Published on Luglio 29th, 2022 | by Massimo Campi
0Hamilton-Alonso: faida a Budapest.
Di Carlo Baffi
Quindici anni fa nelle qualifiche del G.P. d’Ungheria si verificò la rottura tra lo spagnolo ed il britannico, compagni di squadra alla McLaren-Mercedes. Un annus horribilis per il team anglo-tedesco travolto dalla spy-story che comportò l’esclusione dal Mondiale Costruttori.
Hungaroring, 4 agosto 2007. Mancano 2’19” alla fine della terza sessione delle qualifiche del GP di Ungheria, quando Fernando Alonso rientra ai box per il cambio gomme. Ha il secondo tempo e cerca di sferrare l’attacco al leader provvisorio, Lewis Hamilton, suo compagno alla McLaren-Mercedes, alla sua prima stagione in F.1 e già in grado di insidiare i top driver. Trascorrono i secondi, vengono montate le coperture, si alza il “lecca-lecca”, così come le braccia dei meccanici: Alonso può riprendere la pista. Ma stranamente rimane fermo. Restano ormai 1’50” alla fine della Q3, quando al box sopraggiunge Hamilton. L’asturiano incurante lo blocca per 9”, dopodiché riparte. Un ritardo che però fa sì che quando l’inglese rientra in pista manchino solo 1’35” alla fine, costringendolo ad accelerare i tempi strapazzando le gomme a mescola morbida senza portarle in temperatura. In sostanza deve difendere la pole nel giro di lancio, una missione che si rivela impossibile, perché Lewis transita sul traguardo pigliando la bandiera a scacchi dovendo di conseguenza abortire il giro veloce. Alonso invece, nel suo ultimo tentativo, sigla il miglior tempo con 1’19”674, beffando il britannico per un decimo abbondante. Missione compiuta! E’ l’atto che sancisce la rottura definitiva tra i due piloti. In realtà le schermaglie erano iniziate sin dalla prima in Australia, quando allo spegnimento dei semafori Hamilton aveva superato senza tanti complimenti il compagno. Erano proseguite a Monte Carlo con alcune dichiarazioni del britannico, giunto secondo alle spalle dello spagnolo, in cui sottolineava che doveva coesistere in una situazione in cui sulla sua auto c’era il numero due, per cui ricopriva il ruolo di secondo pilota. A detta di alcuni rumors pare che Dennis avesse congelato le posizioni quando il rookie poteva diventare il nuovo leader della gara. Poi a Indianapolis, i due “galletti” furono protagonisti di un duello ruota a ruota in piena velocità sul rettilineo del celebre Motor Speedway ed alla fine fu Lewis a trionfare. Insomma una brutta tegola per il team anglo-tedesco, già dilaniato al suo interno dalle forti polemiche originate dalla “spy-story”. Una vicenda squallida di spionaggio industriale esplosa nei primi giorni di luglio, quando la McLaren annuncia ufficialmente che un membro di primo livello del suo staff tecnico, il progettista Mike Coughlan, è stato sospeso perché trovato in possesso di materiale riservato della Ferrari. Progetti arrivati direttamente da Maranello, trafugati da Nigel Stepney capo meccanico della rossa. Da lì in poi non mancheranno i colpi di scena coinvolgendo la giustizia ordinaria, la FIA, fantomatiche copisterie d’oltre Manica e ovviamente i vertici delle due scuderie avversarie dirette nel mondiale. Ma torniamo all’Hungaroring. I meccanici McLaren applaudono l’impresa dei loro piloti, che hanno monopolizzato la prima fila, ma al pit-wall gli animi sono roventi. Ron Dennis, dopo aver gettato con stizza le proprie cuffie, blocca Fabrizio Borra il preparatore personale di Alonso e gli sussurra qualcosa nell’orecchio, il tutto davanti alle telecamere della FOM. I due camminano lungo la pit-lane con il team principal inglese che mette una mano sulla spalla di Borra e si dirigono verso il parco chiuso in attesa dell’arrivo dei loro piloti. Più tardi, sarà lo stesso Borra, a rivelare che Dennis gli ha chiesto di calmare Fernando, mentre lui avrebbe provveduto a quietare Hamilton.
