Formula 1

Published on Settembre 5th, 2022 | by Massimo Campi

0

G.P. d’Italia 1992 – 13 settembre 1992

 

Di Carlo Baffi

La stagione 1992 arriva all’appuntamento di Monza, tredicesimo del mondiale in cui si celebrano i 70 anni del “Tempio della Velocità”, con Nigel Mansell nella veste di nuovo Campione del Mondo. Il britannico, classe 1953, ha conquistato matematicamente il titolo in Ungheria, con ben cinque gare d’anticipo. La sua guida irruente ben si combina con la monoposto a disposizione, la Williams FW14B spinta dal V10 Renault. Una vettura progettata da tecnici geniali come Patrick Head ed Adrian Newey (giovane ingegnere messosi in luce alla March) rivelatisi quasi invincibile. Nel mondiale costruttori la compagine di “Sir Frank” è prima con un ampio margine sui team rivali. Il ruolino di marcia del “Leone” inglese è eloquente: 8 vittorie e 3 secondi posti, praticamente un dominio assoluto. Eppure il momento di gloria è stato guastato dai problemi in merito al proseguimento del suo rapporto con la scuderia. Al torneo di golf nel Parco di Monza, riservato ai vip nei giorni precedenti il G.P. d’Italia, Mansell si sfoga coi giornalisti ammettendo:” E’ vero, in questo momento il mio feeling con la Williams non è molto buono.

Potrei correre ancora oppure smettere. Prenderò una decisione nei prossimi giorni dopo il G.P. d’Italia, che intendo disputare con una grande gara, perché qui c’è un’atmosfera unica al mondo.” Una querelle che prosegue anche durante le prove libere e le qualifiche, con Ron Dennis a colloquio con Nigel, intento ad offrirgli il volante della McLaren. Dimostrazione che ormai il rapporto tra il neo-campione e la William è al capolinea:” Mi sento oggetto di ingiustizie – rincara il britannico – ma non riusciranno a togliermi la serenità.” Detto, fatto. Mansell sigla la sua undicesima pole stagionale precedendo Senna (McLaren-Honda), Alesi sulla Ferrari, Patrese sulla seconda FW14B, Berger (McLaren-Honda) e Schumacher (Benetton-Ford) il giovane tedesco ritenuto da tutti la futura stella del Circus. Solo settimo Ivan Capelli sull’altra rossa, alle prese con un’annata poco felice complice una macchina poco competitiva. Nel frattempo il paddock è animato da un altro tormentone, quello legato alla Andrea Moda Formula. Il team italiano di Andrea Sassetti,  arrestato per una notte nel precedente Gran Premio del Belgio, è stato escluso dal mondiale da parte della Federazione Internazionale applicando l’articolo 166 del regolamento per aver nuociuto all’immagine della massima serie. A monte del provvedimento, difficilmente la scuderia avrebbe potuto correre a Monza, causa la mancanza dei motori. L’azienda fornitrice facente capo a John Judd, aveva comunicato di non restituire i motori ricevuti per la revisione come conseguenza delle pendenze economiche. Eppure nonostante ciò, la Andrea Moda si rivolge al tribunale di Monza ottenendo dal Pretore Gianfranco D’Ajetti l’autorizzazione a prendere parte alle prove. Si presentata così in circuito dove viene respinta dal servizio d’ordine dando origine ad un’accesa discussione che richiede l’intervento delle forze dell’ordine.

Per sedare gli animi, il Vicequestore permette ai bilici di entrare, ma senza poter scaricare il materiale. Un episodio poco edificante che si conclude con un nuovo provvedimento del Pretore, che si dichiara incompetente a decidere sul caso per difetto di giurisdizione. Morale: la squadra di Sassetti rimane ferma. Ovviamente non mancano le critiche da parte di coloro che evidenziano che anche le squadre d’oltre Manica non sono esenti da comportamenti discutibili e punibili. Un esempio arriva dalla Brabham, che dopo essersi presentata all’Hungaroring con una sola monoposto, ha disertato la trasferta di Spa senza incorrere in alcuna sanzione. La domenica mattina si apre con un nuovo capitolo della vicenda Mansell. Il pilota si presenta in sala stampa e viene distribuito un suo comunicato ufficiale in cui intende fare chiarezza su quanto sta accedendo. Emerge che durante il fine settimana ungherese, aveva raggiunto un accordo di massima col team per il ’93. Peccato che alcuni giorni dopo ricevette una telefonata da parete di un dirigente Williams il quale lo informava che avrebbe dovuto rinunciare non solo all’aumento dell’ingaggio, bensì accettare una notevole riduzione del compenso, in quanto Senna si era offerto gratis pur di guidare la vettura più forte del lotto. Una mossa che delude profondamente il “Leone”, il quale più che opporsi all’arrivo del brasiliano, non accetta la decurtazione della paga. Inoltre c’è pure un terzo incomodo. La Williams è infatti ambita pure da Alain Prost, che godendo dell’appoggio della Elf, dopo un anno sabbatico intende rientrare su una monoposto competitiva per vincere la sua quarta corona. Anzi, a detta di radio box, pare che il transalpino abbia già firmato, al punto che Senna continuando a sperare di approdare a Didcot, denuncia che qualcuno si stia opponendo al suo trasferimento; l’allusione a Prost è evidente. Insomma, una situazione intricata che induce Mansell a salutare la compagnia:” Lascio un mondo con il quale non sono più in sintonia. Ringrazio la Williams, a cui ho dato tutto, per quello che ha fatto per me. Non sono pronto a lasciare le corse, le amo troppo, penso di provare, se mi vogliono nella Formula Indy.” Con questo stato d’animo, il poleman si presenta in griglia ed allo start va in testa seguito da Senna, Alesi e Patrese, mentre Schumacher è costretto a tornare ai box per sostituire il musetto danneggiato in un contatto nel corso della prima tornata.

