Formula 1

Published on Gennaio 23rd, 2022 | by Massimo Campi

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La rivolta di Kyalami 1982 – 2° puntata

Il Gran Premio del Sud Africa 1982 parte dopo lo sciopero dei piloti guidati da Lauda e Pironi. – di Carlo Baffi.

Dopo lo sciopero e le proteste della vigilia il Gran Premio scatta regolarmente alle 13.30 del sabato e la pista sudafricana saluta il successo di Prost che dopo esser andato in testa perde una gomma, si ferma ai box e grazie alla sua potente RE30B rimonta il giro di svantaggio andando a vincere.

Secondo è Reutemann sulla Williams che precede Arnoux e Lauda, sorprendentemente quarto. Deludono le rosse, con Villeneuve subito out e Pironi 18esimo. Migliore degli italiani è Michele Alboreto, settimo con la Tyrrell. Le emozioni però non sono finite. La bandiera a scacchi è calata da mezz’ora, quando i piloti vengono convocati in direzione e gara e nello stupore generale viene loro sospesa la licenza. “La tregua si doveva intendere che finisse a conclusione del Gran Premio – comunicano i commissari – ciò significa che le posizioni tornano sulle basi di due giorni fa. Quindi i piloti devono intendersi sospesi a tempo indeterminato da ogni attività.” S’è abbattuta la scure di Balestre, che in una riunione federale del 28 gennaio infligge agli imputati pure una multa dai dieci mila dollari in su a seconda delle singole colpe. Per i piloti è una vera e propria beffa, ma non demordono, sanno benissimo che la partita è ancora lunga. Tramite le loro squadre presentano subito appello. Il 7 febbraio si ritrovano a Parigi presso lo studio di un avvocato e rifondano la loro associazione. Da Gpda diventa Prda (Professional Driving Association) con presidente Pironi e suo vice Lauda. L’obiettivo è quello di continuare ad essere una terza forza da contrapporsi ad Ecclestone e Balestre. Resta aperta la questione multe e qui nascono dei fraintendimenti. Se per Lauda e Jarier tutto è chiarito e le ammende saranno pagate, per Pironi invece no:” Non pagheremo nulla, perché le decisioni della Fisa sono illegali. Resta inteso che tutti saremo in Argentina per il prossimo Gran Premio.” Segno inequivocabile che le licenze non sono state tolte. E da ciò si può cominciare ad intuire l’epilogo dell’intera vicenda. Il 17 febbraio a Maranello si incontrano i grandi costruttori, tranne la Ligier, che oltre ad esprimere solidarietà ai propri conduttori, chiedono alla Fisa la difesa di un’autorità sportiva super partes e la stabilità del regolamento tecnico.

Tre giorni dopo, il 20 febbraio, l’Automobile Club del Sud Africa accoglie l’appello dei piloti presentato contro le multe e le sospensioni delle licenze. Per Balestre è una sconfitta e radio paddock parla di un colpo basso di Ecclestone per indebolire il suo eterno avversario dal 1980, nonostante fosse solidale con lui a Kyalami. Non a caso il 5 marzo, “Monsieur le President” dimezza l’importo delle multe e riduce la sospensione ad un solo G.P. con la condizionale di sei mesi. I team non faranno rotta verso l’Argentina, costretta a cancellare il Gran Premio per motivi economici e si ritroveranno in Brasile, il 21 marzo sul circuito di Jacarepaguà vicino a Rio de Janeiro. La stagione proseguirà comunque all’insegna delle polemiche con l’inasprimento della guerra tra Fisa e Foca, tanto che il Gran Premio di San Marino sarà disertato dalle squadre legate al movimento di Ecclestone.

