Published on Febbraio 9th, 2021 | by Massimo Campi
0Guy Ligier dal rugby alla Formula Uno
Nel 1976 debutta la Ligier in F.1
Fisico massiccio, carattere tutto di un pezzo, il francese Guy Ligier è un personaggio degli anni ruggenti delle corse automobilistiche. Grande sportivo, le sue prime passioni sono il rugby ed il canottaggio ma saranno i motori il vero interesse della vita.
Figlio di un contadino, Ligier è nato a Vichy il 12 luglio del 1930, ma ben presto deve iniziare a fare i conti con la durezza della vita dopo essere rimasto orfano all’età di soli 7 anni. Lascia presto la scuola e inizia a lavorare in una macelleria di Vichy, ma lo sport e la competizione diventano primari nella sua esistenza e diventa campione francese di canottaggio nel 1947. La passione per il rugby lo porta a giocare per l’esercito francese durante il servizio nazionale guadagnandosi un posto nella squadra nazionale B francese, ma ben presto deve rinunciare alla carriera da professionista per alcuni infortuni.
Guy è un giovane determinato ed ambizioso, il successo nella vita è il grande obiettivo e con i risparmi accumulati nel lavoro di macellaio nel 1960 acquista una ruspa ed entra nel settore delle costruzioni.
Con l’aiuto di Pierre Coulon, sindaco di Vichy, fonda la “Ligier Travaux Publics” entra nel settore della costruzione di autostrade, ponti e dighe e nel 1961 ha 500 mezzi e 1.200 persone, ma i motori sono la sua grande passione e vince il campionato francese moto nella classe 500cc in sella a una Norton Manx “LA” nel 1959 e nel 1960.
Dalle due alle quattro ruote il passo è breve, il debutto in pista è con una Simca 1300 al Parisian Salon Cups del 1957 a Montlhéry, e nel 1960 è nell’abitacolo di una Elva/DKW di F.Junior per proseguire nel 1964 con alcune Porsche fino a quando Ligier non viene ingaggiato dalla Ford-France che lo fa correre con una GT40 e con una Mustang GT350 in coppia con Jo Schlesser. Così all’età di 34 anni, Guy Ligier inizia la sua carriera di pilota e nel 1966 è al volante di una Cooper-Maserati T81, ma i risultati non arrivano e con Schlesser diventano gli importatori esclusivi della Ford-Shelby in Francia.
In totale Ligier ha partecipato a tredici Gran Premi di Formula 1, ottenendo un punto nel campionato del mondo piloti con un ottavo posto nel Gran Premio di Germania nel 1966 a causa delle due vetture di F2 davanti a lui, e quindi non ammissibili per punti F1.
Ligier e SchIesser due corrono con la GT40 e con varie monoposto in F.1 ed in F.2, ma il sodalizio finisce nel dramma quando Jo Schlesser rimane vittima del fuoco al volante della pericolosa Honda RA302 di F.1 a Rouen 1968. Ligier è sconvolto dalla perdita dell’amico socio ed abbandona l’abitacolo delle vetture, ma non le corse e nel 1970 una vettura che porta il suo nome, la Ligier JS1 prende il via alla 24 Ore di Le Mans. “JS” sono le iniziali di Jo Schlesser, che Ligier ricorderà sempre nelle sue future creature e nei primi anni ’70 le vetture del roccioso francese si distinguono nella gare di durata. Nel 1968 Ligier fonda la Ligier Cars per costruire le sue auto da corsa e realizzare il sogno di Schlesser ed assume come progettista il giovane Michel Tetu.
La grande svolta arriva nel 1976, quando il Team Ligier debutta nella massima formula con una sua vettura al GP del Brasile. Ligier ha rilevato il materiale della Matra Sport ed al volante della monoposto c’è Jacques Laffite, il pilota che legherà gran parte della sua carriera alla squadra francese. La Ligier conquista due podi nella prima stagione e la prima vittoria arriva nel 1977 ad Anderstop con la JS7 progettata da Gérard Ducarouge e motorizzata dal V12 Matra. Tra le caratteristiche della monoposto la enorme presa d’aria, una delle più alte viste nella massima formula.
La stagione migliore della Equipe Ligier è il 1979, il campionato inizia alla grande con due successi nelle prime due gare in calendario. Insieme a Laffite c’è un altro francese dal piede pesante, Patrick Depailler, che vince a Jarama, ma è costretto a dare forfait poco prima metà stagione per un incidente con il deltaplano. Il grintoso patron Guy va su tutte le furie e Depailler viene licenziato in tronco. La JS11 di Ducaruge monta il V8 Cosworth ed è una della migliori vetture ad effetto suolo, ma il team non riesce a svilupparla nella seconda parte della stagione ed il campionato va alla Ferrari T4 di Jody Scheckter che si dimostra più costante nelle prestazioni.
Il pilota francese che termina al quarto posto nella classifica iridata, seguono altre due vittorie per la Ligier nel 1980, la prima in Belgio con l’astro nascente Didier Pironi, e la seconda in Germania ad opera dell’inossidabile Laffite. Al posto del V8 Cosworth ritorna il V12 Matra e nel 1981 Jaques Laffitte è di nuovo sul gradino più alto del podio a Zeltweg ed in Canada dove conquista le ultime due importanti vittorie per il team di Magny Cours. L’ultima vittoria è quella rocambolesca colta da Olivier Panis a Monaco 1996, che segna il ritorno al successo dopo ben 15 anni, ma Guy Ligier era già uscito dalla sua squadra nel 1992 con il team che era passato di mano diverse volte, con proprietari come Cyril de Rouvre, già proprietario in precedenza dell’AGS, e poi in quelle di Flavio Briatore e Tom Walkinshaw. Tra i piloti che hanno corso con il team d’oltralpe ci sono anche René Arnoux, Andrea de Cesaris e Thierry Boutsen.
L’ultimo passaggio di proprietà rimane quello del quattro volte iridato Alain Prost, che ribattezza la scuderia con il proprio nome nel 1997. Lo storico marchio francese scompare dopo 21 stagioni di F.1 dopo avere partecipato a 325 Gran Premi aggiudicandosene nove, con il miglior piazzamento nel Mondiale Costruttori arrivato grazie al secondo posto del 1980.
Intanto Guy Ligier continua la sua carriera imprenditoriale investendo le proprie risorse nel comparto dei fertilizzanti e successivamente ritorna alle auto costruendo le ‘microcar’ che tuttora portano il suo nome, fino a quando è scomparso il 23 agosto 2015 all’età di 80 anni.
Foto © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto