Published on Settembre 28th, 2021 | by Massimo Campi
0Formula 1 a quota cento
Lewis Hamilton ha conquistato un record che non sarà facile eguagliare
“C’è voluto molto tempo per arrivare a 100 vittorie e non ero sicuro che ci sarei mai arrivato. Sono felice per me e per il team”. Sono le prime parole a caldo di Lewis Hamilton, che in Russia ha vinto il suo 100° Gp di Formula 1.
Cento vittorie nella massima formula, un traguardo che sembrava impossibile solo all’inizio del terzo millennio, poi è arrivata l’era Schumacher che con la Rossa di Maranello ha tagliato il traguardo delle 91 vittorie con la vittoria in Cina a Shanghai del 2006.
I record nello sport sono fatti per essere battuti e Lewis Hamilton è riuscito ad alzare ulteriormente l’asticella raggiungendo le tre cifre nel suo palmares. Il “sir” britannico ha messo in archivio la fantastica quota in ben 15 anni di carriera con 281 partenze, sette titoli mondiali e 176 podi all’attivo.
I numeri raggiunti da Hamilton, e prima da Michael Schumacher, sono stati possibili con l’evoluzione tecnica e regolamentare ed i progressi della massima formula di questi ultimi anni e della sicurezza. Tre sostanzialmente i principali fattori che hanno permesso ai campioni del terzo millennio di superare la soglia dei 50 gran premi vinti: il primo riguarda l’aumento delle gare di calendario in programma. La prima edizione del mondiale, nel 1950, aveva in programma sette appuntamenti, tra cui la 500 Miglia di Indianapolis ignorata da tutti i principali attori della Formula 1. Alla fine degli anni ’50 si superano le 10 gare in calendario, con ben 11 appuntamenti mondiali nella stagione 1958. È con l’avvento dei motori di tre litri di cilindrata ed un aumento dei partecipanti in gara, che le stagioni vedono aumentare gli appuntamenti mondiali. Negli anni ’70 si passa dalle 13 gare del 1970 alle 17 gare del 1977, con Lauda che conquista il suo secondo mondiale con la rossa di Maranello.
Dagli anni ’80 la celebrità e l’interesse verso la massima formula aumenta in modo esponenziale, gli sponsor fanno a gara per fare apparire la loro immagine e nuove nazioni si aprono alla Formula 1 portando il numero dei gran premi validi attorno ai 16-17 appuntamenti annuali fino ai primi anni del terzo millennio. Con l’avvento di nuove nazioni che aprono le porte al motorsport e la creazione di nuovi circuiti il mondiale si disputa su 19-21 gare l’anno, ad eccezione del 2020 dove la pandemia mondiale riduce a 17 gli appuntamenti.
Con molte più gare diventa facile accumulare vittorie, inoltre i regolamenti tecnici obbligano ad avere motori tecnologicamente uguali e con una notevole durata. In passato era facile vedere vetture ferme per problemi meccanici, oggi le vetture si fermano solamente per incidenti consentendo ai piloti di arrivare sempre in fondo alle gare.
Non ultimo il fattore sicurezza, sono aumentate le prestazioni delle vetture ma anche la loro resistenza agli impatti. Da quando è stato introdotta la fibra di carbonio, i serbatoi sempre più sicuri, i crash test, e la sicurezza delle piste è notevolmente aumentata con spazi di fuga sempre maggiori, si sono visti incidenti molto cruenti senza nessuna o poche conseguenze dal punto di vista fisico dei piloti. Oggi la carriera di un pilota al top dura molti più anni rispetto ai suoi predecessori consentendo i numeri raggiunti, prima da Schumacher, poi da Hamilton.
Scorrendo gli albi d’oro notiamo come un grande campione come Fangio abbia conquistato ben cinque titoli mondiali vincendo 24 gran premi su 52 disputati. Il record del campione di Balcarce resiste fino alla seconda metà degli anni ’60 quando Jim Clark conquista la sua 25°, e purtroppo ultima vittoria, il 1 gennaio 1968 a Kyalami in Sudafrica con la Lotus 49. Lo scozzese è stato uno dei più grandi campioni della massima formula, sempre al volante delle Lotus ha vinto tre mondiali, la 500 Miglia di Indianapolis e detiene il record per il maggior numero di Grand Chelem, ben 8, ovvero Gran Premi in cui si ottengono: pole position, giro veloce e vittoria rimanendo in testa dal primo all’ultimo giro.
Passano solo poche stagioni, e tocca a Jackie Stewart battere il record del suo connazionale, con 27 vittorie e tre titoli mondiali su 99 partenze. Il record dello scozzese resiste per diversi anni, neanche il “computer” Niky Lauda riesce a batterlo fermandosi a 25 vittorie come Clark, ma conquistate in ben 177 gare contro i soli 72 dello scozzese.
La soglia delle 50 vittorie è battuta da Alain Prost l’11 luglio 1993 a Silverstone, poi il francese vince anche la gara successiva ad Hockenheim con la Williams, portando a 51 successi il record da battere. Il suo grande rivale, Ayrton Senna, si ferma a soli 41 successi prima di quel tragico 1 maggio 1994 ad Imola dove inizia a brillare la stella Schumacher che sarà l’uomo con i record da battere per Hamilton.
Il kaiser di Kerpen conquista la sua prima vittoria il 30 agosto 1992 a Spa con la Benetton, l’ultima il 1 ottobre 2006 a Shanghai sotto una pioggia battente. Poi i tre anni del ritorno con la Mercedes, ma senza nessun acuto. Nel mezzo sette titoli mondiali, 306 partenze, 155 podi e 68 pole position, ed una eredità che sembrava impossibile imitare.
Le nuove norme, una Mercedes stellare ed un campione della classe di Lewis Hamilton hanno saputo fissare nuovi numeri da battere par i campioni del futuro.
Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto – Massimo Campi – Illustrazione © Carlo Baffi