Formula 1

Published on Settembre 4th, 2022 | by Massimo Campi

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G.P. d’Italia 1982 – 12 settembre 1982

 

Di Carlo Baffi

La stagione 1982 è ricordata come una delle più tristi del Circus. Ben due incidenti mortali sconvolgono il campionato causando la scomparsa del mitico Gilles Villeneuve il funambolo della Ferrari e di Riccardo Paletti, giovane esordiente al volante dell’Osella. Purtroppo si registra pure il drammatico schianto di Didier Pironi, che pone fine alla sua carriera. Un duro colpo per il Cavallino, proprio nell’anno in cui può contare su una monoposto molto efficace, ovvero la 126 C2 spinta dal motore V6 turbo. Complice la perdita dei due piloti titolari a stagione iniziata, arriva Patrick Tambay il quale però comincia a lamentare un’infiammazione cervico-brachiale che mette a rischio la sua partecipazione ad alcune gare. Enzo Ferrari allora, temendo di restare senza piloti, decide di tornare sul mercato e la scelta ricade su una sua vecchia conoscenza: Mario Andretti. Nel suo volume “Piloti che gente”, il Drake scrisse di lui:” Coraggioso e generoso, serio professionista, istriano d’origine, idolo d’America. A lui ho subito pensato nel 1977 come al pilota del “dopo Lauda”, ma con molto rammarico di entrambi non fu possibile.” Mai dire mai però ed ecco che :”…dopo essere restati privi di Villeneuve e Pironi e con Tambay sofferente  – raccontò sempr Ferrari –  lo chiamai per il Gran Premio d’Italia e lui con la consueta prontezza arrivò.” Infatti “Super Mario” riceve la chiamata poco prima della gara e si precipita a Maranello. Si tratta di un gradito ritorno, perché Andretti aveva varcato i cancelli di quel luogo magico già nel 1970, ingaggiato per le gare di durata. E nel 1971, sulla 312B, centrò il suo primo successo in F.1, nel G.P. del Sud Africa. “Come si fa a non essere contenti quando si affida per la prima volta una macchina ad un pilota che la porta subito alla vittoria?” – fu questo il commento compiaciuto del Drake. Andretti restò a Maranello sino al ’72, per poi passare alla modesta Parnelli e tornare ai vertici con la Lotus. Ma torniamo al 1982. L’italo-americano è ben felice di accettare la proposta del Commendatore, sebbene sia un po’ a digiuno della F.1. Però il valore di “Piedone” è indiscusso ed in coppia con Tambay potrebbe portare punti preziosi in prospettiva del Campionato Costruttori dove la Ferrari è in testa. Alla vigilia della trasferta italiana, penultima tappa del mondiale, il Cavallino ha 64 punti, quattro più della McLaren e nove più della Williams. C’è poi una questione commerciale da tenere in considerazione: i concessionari americani caldeggiano particolarmente la candidatura di Andretti e a Maranello sanno quanto sia importante il mercato a stelle e strisce. Così il 3 settembre i giornali pubblicano la tanto attesa notizia “Arriva Andretti !”. Quello stesso giorno Mario atterra all’aeroporto della Malpensa gremito di fans e cronisti intorno alle 10 col volo Alitalia 601, proveniente da New York. Ferrari lo accoglie a Maranello con molto affetto e data l’ora di pranzo lo invita al celebre ristorante “Il Cavallino”.  Segue una visita al reparto corse per l’adattamento del sedile e i primi giri sulla monoposto a Fiorano verso le 19. Andretti effettua soltanto tredici tornate con un tempo di tutto rispetto, considerando le ore passate in viaggio. I test sulla 126C2 proseguono il giorno dopo per un totale di 60 giri con crono eccellenti, sotto gli occhi di quasi 10 mila appassionati. Dopo la pausa domenicale, il lunedì è in programma una simulazione di gara in cui il 42enne può saggiare sia la vettura con cambio longitudinale, che quella con cambio trasversale. Il mercoledì anche Tambay, non più dolorante, partecipa ai collaudi e nel confronto diretto risulta di 7 centesimi più lento dell’italo-americano. Dunque, tutto è pronto per Monza. Il venerdì mattina prendono o il via le prime prove non cronometrate e nella sessione pomeridiana Tambay sigla il miglior tempo abbassando di oltre 4 secondi il record in prova stabilito da Arnoux nell’81. Andretti invece non va oltre il sesto posto lamentando problemi di traffico a Lesmo, ma elogia la rossa definendola stabile, facile da guidare e potente:” …in gara ci sarà proprio da divertirsi.” Nell’ultima sessione cronometrata del sabato, è ancora Tambay ad essere protagonista nelle prime battute facendo registrare il miglior crono, ma la felicità al box del Cavallino viene subito soffocata dal gran giro di Nelson Piquet, il campione del mondo uscente sulla Brabham-Bmw Una prestazione che pare insuperabile, quando ad un quarto d’ora dalla bandiera a scacchi scende in pista “Piedone”. Dopo il giro di lancio la sua rossa percorre traiettorie perfette dalla Roggia alle Curve di Lesmo, dall’Ascari alla Parabolica, fino a tagliare il traguardo e fermare le lancette sul tempo di 1’28”43, che proietta davanti a tutti la Ferrari numero 28. Già, 28 come il giorno della nascita di Mario. Immediatamente lo speaker annuncia il giro-record e sulle tribune esplose la gioia dei 70 mila paganti accorsi a Monza. Al box del Cavallino, Mauro Forghieri spicca un salto di gioia con conseguente caduta dei suoi immancabili occhiali: pazienza, per un’impresa così questo ed altro. Una volta tornato nel motorhome Ferrari dove regna l’euforia, Andretti riceve i complimenti di Tambay, finito terzo alle spalle di Piquet:” …sei stato davvero bravo, ti invidio…” gli confessa il parigino. Il poleman è ancora incredulo di quanto accaduto:” Non mi par vero, proprio qui a Monza, è una cosa fantastica. Certo che mai in vita mia ho guidato una vettura tanto efficace e tanto facile.” Smaltite le emozioni, Mario risponde alle domande incalzanti dei giornalisti sulle previsioni per la gara.” Non andrò subito all’attacco, con il pieno è inutile tirare a fondo e prendere rischi. Io voglio arrivare. E’ tagliando il traguardo che si vincono le gare.” Intanto intorno al caravan i tifosi della rossa sono incontenibili e continuano a scandire il nome di “Super Mario”. E’ allora che un soddisfatto Forghieri libera il suo pilota dicendogli:” Va in pasto alla folla.” Da segnalare che quel sabato quattro piloti oltre ad Andretti, fanno registrare velocità superiori ai 300 chilometri orari; non a caso si sta correndo nel “Tempio della Velocità”. Dunque, la griglia vede in prima fila Andretti e Piquet, a seguire Tambay e Patrese, Prost e Arnoux. Solo settimo è Keke Rosberg, ovvero il leader della classifica piloti a quota 42. Fuori gioco Pironi (secondo a 39), gli avversari più vicini sono Prost (31), Watson e Lauda (30). Keke, finlandese, classe 1948 è alla sua prima stagione in Williams e grazie a dei piazzamenti costanti ha concrete possibilità di far suo il campionato. La domenica l’Autodromo di Monza è stracolmo, il sogno di vedere trionfare una rossa ha richiamato in massa il popolo ferrarista. In tribuna centrale è presente anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, reduce dal trionfo azzurro ai Mondiali di calcio in Spagna. Peccato che il grande entusiasmo si smorzi sin dal via. Piquet brucia Andretti e prende il comando seguito da Tambay e Arnoux.

