Personaggi

Published on Aprile 7th, 2022 | by Massimo Campi

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Gianluigi Picchi e l’Alfa 33/3 Prototipo

È passato più di mezzo secolo da quella foto in bianco e nero, con un giovane Gianluigi Picchi, Campione Europeo Turismo con la GTA Alfa Romeo che prova per la prima volta sul tracciato di Vallelunga il nuovo prototipo creato da Carlo Chiti. La foto, regalata alla Scuderia del Portello da Marialaura Luraghi, ultima nipote dell’indimenticato Presidente della fabbrica Lombarda, quello che ha fatto grande l’Alfa Romeo nel dopo guerra, ma ha anche voluto riportare il marchio del biscione nelle corse dagli anni ’60.

“Quella è la prima 33/3 litri, la barchetta progettata dall’Ingegnere Carlo Chiti, una macchina molto appagante da pilotare – sono i ricordi del pilota di Tivoli – era il 1971 aveva il motore 8 cilindri di tre litri, una unità con circa 400 cavalli. Eravamo a Vallelunga, Chiti aveva mandato la vettura per allenarmi alle potenze elevate, visto che arrivato dalla turismo GTA che avevano potenze decisamente inferiori con pesi superiori rispetto ad un prototipo. Questa era la prima 33 con il telaio tubolare, una prefigurazione di quella che poi avrebbe vinto i titoli mondiali a metà anni ’70 con il nuovo motore boxer a 12 cilindri. Ero in seguito iscritto alla 1000 Km di Monza, come riserva, ma all’Autodelta non riuscirono a preparare la quarta vettura e non presi parte alla gara, con mio grande rammarico. Nel 1973 venni inserito nella squadra prototipi, ma in quella stagione ci furono parecchi problemi di “carattere politico” nella gestione sportiva dell’Alfa Romeo”

In quelle stagioni l’Autodelta prese parte solo a poche gare, con un impegno decisamente discontinuo, senza riuscire a capitalizzare gli sforzi prodotti nelle realizzazione delle vetture

“Si è vero, per quanto mi riguarda ho anche deciso di lasciare il mondo delle corse. Avevo impegni famigliari, era appena nato il mio primo figlio, allora le corse erano ancora molto pericolose ed ho visto diversi piloti amici perdere la vita. Era il momento di dire basta, di fare delle scelte sul futuro”.

Però rivedere questa immagine ti da ancora tante emozioni, si legge nei tuoi occhi.

“Chiti aveva grande stima in me, secondo lui potevo avere diverse chance con i prototipi dopo il titolo con le turismo GTA. Mi fece provare una prima 33/2 litri, con carrozzeria lunga tipo Le Mans, una macchina che aveva circa 200 cavalli, feci test per un paio di giorni con tutta la squadra a disposizione, poi salii sul primo tre litri a Balocco. Era una vettura ancora con la monoscocca in lamiera, il motore 8V era abbastanza potente, raggiungeva i 400 cv, però aveva molti problemi di tenuta di strada. Era una sorta di barcone, con molto rollio in curva. Aveva anche il cambio con il selettore, come sulle Ferrari, con cui non mi sono mai trovato. La leva aveva una escursione piuttosto lunga, scomoda da manovrare, in curva, con il rollio, era quasi impossibile cambiare marcia dalla quarta alla quinta. Quando provai a Valleunga il nuovo 33/3 con il telaio tubolare, la musica era cambiata. Era una barchetta guidabilissima, una bicicletta in confronto alla versione precedente con la monoscocca. Sulla vettura era stato montato un nuovo cambio Hewland, con le marce ravvicinate, morbido e molto più preciso rispetto a quello Autodelta. Feci subito il record della pista, poi fu battuta da De Adamich che conosceva la macchina molto meglio di me. Chiti fu molto felice della mia prestazione, per il sottoscritto fu anche una grande gratificazione. Poi la responsabilità della famiglia ebbe la meglio, ma ancora oggi ogni tanto ripenso a quei fantastici giorni, con un po’ di rimpianto nel non avere dimostrato di potermela cavare anche con una macchina così professionale”.

Immagini © Massimo Campi

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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