Formula 1

Published on Settembre 4th, 2022 | by Massimo Campi

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Zandvoort incorona il suo Re: Verstappen.

 

Di Carlo Baffi

Il Campione del Mondo della Red Bull bissa la vittoria di Spa e marcia sempre più spedito verso la seconda corona iridata, per la gioia di tutti i suoi fans presenti sulla pista di casa. Precede la Mercedes di Russell e la Ferrari di Leclerc che partiva in prima fila. Delusione per Hamilton finito solo quarto, vittima di una strategia sbagliata. Per Sainz, sull’altra rossa, una domenica da dimenticare. E’ finito ottavo complici due errori del team nei pit-stop ed una penalità di 5”. Nel mondiale costruttori la Red Bull vola a +135 sul Cavallino, praticamente anche questo titolo è suo.

Dieci e lode a Max Verstappen, dieci come i suoi successi nell’attuale stagione. L’ultimo l’ha siglato nel Gran Premio di casa spinto dall’entusiasmo dei 120 mila spettatori presenti, tutti suoi tifosi, che hanno colorato di arancione l’autodromo. Per lui e la Red Bull non è stata però un’affermazione stratosferica come quella mostrata a Spa. La Mercedes ha mostrato gli artigli e avrebbe potuto metterlo in difficoltà, salvo l’autogol strategico nel finale. Ma al di là di questo, l’olandese chiude definitivamente la corsa al titolo, solo la matematica tiene in gioco Sergio Perez (compagno di Max) e Charles Leclerc. I distacchi sono eloquenti: +109 dal messicano e dal monegasco, secondi a pari punti. Malgrado la pressione esercitata dall’obbligo di affermarsi nella sua Zandvoort, l’iridato 2021 ha mostrato una calma olimpica. Anche dopo un venerdì problematico con i problemi al cambio della sua RB18, che gli han fatto perdere tempo prezioso nella messa a punto in vista di qualifiche e gara. Segno della grande maturità di questo 24enne che interpreta al meglio le potenzialità della sua vettura; pare un abito cucitogli addosso su misura. Il sarto in questione è il geniale Adrian Newey. Il risultato lo si è visto nelle qualifiche del sabato pomeriggio, dove “Super Max” ha sfoderato un giro perfetto che beffando per soli 21 millesimi Leclerc.

Terzo, vicinissimo, Carlos Sainz sulla seconda F1-75. Un segnale positivo per il Cavallino chiamato a reagire dopo la batosta subita nelle Ardenne. In ripresa anche la Mercedes, rispetto all’ultimo Gran Premio. Ha siglato il quarto crono con Lewis Hamilton ed il sesto con George Russell. I due si stavano migliorando nell’ultimo tentativo della Q3, ma han dovuto alzare il piede complice le bandiere gialle per un testacoda di Sergio Perez, che ha chiuso quinto sulla Red Bull gemella. L’ennesimo episodio da cui emerge la grande differenza tra Sergio e Max. E veniamo alla gara. Toto Wolff, team boss della “Stella a Tre Punte”, convinto che la pole fosse alla portata di Lewis, nel pre-gara si sbilancia e si dice possibilista in qualcosa più del podio. Anche Binotto pare ottimista affermando di aver trovato alcune risposte dopo il recente flop:” …le si sono viste in qualifica”. Chris Horner, team-principal Red Bull, non resta cauto limitandosi a dire che sarà cruciale la partenza. Ha ragione, la prima curva è cieca e pure a ridosso del via. Il fronte gomme vede Verstappen, Leclerc e Sainz montare le soft, Hamilton e Russell le medie facendo affidamento su una strategia diversa. “Mad Max” parte col coltello fra i denti, chiude Leclerc portandosi sulla destra e prende la testa. Il monegasco si accoda, mentre dietro di lui sono scintille tra Hamilton e Sainz che arrivano ad un leggero contatto. L’inglese non forza e lo spagnolo sfila terzo. Buona la partenza di Lando Norris che passa Russell. Intanto nelle retrovie Kevin Magnussen finisce a muro sulla sua Haas-Ferrari riuscendo però a tornare in pista seppur attardato. La corsa prosegue con il Campione del Mondo davanti senza però staccare Leclerc. Ad aumentare il ritmo sono le Frecce d’Argento che si trovano bene con la mescola gialla. Hamilton guadagna su Sainz, il quale lamenta un degrado delle sue rosse. E’ il giro 5 quando il ferrarista rientra ai box insieme a Perez e qui ha la brutta sorpresa di ritrovarsi fermo perché manca la gomma posteriore sinistra. Si perde tempo, una pistola viene lasciata in un punto troppo sporgente e Perez nel ripartire gli passa sopra, fortunatamente senza conseguenze. Poco più tardi Binotto chiarirà che, Carlos è stato richiamato mentre affrontava l’ultima curva ed i meccanici non erano pronti. Un pasticcio grave che fa rientrare l’iberico in undicesima posizione dietro a Bottas e che condizionerà la sua corsa. Nel frattempo Verstappen fila via spedito facendo sapere ai propri tecnici che lo soft non hanno problemi; quelle di Leclerc invece iniziano a soffrire. E qui spunta  la problematica dell’eccessivo degrado che affligge da tempo la F1-75. Il monegasco passa alle gialle al 17esimo giro, così come Verstappen due tornate dopo. L’olandese torna in battaglia dietro Russell ed Hamilton, nuovo capofila. Alle spalle di questo trio si trovano Leclerc, Perez e Sainz. Le medie della Red Bull numero uno non ci mettono molto ad entrare in azione e così “Mad Max” si rifà sotto minaccioso, mette nel mirino Russell, spalanca il DRS e lo supera senza alcuna fatica. E con Hamilton che s’arresta per passare dalle gialle alle bianche, Verstappen ridiventa leader. Stessa scelta anche per Russell che va ai box due giri dopo. Una mossa che si rivela ben presto proficua con le W13E che rispondono bene e guadagnano terreno. Alla 37esima tornata, Hamilton si fionda all’esterno su Perez che si difende allargando la traiettoria, ripetendo il gesto fatto ad Abu Dhabi nel 2021.

