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Published on Dicembre 6th, 2020 | by redazione

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Roberto Nosetto: Una vita per il Motorsport

Renata Nosetto ha scritto un libro sulla storia del marito – di Carlo Baffi

“E’ una storia d’amore”. Così Renata Nosetto ha definito il libro che ha recentemente scritto dal titolo suggestivo “Giù la visiera e piede a tavoletta”, pubblicato il novembre scorso da Pathos Edizioni. Un’opera certosina e ricca di aneddoti, in cui racconta la carriera del marito Roberto Nosetto, figura storica del motorsport internazionale, sia delle quattro che delle due ruote. Nosetto, torinese classe 1942, fu direttore sportivo della Ferrari nella seconda metà degli anni ’70. Diresse poi l’Autodromo di Imola e successivamente fu direttore di gara nel Motomondiale e nella Superbike. A sette anni dalla sua scomparsa, la moglie ha voluto raccontare una prestigiosa carriera contrassegnata dalla grande passione per i motori. Una carriera intensa, ripercorsa grazie ai diari scritti pazientemente e vissuta sempre a fianco del marito conosciuto a sedici anni frequentando il liceo. Renata Nosetto non conosceva nulla delle sport motoristico, ma grazie al futuro consorte si appassionò a quel mondo molto particolare, a volte crudele.

Fin dalla giovane età, Nosetto aveva il desiderio di lavorare per il Cavallino, al punto che scrisse ad Enzo Ferrari, il quale gli rispose:” studi e poi vedremo”. Ebbene il Commendatore non si dimenticò di quella lettera e anni dopo, quando Nosetto era divenuto ingegnere, lo chiamò a Maranello e lo assunse. Il Drake non era una persona facile, racconta l’autrice, soprattutto per chi doveva lavorare al suo fianco. Tanto cinico, da mettere i suoi collaboratori (piloti compresi) uno contro l’altro per ottenere il meglio, quanto umano con chi gli mostrava di amare la Ferrari, la sua creatura. Esigeva una dedizione totale e guai a tradire la causa. Nosetto visse direttamente la vicenda del divorzio tra Lauda e la rossa nel 1977. Il due volte iridato lasciò Maranello complice i ripetuti contrasti con Ferrari e ammaliato dall’ingaggio offertogli dalla Brabham-Alfa Romeo di Bernie Ecclestone, sponsorizzata dall’italiana Parmalat. E sempre in quel periodo Nosetto fece la sua conoscenza con il sostituto dell’austriaco, un canadese divenuto famoso nelle gare di motoslitte: Gilles Villeneuve.

L’allora ventisettenne proveniente dal Quebec, si affezionò tantissimo alla famiglia Nosetto. “Era quasi come un figlio” dice la signora. “Non aveva paura ed era convinto di non morire.” Le imprese di quel funambolo segnarono la storia del motorsport, entrarono nel cuore di Ferrari, che in Gilles rivedeva due suoi idoli del passato: Tazio Nuvolari e Guy Moll. Per la sua guida spericolata, il canadese finì spesso al centro di feroci critiche, ma il Drake lo difese sempre, dicendo che malgrado avesse distrutto qualche vettura di troppo, non bisognava togliergli quella carica unica e straordinaria.

Il libro si sofferma anche sul Gran Premio di San Marino del 1982, in cui andò in scena la faida tra Villeneuve ed il suo compagno, Didier Pironi. Nosetto fu infatti testimone diretto di un incontro tra i due piloti poco prima della partenza. L’accordo prevedeva che ad  un certo punto della gara, dopo i duelli per dare spettacolo, chi si fosse trovato in testa avrebbe atteso l’altro alla curva della Rivazza e da li in poi sarebbe partita un’altra gara. Ci fu la stretta di mano, come si usa tra gentiluomini, ma il francese non rispettò i patti. Dopo aver superato Gilles, Didier s’involò verso la bandiera scacchi e siglò la vittoria. L’amarezza e la delusione del canadese furono grandi; anch’egli come Ferrari non sopportava il tradimento. Purtroppo quel pomeriggio fu il prologo al drammatico incidente in cui Villeneuve avrebbe perso la vita due settimane dopo a Zolder, nelle prove del Gran Premio del Belgio. Malauguratamente anche Pironi non avrebbe concluso la stagione, vittima di un tremendo schianto nel corso delle prove del Gran Premio di Germania ad Hockenheim. Le numerose fratture alle gambe posero fine alla carriera del pilota transalpino, che cinque anni più tardi sarebbe morto durante una gara di motonautica offshore presso l’isola di Wight. Questo è solo uno dei tanti episodi descritti nel libro, perché l’autrice ricoprì anche il ruolo di capo ufficio stampa del Circus durante la presidenza di Jean Marie Balestre:” Che personaggio…l’avevo ribattezzato il Re Sole.” In seguito, dopo l’esperienza maturata nell’ambito motociclistico, i coniugi Nosetto decisero di lasciare i campi di gara, pur continuando a seguire le competizioni in tv: la passione non si cancella. E proprio per questo motivo dal 2014, in Renata Nosetto è maturata la volontà di lasciare una preziosa testimonianza, in modo che la storia non potesse essere dimenticata. “Amo la storia – confessa l’autrice – perché ti aiuta a non morire e così facendo ho voluto far rivivere mio marito.”

 

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