Personaggi

Published on Febbraio 25th, 2021 | by redazione

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Il compleanno del Presidente

Jean Todt è nato il 25 febbraio 1946 – di Carlo Baffi.

Bonne Anniversaire Monsieur Todt ! Sono 75 le candeline sulla torta riservata al Presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile. Una vita, quella di Jean Todt, trascorsa quasi sempre sul ponte di comando nel mondo del motorsport. Dai rally all’endurance, dalla Formula Uno al vertice della Fia. Un’escalation continua grazie alle sue grandi doti di organizzatore meticoloso, che non lascia mai nulla al caso; anche quelle pratiche che possono sembrare insignificanti devono essere a sua conoscenza. Poi sarà lui a decidere come procedere. Qualità a cui si abbinano determinazione e grande fermezza. Nato a Pierrefort nel dipartimento del Cantal, nella regione francese Alvernia-Rodano Alpi, Todt visse per anni in un sobborgo parigino in cui il padre svolgeva l’attività di medico condotto. La passione per i motori lo vide impegnato inizialmente nei rally e con grande successo. Divenne infatti uno dei più famosi navigatori d’oltralpe. Nel 1981, grazie a Todt nacque il settore sportivo del Gruppo Peugeot che conquistò il titolo mondiale rally nel biennio 1985-86 con la “205 Turbo 16”.  Sempre con questo modello, la squadra del Leone, s’impose nella Dakar dell’87 e ’88. Un dominio che proseguì con la “405” negli anni ’89 e ’90. Nel 1992, Todt cambiò rotta ed eccolo presente al pit-wall nel mondiale Sport Prototipi: ovviamente sempre con Peugeot. L’arma della casa francese era la “905”, che siglò cinque successi su sei partecipazioni, tra cui la prestigiosa “24 Ore di Le Mans”. Prestazioni che si tradussero nella conquista del titolo iridato e con Todt ormai in veste di capo supremo dell’attività sportiva dell’intero Gruppo PSA, che comprende i marchi: Peugeot, Citroen e Talbot. Ma la sua avventura era giunta ad una svolta importante. Il 15 novembre del 1991, Luca di Montezemolo era stato nominato Presidente della Ferrari. Un ritorno particolarmente gradito a Maranello, che riportava alla memoria gli anni della riscossa con Lauda e la Ferrari 312T. A Montezemolo spettava però un compito non certo semplice, ovvero quello di riportare il Cavallino ai vertici della F.1.

L’ultimo mondiale piloti risaliva al 1979 con Jody Scheckter. Una delle tappe della rinascita operata da Montezomolo fu proprio quella di affidare a Todt la Gestione Sportiva, una mossa verso la quale qualcuno manifestò un certo scetticismo dettato dal passato del manager francese, trascorso fuori dal Circus. Ma nel tempo i dubbi sarebbero stati fugati. L’insediamento ebbe luogo il 1 luglio del 1993 in occasione del Gran Premio di Francia a Magny-Cours. Todt non nascose la grande soddisfazione verso la sua nuova avventura e rivolgendosi alla stampa confessò di aver accettato quel ruolo, perché la Ferrari era una sfida che non poteva perdere. I primi anni non furono semplici, in pratica a Maranello dove ripartire da zero ed i Gran Premi vedevano il dominio della Williams e della Benetton. Ma il 31 luglio del ’94, arrivò un segnale incoraggiante. Sul tracciato di Hockenheim, Gerhard Berger firmava la vittoria nel Gran Premio di Germania, che riportava la rossa sul gradino più alto del podio dopo una lunga astinenza. Altra tappa importante della rinascita fu l’ingaggio nell’agosto del 1995 di Michael Schumacher, l’astro nascente del dopo Senna, affermatosi con le due corone iridate vinte al volante della Benetton nel 1994 e nel ’95.