Da buona guardia del corpo, quando c’è da difendere il suo capitano, “Checo” usa tutte le maniere possibili. Lewis però sa di avere un mezzo più forte, ci riprova dopo un giro ed impallina il rivale, ma per sua sfortuna si ritrova davanti Vettel appena uscito dalla pit-lane. Il quattro volte iridato diventa involontariamente un ostacolo favorendo il ritorno di Perez il quale cerca di ripigliarsi la posizione all’interno. L’inglese tiene giù il piede ed il messicano desiste, forse è in crisi con le coperture perché dopo poco viene bruciato da Russell sul rettilineo ed effettua la seconda sosta; come fa anche Sainz. Ecco però l’imprevisto. E’ la tornata 44 e le telecamere inquadrano l’Alpha Tauri di Tsunoda ferma in pista. Il giapponese è reduce dal pit-stop e via radio dice che una gomma gli è stata fissata male. Dal box gli dicono che è tutto a posto, lui riparte lentamente e torna ai box. Li, gli montano le soft, gli allacciano le cinture che aveva tolto e riparte. Fa pochissima strada e si ferma di nuovo. La direzione decide per virtual safety car. Su cosa sia accaduto al nippon resta un mistero su cui sarebbe il caso che qualcuno facesse luce. Ricordiamoci che girare in pista con le cinture slacciate è un’infrazione grave. Senza contare che la condotta del team satellite della Red Bull, ha compromesso inevitabilmente la tattica delle Mercedes che stavano guadagnando terreno. Un vantaggio per Verstappen lesto a fare la seconda fermata perdendo meno tempo. Max infatti mette subito la mescola hard, Hamilton lo marca optando per la media. Il restart ha luogo al 50esimo passaggio, la classifica è immutata con Verstappen, Hamilton, Russell, Leclerc, Perez e Ocon. Nemmeno il tempo di riprendere, che alla tornata 55 un’altra vettura si arresta sul rettilineo: è l’Alfa Romeo-Ferrari di Valtteri Bottas col motore ko. Spuntano immediatamente le bandiere gialle, proprio mentre Sainz supera l’Alpine di Ocon. Dal muretto dicono al madrileno di ridare la posizione, ma ormai l’infrazione è stata commessa. Con l’Alfa in pista interviene la safety car (con un certo ritardo) e Verstappen fa la terza sosta calzando le soft per l’ultimo stint. Si fermano anche Leclerc, Russell e Perez: i primi due tornano in lotta con la mescola rossa, il messicano con la gialla. Discutibile la scelta Mercedes, perché permette a Max di passare George. La Ferrari richiama pure Sainz e qui è servita la frittata. Carlos riparte e per non investire un meccanico che sta lavorando sulla McLaren di Norris, rallenta ostacolando Alonso. Di conseguenza il madrileno viene indagato pure per unsafe release: della serie piove sul bagnato. D’accordo, nulla da eccepire sull’operato dei commissari, è anche vero però che la corsia box di Zandvoort è troppo stretta ed è logico che sorgano delle situazioni rischiose quando il traffico diventa frenetico. Forse sarebbe d’uopo che l’impianto olandese si adatti all’esigenze del Circus, come viene imposto ad altri autodromi. Ma torniamo al Gran Premio. Hamilton è rimasto in pista davanti al gruppo e dietro la vettura di sicurezza in attesa che tutti i concorrenti si sdoppino. L’eptacampione ha un treno di medie a differenza di Verstappen, Russell e Leclerc che riprenderanno con le soft, quindi in una condizione di vantaggio. Si riparte al 61esimo passaggio e “Mad Max” non da scampo ad Hamilton. Senza nemmeno usare il DRS, lo supera ed è nuovamente primo accompagnato dal boato del pubblico. Una scena che ricorda il rocambolesco finale di Yas Marina; per Lewis è un incubo che continua. Un duro colpo per il britannico che viene superato con determinazione anche da Russell. Inutili le sue accese proteste con il muretto per non aver avuto anch’egli le soft come il suo compagno. Perduta la seconda piazza, ora Lewis zoppica e deve guardarsi anche da Leclerc. La F1-75 del monegasco raggiunge la W13E facendone un sol boccone. Un’altra mazzata per Hamilton che da aspirante primo si trova addirittura giù dal podio. Ma per lui non è finita, si profila minaccioso anche Sainz e finire quinto sarebbe un’ulteriore beffa. Il ferrarista deve però tenere a bada Perez e molla la presa. Mancano quattro giri alla bandiera a scacchi e tra i due ispanici sono scintille. Carlos usa le stesse maniere forti di Perez, lo accompagna sulla sabbia e mantiene la quinta posizione. Una fatica inutile perché nel frattempo si vede infliggere 5” di penalità, che gli rendono il finale ancora più amaro. La 34esima edizione del Gran Premio d’Olanda saluta il trionfo numero 30 di Verstappen, al quale gli manca un’affermazione per raggiungere Nigel Mansell, altro campione noto per la sua grinta. Russell si classifica secondo e Leclerc terzo, ritrovando finalmente la via del podio: più precisamente il 600esimo per il Cavallino. A seguire si piazzano, Hamilton, Perez, Alonso, Norris, Sainz (da quinto retrocesso ottavo), Ocon e Stroll. Una volta in parco chiuso iniziano le celebrazioni per “Super Max” che davanti alla tribuna indossa la bandiera dei Paesi Bassi ed abbraccia papà Jos. In suo omaggio ha colorato il casco con la grafica usata dal padre quando correva. L’intervistatore di turno è David Coulthard al quale l’orange confessa di non aver disputato una gara lineare:” E’ stato più faticoso dell’anno scorso. Con le virtual e le safety car non è stato semplice, ma abbiamo preso le decisioni giuste, come nell’ultimo pit con le soft.” E poi rivolgendosi al suo popolo dice:” Vincere in casa è sempre speciale, sono felice di essere olandese.” Soddisfatto anche Russell che dribbla un po’ le domande sulla strategia:” Con Lewis è stato un duello serrato. Ho chiesto più volte ai box di montare le soft per le sensazioni che avvertivo. La prestazione di oggi è un buon segnale che ci avvicina alla vittoria. Certo, sarebbe meglio andare più forte in qualifica.” Abbacchiato Leclerc, che ammette:” Siamo stati sfortunati con le safety-car e le Mercedes volavano con le hard, mentre noi facevamo fatica. Sono riuscito ad arrivare terzo grazie al sorpasso su Hamilton, sul quale avevo più grip.” Il box di Toto Wolff può recitare il mea-culpa per il flop strategico che ha mandato Hamilton su tutte le furie. Lewis pretendeva le gomme soft al fine di difendersi da Verstappen, quelle che il suo compagno ha voluto ed ottenuto facendo la voce grossa via radio. Per “Hammertime” non è stato così e l’ha pagata a caro prezzo. Nel giro di rientro, il sette volte campione ha manifestato la propria frustrazione via radio:” Non posso credere che mi abbiate fregato in quel modo, non avete idea di quanto sia arrabbiato in questo momento.” Wolff è provvidenzialmente intervenuto invitando Lewis a chiarire la faccenda nel de-briefing. Una soluzione che ha sortito i suoi effetti. A mente fredda l’inglese s’è scusato col team, dando colpa al nervosismo del momento.:” Ora che sono più calmo – ha concluso Hamilton – guardo il bicchiere mezzo