Personaggi

Published on Maggio 24th, 2021 | by redazione

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Addio a Max Mosley.

E’ mancato ad 81anni l’ex Presidente della Fia, personaggio di spicco nel mondo del motorsport – di Carlo Baffi

Max Mosley era nato a Londra il 13 aprile del 1940 e portava un cognome divenuto ingombrante complice il passato politico del padre. Parliamo di Sir Oswald Mosley, ex ministro laburista del governo di Sua Maestà, che nel 1932 aveva fondato l’Unione Britannica dei Fascisti. Un movimento politico che condivideva le ideologie nazionalsocialiste. Anche la madre di Max, Diana Mitford (di famiglia nobile) che aveva sposato Sir Oswald dopo aver divorziato dal primo marito Bryan Guinness, aristocratico irlandese (era Barone di Moyne) nonché erede dell’impero della famosa birra, era una fervente seguace dell’estrema destra. Non a caso, il loro matrimonio fu celebrato segretamente in Germania nella villa di Joseph Goebbels, gerarca del terzo Reich, alla presenza di Adolf Hitler. Vicende storiche a parte, Max secondogenito di famiglia, si laureò dapprima in fisica e poi in legge affermandosi come avocato. Al di là della vita professionale, il giovane coltivava anche una grande passione per il motorsport. Tentò di fare il pilota, ma i modesti risultati conseguiti nelle formule minori, lo spinsero a restare nell’ambiente come manager. Nel 1969 fondò la March Engineering, insieme ad Alan Rees, Graham Coaker e Robin Herd. Nel ’77 cedette le proprie quote, restando però alla direzione della scuderia.

Nel frattempo, insieme al vulcanico Bernie Ecclestone, che si stava facendo sempre più largo nel Circus, Mosley diede vita con altri costruttori britannici presenti in F.1, alla Foca (Formula One Constructor Association). Ovvero l’associazione che tutelava gli interessi dei team d’Oltre Manica e che ben presto entrò in rotta di collisione con la Federazione Internazionale dell’Automobile diretta dall’autoritario Jean Marie Balestre. In ballo c’erano grossi interessi economici dal momento che nella massima formula erano arrivati grandi sponsor e c’era da mettere mano ai munifici diritti delle dirette televisive. Insomma c’era un bel bottino da spartire. La battaglia politica che infiammò a lungo il Circus si concluse con la firma del primo Patto della Concordia e Mosley svolse un ruolo importante sotto il profilo legale. La sua carriera politico-sportiva proseguì sempre accanto all’amico Bernie e nel 1986, divenne Presidente della Commissione dei Costruttori nell’ambito Fisa. Era il preludio al grande salto che nel ’91 lo portò alla Presidenza della Fisa spodestando Balestre, nemico giurato di Ecclestone. Quando nel 1993 a seguito di una riorganizzazione, la Fisa fu incorporata nella Fia, Mosley divenne Presidente del massimo organo automobilistico. Carica che mantenne sino al 2009, confermandosi grazie a tre rielezioni. Nel corso del suo mandato non sono mancati i momenti difficili. Nel 1994 dopo le tragedie di Ratzenberg e Senna ad Imola, si rese necessario un repentino cambio di rotta in materia di sicurezza e Mosley contribuì notevolmente al miglioramento degli standard: dai crash test sulle monoposto, all’evoluzione dei circuiti, fino all’introduzione del collare Hans per i piloti. Nel 2007, Mosley dovette dirimere la scottante questione legata alla “spy-story” tra McLaren e Ferrari e si dimostrò intransigente nei confronti della scuderia di Ron Dennis, finita sul banco degli imputati e poi riconosciuta colpevole. Da quel momento, nel paddock, si scatenarono non pochi veleni che culminarono con lo squallido scandalo a sfondo sessuale esploso il 30 marzo 2008. A divulgare il cosiddetto “sex-gate” fu il tabloid inglese “News of the World” che pubblicò immagini di un incontro a luci rosse tra Mosley ed alcune escort: il tutto in una componente sado-maso. Sul sito del settimanale venne postato anche il video. Un’autentica bomba che sconvolse il Circus e che avrebbe dovuto disarcionare il Presidente, che invece non mollò. Anzi, continuando a frequentare i Gran Premi, passò al contrattacco e dopo aver portato in tribunale il periodico autore dello scoop, vinse la causa per violazione della privacy con lauto risarcimento. La vicenda però non mancò di turbare profondamente il lato familiare di Mosley. Purtroppo nel 2009 perse Alexander, il figlio 39enne, per overdose. Un’ulteriore colpo basso che indusse Max, seppur ancora combattivo a non ricandidarsi in vista delle nuove elezioni Fia. Forse convinto anche da alcuni esponenti autorevoli del Circus, lasciò che il suo scettro venisse ereditato da un’altra figura eminente della F.1, quella di Jean Todt.

 

 

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