Storia

Published on Maggio 3rd, 2022 | by Massimo Campi

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Ferrari 246, la nascita del V6 Dino

Il motore ideato da Dino Ferrari debutta nel 1957 in Formula 2

La storia della Ferrari 246 di Formula Uno, che vince il titolo mondiale con Mike Hawthorn, inizia con una vettura di Formula Due. Negli anni ‘50, le monoposto delle due massime categorie si assomigliavano molto, e spesso veniva utilizzato lo stesso telaio per entrambe le categorie, cambiando solo il motore. Ed è proprio il motore l’anima di questa vettura, la prima monoposto del Cavallino Rampante che monta un sei cilindri a V. Il motore, che ha una angolazione tra le bancate di 65 gradi, è stato ideato da Alfredo “Dino” Ferrari, prima della sua prematura scomparsa a causa della distrofia muscolare, e sviluppato con la consulenza di Vittorio Jano.

Dino Ferrari aveva pensato questo nuovo motore per poter correre in F.2, che allora aveva una cilindrata di 1,5 litri Debutta in pista, montato sulla Ferrari “156” (1,5 litri, sei cilindri) il 28 aprile del 1957 nel Gran Premio di Napoli, con Luigi Musso che arriva sul gradino più basso del podio ed apprezza particolarmente le doti di maneggevolezza della vettura e la potenza del nuovo propulsore. L’apertura di 65 gradi tra le bancate  deriva dalla necessità di trovare uno spazio sufficiente per collocare i due alberi a camme in testa, i condotti di aspirazione, ed i tre carburatori Weber doppio corpo.

Dopo la vittoria con Maurice Trintignant nella “Coupe de Vitesse” di F.2 a Reims, la cilindrata della 156 viene innalzata a 1,9  e 2,1 litri per poter correre nei gran premi di Formula 1. La “246” di 2,4 litri, debutta in pista il 16 ottobre del 1957 in una sessione di prove a Modena con Peter Collins che la porta in gara undici giorni dopo a Casablanca, nel Gran premio del Marocco. La Ferrari 246 rappresenta una nuova importante tappa nella storia della Ferrari. Nasce dopo la D50, ereditata dalla squadra corse Lancia ed è un progetto totalmente nuovo ed interamente realizzato in Ferrari. Tra i progettisti del telaio, in tubi di acciaio, c’è l’Ingegnere Andrea Fraschetti, che proprio su una 156 modificata per correre in F.1 perde la vita in prova a Modena. “Un giovane di grande valore” ha scritto di lui Enzo Ferrari Un progettista di automobili da corsa che sapeva disegnare, calcolare e collaudare in pista le proprie vetture, un mix di doti ben raro anche allora, quando non esistevano ancora i computer ma erano le doti umane e l’intuito la ricetta fondamentale per progettare una vettura da corsa. Deceduto Fraschetti, in Ferrari alla fine del 1957 arriva un’altro giovane ingegnere, di stampo aeronautico ma con la passione per le corse. E’ Carlo Chiti, toscano, un vulcano di idee, a cui tocca lo sviluppo della nuova monoposto.

Tra le innovazioni importanti, la 246 monta le sospensioni posteriori totalmente indipendenti ed è la prima Ferrari di F.1 ad essere equipaggiata con i freni a disco. Il grande anno della 246 è il 1958, quando vince il titolo mondiale piloti con Mike Hawthorn. La Ferrari 246, nata nel 1957 come 156 con il motore di 1.489 cc. ha uno sviluppo negli anni fino ad arrivare al limite dei 2,5 litri di cilindrata, con la 256 di 2.474 cc del 1959-60. Il motore inizialmente è montato inclinato a sinistra, ma nel 1960 il motore viene inclinato a destra, arretrato di 25 cm e la leva del cambio passa da destra a sinistra. Vengono utilizzati anche i serbatoi laterali ed in coda rimane solo il serbatoio dell’olio per migliorare l’assetto.

I freni a disco debuttano nel 1958 a Monza sulla 246 portata in gara da Mike Hawthorn. Realizzati dalla fabbrica inglese Girling, sono montati sulla 246, al posto dei tradizionali tamburi ormai obsoleti ed al limite dello sviluppo. A metà stagione ‘58 viene sostituito il telaio in tubi prima versione, con uno simile, ma con tubi di diametro inferiore e maggior resistenza alla torsione. La 246 è anche l’ultima monoposto Ferrari a motore anteriore. Nel 1961, con il cambio di cilindrata da 2,5 a 1,5 litri, anche la scuderia di Maranello passa alla vetture a motore posteriore. Però, nel 1960, a Montecarlo, debutta una Ferrari 246 a motore posteriore, la prima Ferrari di F.1 con questa conformazione. Giunge sesta con Richie Ginther, ma poi scompare nel nulla e non viene più schierata in pista. Il 1960 è l’ultimo anno della Formula uno di 2,5 litri ed è anche l’ultimo anno di storia della Ferrari 246, che esce di scena da protagonista, con la vittoria nella gara di addio. E’ il Gran Premio d’Italia, a settembre sulla pista di Monza. L’americano Phil Hill transita per primo sotto la bandiera a scacchi, seguito da Richie Ginther e Willy Mairesse, tutti e tre con la 246, una fantastica tripletta rossa sul podio di Monza che manda in visibilio il pubblico sugli spalti.

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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