In conferenza stampa, se Alonso parla di un piccolo problema, Hamilton è lapidario:“ Avete visto tutti cosa è successo, bisognerebbe chiedere al team perchĂ© non sono passato.” Per contro Dennis, difende lo spagnolo: “Non ha fatto niente di irregolare”. Precisando che i suoi ingegneri consultando i monitor collegati al GPS, avevano rilevato un intenso traffico in pista, per cui hanno fatto attendere il pilota. Però dal racconto di Dennis emerge un altro fatto curioso. ”Avevamo deciso che a Budapest, all’inizio dell’ultima sessione, doveva entrare in pista per primo Alonso. Invece è uscito Hamilton, che poi s’è guardato bene dal cedere la strada al compagno. Nell’ultimo quarto d’ora infatti, tutti i piloti cercano di percorre piĂą giri possibili, ma per ragioni di tempo non sempre entrambe le vetture di un team riescono a giocarsi i treni di gomme. Da qui la decisione per l’alternanza. Ecco quindi spiegata la vendetta di Alonso, che innervosito pure da un primo cambio di pneumatici in cui la termocoperta è rimasta incastrata alla sospensione anteriore destra, si ripresenta ai box e nota che i meccanici gli montano ancora pneumatici duri e usati. Per Hamilton invece sono pronte le mescole soffici destinate a lui. Alonso gioca quindi d’astuzia, chiede spiegazioni via radio e si lamenta perdendo tempo. “Io per ripartire ascolto gli ingegneri in cuffia – dice Alonso – sono loro che mi fanno il conto alla rovescia. Io ero in macchina pronto, aspettavo il via. Si, forse c’è stato uno strano ritardo, ma certi pit-stop durano 10”, altri 20, altri 45.” Sta di fatto che la direzione gara intende vederci chiaro e convoca i protagonisti per far luce sull’accaduto. Il primo a deporre è Hamilton che attacca sia il compagno che la squadra, sostenendo di essere stato danneggiato, da quella sosta incriminata. Ma come mai il pupillo di Ron Dennis, si rivolta contro il suo mentore? Secondo indiscrezioni, sarebbero sorti dei problemi dopo che la McLaren, ha rimarcato l’assidua presenza nel box del fratello e del padre di Lewis. E non ultimo la richiesta di un aumento d’ingaggio fatta dal rookie, paventando la munifica offerta ricevuta da una scuderia rivale. Atteggiamento non tollerato da Dennis che davanti ai commissari difende l’operato di Alonso. Il processo prosegue fino alle 22, poi a mezzanotte arriva la sentenza. Alonso e la McLaren vengono riconosciuti colpevoli di aver arrecato “pregiudizio” agli interessi degli sport motoristici in generale. Per punizione lo spagnolo viene retrocesso di cinque posizioni, mentre il team non prenderĂ punti in classifica costruttori. Hamilton è il nuovo poleman! La McLaren ovviamente non ci sta e dopo aver annunciato l’appello, emette un duro comunicato in cui contesta la sentenza, sottolineando che gli sforzi per mantenere uno spirito di fair play ed uguaglianza all’interno del team sono stati fraintesi. Qualcuno parla di punizione eccessiva, quasi a compensare la mancata penalizzazione della McLaren-Mercedes da parte del Consiglio Mondiale in merito alla spy story. Infatti dopo la riunione del 26 luglio, la McLaren era stata assolta per l’assenza di prove circa l’uso delle carte provenienti da Maranello. Ma se il Gran Premio d’Ungheria vede il trionfo di Hamilton davanti ad Alonso, la guerra intestina non si placherĂ , anzi sarĂ solo all’inizio. Il 4 settembre, Alonso fornirĂ alla FIA le email con le quali si dimostrerĂ l’uso dei segreti della Ferrari. SarĂ il preludio alla nuova sentenza del Consiglio Mondiale del il 13 settembre, in cui riconoscerĂ la McLaren colpevole, condannandola alla perdita di tutti i punti nel campionato costruttori e al pagamento di una multa di 100 milioni di dollari. Non verranno puniti Alonso ed Hamilton, che lotteranno senza esclusione di colpi per il titolo sino all’ultimo round, in Brasile. Ma come recita il proverbio, tra i due litiganti il terzo gode e la corona iridata finirĂ sulla testa del ferrarista Kimi Raikkonen. Fernando Alonso ormai separato in casa, lascerĂ Woking per far ritorno alla Renault, con cui disputerĂ i campionati 2008-2009.
Ebbene dopo tre lustri, i protagonisti di quella lotta fratricida si ritroveranno sul “luogo del delitto” nel fine settimana del Gran Premio magiaro. Il 37enne Hamilton (7 volte iridato) è al volante di una Mercedes che sta cercando di uscire dal tunnel. Mentre il 41enne Alonso (2 mondiali all’attivo), ritornato in F1 nel 2021 dopo tre anni di assenza è in forza all’Alpine Renault, che deve fare il salto di qualità . Attualmente i due non sono in grado di combattere per i piani alti, ma si sono comunque ritrovati a lottare gomito a gomito. Proprio all’Hungaroring nel 2021 diedero vita ad un combattimento serrato. In una corsa folle, Lewis costretto a rimontare pur essendo scattato dalla pole si ritrovò sulla strada Fernando che gli sbarrò in tutti i modi la strada, aiutato anche da un tracciato dove superare non è certo facile. L’iberico capitolò solo al 65esimo dei 70 passaggi previsti, ma riuscì a proteggere la fuga del compagno Esteban Ocon che s’involò verso un importante successo, anche per la scuderia transalpina. Sotto la bandiera a scacchi Hamilton chiuse secondo ed Alonso quarto, che nel dopo gara ammise:” Sapevo che Esteban e Vettel (il tedesco sarebbe stato poi squalificato) stavano combattendo per la vittoria e che Lewis era due o tre secondi più veloce. Ero quindi cosciente che ogni giro in più in cui riuscivo a tenerlo dietro, rappresentava ossigeno per Esteban.” In occasione del Gran Premio di Spagna a fronte delle lamentele di Hamilton sulla fatica e la frustrazione nel pilotare la W13E, Alonso ha commentato con un certo sarcasmo:” Benvenuto nel mio mondo.” Nella conferenza stampa del recente G.P. di Francia però i due “fighters” hanno avuto modo di scambiarsi elogi a vicenda. Lewis ha indicato Fernando come l’avversario più duro che abbia incontrato in carriera (che sia una frecciata a Verstappen ?) e lo spagnolo non ha esitato a congratularsi per i 300 Gran Premi disputati dal britannico aggiungendo:”…Lewis aveva già un grande talento nel 2007 ed oggi ha unito l’esperienza. E’ stato ed è un pilota eccezionale, una leggenda del nostro sport ed è stato un piacere condividere tutto questo tempo in pista con lui.” Che le vecchie ruggini siano finite nel dimenticatoio? Chissà …