Purtroppo il 1982 sarà ricordato come uno degli anni più tragici per la F.1 ed in particolare per la Ferrari che perderà entrambi i piloti. Villeneuve è vittima di un incidente mortale nel corso delle prove del Gran Premio del Belgio a Zolder, mentre Pironi divenuto un acerrimo avversario del funambolo canadese, si schianta due mesi dopo ad Hockenheim (anche lui nelle prove del sabato) andando incontro ad una lunghissima riabilitazione che porrà fine alla sua carriera di pilota automobilistico. Nel frattempo si dovrà malauguratamente registrare la scomparsa del giovane Paletti, perito in un tragico schianto nella partenza del Gran Premio del Canada a Montreal. Il titolo mondiale sarà vinto da Keke Rosberg al volante della Williams-Ford. E’ il primo pilota finnico a laurearsi a conquistare la corona iridata. Forte di un solo trionfo nel G.P. di Svizzera corso in terra francese, a Digione, il baffuto driver nato il 6 dicembre del 1948, sarà abilissimo a mantenere un ruolino di marcia costante nei piazzamenti, sfruttando l’annus horribilis del Cavallino. Ma ritornando sui fatti di Kyalami vanno fatte alcune riflessioni a posteriori. Il motivo della rivolta dei piloti fu sacrosanto dal momento che i vincoli introdotti rappresentavano delle restrizioni assurde e tutte a favore di chi siede nelle stanze dei bottoni. Si pensi che per i danni riportati in caso di incidente, il pilota non poteva rivalersi contro il circuito anche se quest’ultimo fosse stato imputato di colpa grave. E poi sul famigerato “cartellino”, con la Fisa in veste di arbitro in caso di controversie, non c’è molto da aggiungere. L’aspetto legato alla forma invece è discutibile. Perché i conduttori agirono all’ultimo momento? Di tempo per approfondire l’argomento ne avevano avuto. In caso di mancato evento ci avrebbero rimesso innanzitutto gli spettatori paganti e tutti gli investitori, dagli sponsor alle emittenti televisive, per nulla responsabili dei problemi delle parti coinvolte. Certo è che lo sciopero improvviso suscitò non poco clamore e mise Ecclestone e Balestre con le spalle al muro. A detta di esperti in materia legale, i drivers avrebbero potuto benissimo correre ed in caso di vertenza, si sarebbero potuti appellare al cosiddetto “vizio di volontà”. Per meglio intenderci c’era la possibilità di ricorrere ad un tribunale civile e far annullare le clausole del tanto discusso modulo, perché la loro firma era stata estorta in modo coercitivo. Ma in conclusione in Sud Africa ci fu un vincitore? Forse si. E potrebbe essere Niki Lauda, che appena ritornato in attività riuscì, compattando i colleghi grazie al suo indiscutibile carisma a mettere alle strette i poteri forti del Circus. L’abilità, la determinazione e la risolutezza del fuoriclasse austriaco, scomparso nel maggio del 2019, sono ben note. Dagli accesi contrasti con Enzo Ferrari durante la sua permanenza a Maranello, per proseguire nella gestione della compagnia aerea, in particolare in occasione della sciagura del 1991.Un suo Boeing 767-300 precipitò in Thailandia provocando 223 vittime e nella battaglia legale emerse che l’avaria fu causata dall’improvvisa attivazione dell’inversione di spinta del motore sinistro. Non ultimo il ruolo di Lauda accanto a Toto Wolff nella Mercedes pigliatutto, capace di far crescere il talento inarrivabile di Lewis Hamilton. Non a caso l’eptacampione britannico gli è stato sempre riconoscente. E ripensando alla notte del Sunny Sight Hotel, ecco quale fu la conclusione di Lauda:” Dimostrammo a tutti coloro che gestiscono il nostro sport che i piloti non sono così sciocchi e deboli da lasciarsi imporre qualsiasi cosa. Ciò che fece arrabbiare Balestre ed Ecclestone, fu il vedere che rimanemmo tutti solidali. Credevano che fossimo una cozzaglia di svitati che non avrebbe ottenuto nulla.”

 

 

 

 

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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