La leadership del brasiliano è però brevissima, viene sopravanzato da Tambay che a sua volta viene infilato da Arnoux alla Parabolica. Il transalpino fa il vuoto a bordo della sua Renault RE30B ed in partica il 54esimo Gran Premio non riserverà altre emozioni. Le due 126C2 inseguiranno il capofila, ma col passare dei giri le chances di vittoria per il Cavallino andranno via via diminuendo. Tambay giunto secondo non nasconderà il suo rammarico:” Potevo vincere, mi ha tradito una minigonna che si è usurata più del previsto. In Parabolica ed all’Ascari non riuscivo a tenere la traiettoria”. D’altronde la sua piazza d’onore è da ritenersi un ottimo risultato, dal momento che in mattinata durante il warm-up ha patito la rottura del motore ed i meccanici hanno dovuto montare in extremis un nuovo propulsore per la gara. Qualche rimpianto ce l’ha pure Mario Andretti, salito sul terzo gradino del podio:” Al via mi sono trovato sulla vernice della linea di partenza, le gomme hanno pattinato un po’ e non sono partito come avrei voluto. Poi – aggiunge il ferrarista – ho avuto un problema all’acceleratore che non andava sino in fondo, ma col passare dei giri l’inconveniente è quasi scomparso.” Pertini lascia Monza con una battuta ironica in onore del vincitore francese:” Ha vinto Mitterand.” Il successo di Renè è ben accolto dal pubblico italiano, visto che è stato ufficializzato il suo passaggio a Maranello per il 1983. Inoltre il Cavallino, pur non avendo vinto se ne torna a casa con 10 punti in più nella graduatoria costruttori che gli consentono di allungare il passo sulla concorrenza ad un solo round dalla fine del mondiale: il Gran Premio di Las Vegas in programma sabato 25 settembre, L’avventura in rosso di Andretti, proseguirà anche nella città del gioco d’azzardo, malgrado sia impegnato nella Cart per il giorno 26. I suoi sponsor troveranno comunque un accordo con la Ferrari e con gli organizzatori americani in virtù del quale “Super Mario” parteciperà ad entrambe le manifestazioni. Nella gara  del Michigan partirà dall’ultima fila, non potendo disputare le qualifiche. Sicuramente una doppia fatica, ma dopo quanto dimostrato nella settimana monzese per “Piedone” non è un problema insormontabile. Morale: a Las Vegas dove vincerà Michele Alboreto su Tyrrell, Andretti scatterà col settimo tempo e durante il 26° passaggio sarà vittima di un problema alla sospensione posteriore che lo metterà ko. Tambay non partirà nemmeno, complice il riacutizzarsi del suo dolore articolare, ma la rossa conquisterà ugualmente il Mondiale Costruttori. La corona iridata finirà sulla testa di Rosberg giunto quinto. L’unico avversario che avrebbe potuto soffiargliela era John Watson costretto a vincere e che invece chiuderà secondo. Keke sarà il primo finnico iridato del Circus. Al suo attivo, in quel mondiale, vanterà una sola affermazione, nel Gran Premio di Svizzera corso per l’occasione sul tracciato francese di Digione. In realtà avrebbero potuto essere due, ma in Austria è stato preceduto dalla Lotus-Cosworth di Elio De Angelis, al termine di una volata memorabile. Ritornando ad Andretti, appena sceso dalla 126C2 dopo il suo ultimo Gran Premio, volerà alla volta del Michigan International Speedway dove nel “Detroit News Grand Prix” sarà secondo a 13” da Bobby Rahal, precedendo Geoff Brabham, figlio del grande Jack (a fine stagione, “Super Mario” sarà terzo nella Cart). Insomma un epilogo più che positivo di un tour de force che avrebbe arricchito di nuove pagine la carriera di un asso del volante, non a caso soprannominato “Piedone”.

Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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