Nel frattempo svaniscono le speranze dei tifosi del Cavallino (rispetto al passato, le presenze sono in netto calo per via delle rosse in crisi), causa il ritiro di Capelli finito in testa coda alla Parabolica e poi quello di Alesi per il cedimento del motore. Ma il vero colpo di scena arriva al ventesimo dei 53 giri della corsa. Mansell cede platealmente la leadership a Patrese che lo seguiva in seconda posizione e successivamente rallenta per un problema al sistema elettronico che controlla cambio e sospensioni. E’ il preludio al ritiro. Per Riccardo si profila la grande occasione di trionfare sulla pista di casa e centrare la prima vittoria del 1992. Nelle retrovie, si mette in luce Schumacher che risale fino al quinto posto. Intanto la Williams del padovano procede prima spedita, quand’ecco che si presenta l’inconveniente occorso a Nigel. Per Riccardo inizia un calvario che lo costringe a cedere la testa a Senna e poi vedersi superare da Brundle, dal tenace Schumacher e da Berger (partito dai box col muletto regolato per Senna): chiuderà solo quarto. E pensare che appena uscito dall’abitacolo, Mansell aveva speso parole d’incoraggiamento verso il compagno balzato davanti a tutti:” Prima del via ho detto a Riccardo che l’avrei aiutato a vincere, è il minimo che potevo fare per lui dopo quello che ha fatto per me per tutta la stagione. Lui doveva solo stare al secondo posto sino al momento giusto. Un vero peccato per Patrese autore di una grande stagione e secondo nella graduatoria piloti. La sua delusione viene raccolta dai media nel post-gara:” Problemi alle sospensioni e cambio bloccato in quarta marcia, null’altro da dire. Ma non è questo che mi rende furioso – prosegue il padovano – è la storia di Nigel ed il clima che s’è venuto a creare in un team che ha vinto tutto. Mi pare chiaro che ci sono difficoltà di gestione.” Frasi eloquenti. Anche per lui l’avventura in Williams è giunta ai titoli di coda, dal momento che l’accordo con la Benetton è cosa fatta. Diverso è l’umore di Senna:” Dopo la partenza non pensavo di poter tenere la seconda posizione, ma Nigel non è scattato velocissimo e gli sono stato dietro senza grossa fatica. Poi Patrese mi ha passato ed ho visto Mansell fermarsi e subito dopo ha rallentato anche Riccardo. E’ stata una vittoria dura, guadagnata sfruttando al meglio una situazione tecnica non esaltante.” In effetti s’è trattato di un’impresa figlia della classe del talento paulista, in grado di controllare una monoposto poco equilibrata, che nelle battute finale era perfino sulle tele. Nel bilancio complessivo del campionato la McLaren-Honda non è mai stata in grado di reggere il confronto con la Williams-Renault. Sono lontani i tempi in cui la monoposto bianco-rossa griffata Marlboro imponeva la propria legge, ragione per cui Senna cerca ad ogni costo di salire sulla Williams. Particolarmente provato anche Berger, riuscito a vedere la bandiera a scacchi:” Mi hanno potuto solo cambiare il sedile e regolare i pedali – ha spiegato l’austriaco – per il resto ho guidato una macchina con un motore regolato diversamente dal mio. Inoltre, ho deciso di spegnere il sistema antipattinamento perché invece di aiutarmi mi rallentava. Per gli amanti delle statistiche, grazie ai 13 punti guadagnati a Monza, la McLaren supera la Ferrari nella classifica dei punti acquisiti da ogni scuderia nella storia della F.1. Il team di Ron Dennis, ha ora 1757,5 punti contro i 1742,5 della rossa. Un risultato raggiunto in 375 G.P. rispetto ai 502 del Cavallino. A seguire la Lotus a quota 1326 e la Williams a 1206,5. In conclusione, ritornando a quel 1992 va sottolineato che l’indomito e coriaceo Patrese, salirà finalmente sul gradino più alto del podio due gare dopo, in Giappone. Mansell invece s’imporrà in Portagallo per poi ritirarsi due volte, prima di volare oltre oceano alla volta della F. Indy. Il suo sedile in Williams sarà preso dal “Professor” Prost. Gioco forza, Senna dovrà restare un’altra stagione con la McLaren; avrebbe varcato le porte di Didcot solo nel 1994. Nel mondiale piloti alle spalle di Mansell e Patrese, si piazzerà il giovane Schumi superando il grande Senna di tre lunghezze. Il primo pilota del Cavallino risulterà Alesi, solo in settima piazza. Capelli invece correrà ancora ad Estoril, dopodichè sarà sostituito dal collaudatore Nicola Larini. La Ferrari concluderà come quarta forza del mondiale a riprova delle deludenti prestazioni della F92A.

immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto

 

Print Friendly, PDF & Email

Tags: , , , ,


About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



Back to Top ↑