Fu proprio Todt a condurre le trattative insieme a Willy Weber, manager del giovane fuoriclasse di Kerpen. Ed al seguito del campione tedesco giunsero anche alcune figure rilevanti di quella Benetton pigliatutto. Parliamo di Ross Brawn tecnico e grande stratega, Rory Byrne il progettista e Nigel Stepney il capomeccanico: in pratica Schumacher si sarebbe ritrovato a lavorare con i suoi uomini di fiducia. Todt infatti non si occupava e non si sarebbe mai occupato delle questioni meramente tecniche affidandosi alle capacità di quei tecnici di assoluto valore. Con Schumacher, il numero uno della Ges instaurò un rapporto che andò via via consolidandosi, sfociando in una profonda amicizia. Nel ’96 Schumi conseguì tre successi e la Ferrari si piazzò al secondo posto tra i costruttori. L’anno dopo il teutonico sfiorò il titolo, perdendolo all’ultimo round nel G.P. d’Europa, dopo aver speronato Jacques Villeneuve che divenne iridato.

Mondiali sforati anche nel 1998 e 1999, ma nel 2000 finalmente quel tanto sospirato obiettivo venne centrato a Suzuka. Memorabile l’abbraccio tra Todt e Michael sul podio, fradici di champagne. Era l’inizio di un ciclo memorabile, che vide la bacheca di Maranello arricchirsi di altri quattro mondiali piloti e ben sei titoli costruttori (dal 1999 al 2004), senza contare gli innumerevoli record stabiliti. Schumacher avrebbe lottato strenuamente anche nel mondiale 2006, prima di lasciare la Rossa, che però sarebbe tornata ai vertici del Circus nel 2007 con Kimi Raikkonen. Intanto Todt aveva scalato ulteriormente i vertici della Ferrari, assumendo l’incarico di Amministratore Delegato. Ma la sua avventura in rosso stava volgendo al termine. Dopo aver cresciuto il valido manager Stefano Domenicali al ruolo di suo successore al timone della Scuderia, Todt lasciò il suo ruolo di A.D. ad Amedeo Felisa nel 2008, rimanendo però nel C.d.A. Era il preludio alla dipartita definitiva avvenuta nella primavera dell’anno successivo. Il suo nuovo obiettivo era orientato verso Parigi, più precisamente a Place de la Concorde, dove ha sede la FIA. Un sogno che non era mai stato un segreto e che venne reso pubblico nel luglio del 2009 a pochi mesi dalle elezioni. Puntava al trono del Presidente uscente Max Mosley, un personaggio ormai troppo discusso, che aveva deciso di non ricandidarsi. Il caso volle che Todt si ritrovò come avversario, una sua vecchia conoscenza dei rally, il titolato pilota Ari Vatanen.

Il confronto fu impietoso con Todt che prevalse a larga maggioranza e che venne incoronato il 23 ottobre del 2009. Alla guida della massima autorità in campo motoristico, Todt si mosse sin da subito lavorando sul fronte del miglioramento della sicurezza tanto in campo sportivo, che in campo stradale. Un tema a cui è molto legato, come quello riguardante la salute. Al di fuori dell’attività in campo motoristico, Todt è infatti impegnato da tempo nell’Istituto del cervello e del midollo spinale del Gruppo Ospedaliero de la Pitiè-Salpetriere di Parigi. Un’iniziativa che ha fondato e di cui è vicepresidente. Nelle sale dei bottoni della Federazione, Todt s’è confermato un abile politico ed il 6 dicembre del 2013, ottenne il secondo mandato presidenziale, che l’8 dicembre di quattro anni dopo divenne il terzo. Una competizione dall’esito scontato, dal momento che Todt fu l’unico candidato a presentarsi. Orgoglioso dell’ennesima affermazione disse:” …questa elezione è una conferma della direzione che la FIA ha assunto sotto la mia guida ed un incoraggiamento a proseguire il programma svolto negli ultimi anni.” Todt rimarrà in carica sino al termine dell’anno in corso, poi non potendosi più ripresentare, chissà quali nuovi traguardi avrà nel mirino?

Illustrazione © Carlo Baffi – immagini © Massimo Campi

 

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