pieno e gli aspetti positivi che ci ha fornito questa gara.” Comunque sia lo svarione commesso dagli strateghi Mercedes è pari a quelli commessi dalla Ferrari nei mesi scorsi, ciò a riprova che tutti possono sbagliare. Una fortuna per “Mad Max” e pure per i drivers del Cavallino che hanno potuto solo difendersi dalle “Frecce d’Argento”, le quali tornano a far paura. Seppur seconda tra i costruttori, la rossa ha un vantaggio di sole 30 lunghezze sui rivali di Brackley con 7 G.P. da disputare. E da quanto si è visto a Zandvoort lo stato d’allerta è d’obbligo. La F1-75 può dire la sua sul giro secco come in qualifica, ma poi in corsa subisce una metamorfosi e va in affanno. Dall’Ungheria manifesta delle criticità sul passo e con il bilanciamento che di conseguenza stressa gli pneumatici. Binotto non si nasconde e ripete che la vettura manca di velocità. Ed incalzato sul futuro cerca di essere rassicurante:” In ottica 2023, non siamo preoccupati. Lo sviluppo della monoposto procede bene ed i problemi di oggi, ci permetteranno di migliorarla.” Severa l’analisi di un amareggiato Sainz:” Dobbiamo capire perché non c’era il ritmo e perché tutte le mescole si surriscaldavano… anche le soft. In merito alla mia corsa hanno influito gli incidenti nelle soste. Inoltre nel secondo pit-stop – prosegue il madrileno – sono stato penalizzato per unsafe release quando in realtà non lo era. Ho rallentato per evitare un meccanico della McLaren, che era davanti a me.” Un elogio va ad Alonso e Norris e che hanno dato spettacolo affrontandosi a viso aperto. L’Alpine è aandata a punti anche con Ocon incrementando il gap sulla McLaren, ormai divenuta non solo avversaria in pista, bensì anche fuori con l’ingaggio della giovane promessa Oscar Piastri. Una disputa per la quale s’è fatto ricorso alle carte bollate. Bravo anche a Mick Schumacher, in particolare in qualifica dove ha strappato l’ottavo tempo. In gara è finito 13esimo, ma ha lottato senza timori contro l’esperto Vettel. Da sottolineare che il giovane tedesco sta attraversando un momento difficile, il suo futuro in F.1 è incerto ed è alla ricerca di un sedile. Sta cercando di mettersi in mostra e certe sue performance dimostrano che sta crescendo. Una bacchettata sulle mani va invece riservata a Tsunoda, che nel post-gara ha dichiarato che le sue cinture non erano slacciate, bensì “un pochino larghe”. C’è da credergli? Un ultimo pensiero è rivolto al prossimo round, il più importante per noi, ossia il Gran Premio d’Italia. Un’edizione speciale perché l’Autodromo Nazionale Monza festeggia un secolo di vita, proprio nella stagione in cui il Cavallino taglia il traguardo dei 75 anni. Una festa nella festa, che speriamo riservi un grande spettacolo con le Ferrari protagoniste.

Campionato Piloti:
1° Verstappen 310 – 2° Leclerc, Perez 201 – 4° Russell 188 – 5° Sainz 175 – 6° Hamilton 158 – 7° Norris 82 – 8° Ocon 66 – 9° Alonso 59 – 10° Bottas 46 – 11° Magnussen 22 – 12° Vettel 20 – 13° Ricciardo 19 – 14° Gasly 18 – 15°Schumacher 12 – 16° Tsunoda 11 – 17° Zhou, Stroll 5 – 19° Albon 4

Campionato Costruttori:
1^ Red Bull-Honda 511 – 2^ Ferrari 376 – 3^ Mercedes 346 – 4^ Alpine-Renault 125 – 5^ McLaren-Mercedes 101 – 6^ Sauber Alfa Romeo-Ferrari 51 – 7^ Haas-Ferrari 34 – 8^ Alpha Tauri-Honda 29 – 9^ Aston Martin-Mercedes 25 – 10^ Williams-Mercedes 4

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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