto con Hamilton:”.

Immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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