Formula 1

Published on Novembre 1st, 2020 | by redazione

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GP dell’Emilia Romagna

Imola, trionfo di Hamilton e Mercedes Campione – di Carlo Baffi

La striscia di vittorie e record firmate dal binomio Mercedes e Lewis Hamilton continua ad allungarsi. Teatro della nuova impresa, l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola dove s’è svolto il Gran Premio dell’Emilia Romagna. Trattasi della 13esima prova del mondiale di Formula Uno 2020, nonché terza gara italiana della stagione dopo Monza ed il Mugello e per gli amanti delle statistiche, 100esimo Gran Premio della storia corso nel nostro paese. Un evento che purtroppo s’è svolto a porte chiuse, malgrado fossero già stati venduti i biglietti. La seconda ondata di Covid-19, ha costretto gli organizzatori a prendere tutte le precauzioni del caso escludendo tifosi ed appassionati. Un evento che a differenza degli altri s’è distribuito solo su due giorni: un turno di libere e le qualifiche il sabato e la corsa la domenica. Un format che a nostro avviso va valutato attentamente prima che qualcuno ipotizzi la sua introduzione negli anni futuri.

Dunque,  il Circus ha fatto ritorno in riva al Santerno dopo quattordici anni. L’ultima volta era il 2006, a vincere fu Michael Schumacher sulla Ferrari davanti alla Renault di Fernando Alonso Campione del Mondo in carica. Unico superstite di quella corsa presente oggigiorno sulla griglia, Kimi Raikkonen. In quel fine settimana ad Imola anche Hamilton c’era, ma come concorrente nella categoria GP2 Series (attuale Formula 2), che l’avrebbe visto conquistare il titolo prima di debuttare nella massima serie l’anno dopo sulla McLaren-Mercedes. L’inglese, a quel tempo 21enne, era già considerato un talento allo stato puro, ma incappò in un fine settimana da dimenticare. Si prese infatti una bandiera nera in gara 1 per somma di infrazioni e giunse solo decimo in gara 2. Da allora ne è passato di tempo e ieri Lewis s’è riscattato ampiamente su un tracciato che nel frattempo ha subito un profondo restiling. Una pista vecchia scuola e nuova per tutti, che poteva provocare un rimescolamento dei valori in campo. Già, poteva….invece,  risultati alla mano non è cambiato praticamente nulla. Le qualifiche hanno visto ancora il dominio delle Mercedes con Valtteri Bottas agguantare la pole position (13^ in carriera) per soli 97 millesimi bruciando il compagno Hamilton. Una beffa che deve aver caricato ancora di più il britannico che dopo aver elogiato Valtteri, s’è fatto una profonda autocritica definendo da schifo il suo giro. Lewis ha apprezzato molto il circuito, dichiarando però che la carreggiata un po’ stretta avrebbe potuto rendere difficili i sorpassi. Opinione che poi sarà smentita. Terzo era Max Verstappen con la Red Bull, pronto a creare qualche grattacapo alle W11. Alle spalle dell’olandese spuntava un bravissimo Pierre Gasly, a conferma della sua ottima stagione con l’Alpha Tauri. Poi Daniel Ricciardo (Renault), Alexander Albon (Red Bull) e Charles Leclerc con la prima delle due Ferrari. Vettel era decisamente più indietro col 14esimo tempo. Rispetto al giorno precedente, la domenica faceva registrare 6 gradi in meno sull’asfalto (da 30° a 24°) ed il cielo era leggermente velato: condizioni tipicamente autunnali per il primo giorno di novembre. Allo spegnimento dei semafori, Bottas manteneva la testa, seguito da Verstappen autore di un ottimo start, anche se la sua posizione troppo avanzata rispetto alle linee che delimitavano la sua piazzola, sollevavano non poche perplessità. Anche Gasly scattava bene tanto da insidiare Hamilton, partito un po’ al rallenty. Il campione del mondo però riusciva a contenere l’avversario che doveva desistere e veniva superato da Ricciardo e si ritrovava negli specchietti Leclerc. Da sottolineare anche il buon avvio di Giovinazzi, che sull’Alfa Romeo risaliva dal 20° al 14° posto. Non mancavano pure i contatti: Magnussen si girava dopo esser stato urtato da Vettel alla Tosa e Stroll doveva riparare ai box per la sostituzione dell’ala rovinata in seguito ad un contatto con Ocon. Lotte che lasciavano alcuni detriti in pista. Mentre Bottas cercava di allungare, nelle retrovie si accendevano dei duelli interessanti: Kvyat attaccava Albon e Sainz aveva la meglio sulla McLaren gemella di Norris. All’ottavo dei 63 passaggi previsti, doccia fredda per Gasly, che via radio veniva richiamato ai box per un problema tecnico che avrebbe posto fine alla sua gara. Un guasto provocato dalla perdita di pressione dell’acqua. Peccato per il giovane transalpino, partito con le gomme soft e deciso a recitare il ruolo di protagonista. I tre di testa, tutti con le medie, procedevano a distanza ravvicinata davanti a Ricciardo e Leclerc, che al giro 14 faceva il suo primo pit-stop montando le dure. Scelta condivisa, la tornata successiva, pure da Albon, Ricciardo e Kvyat. Al 19° passaggio, ecco la svolta. Verstappen si fermava per “calzare” anch’egli le dure. Hamilton, con la pista libera iniziava così a pigiare sull’acceleratore mandando un chiaro messaggio via radio:” Non fermatemi”. Segno che stava trovando il ritmo giusto e poteva dare inizio alla sua offensiva. Dal box Mercedes richiamavano Bottas, che rientrava in pista con le hard, davanti a Verstappen, ma dietro a Lewis. “Hammertime” era sempre più in palla ed inanellava continui giri veloci. Solo la presenza di alcuni doppiati avrebbe rallentato per poco la sua marcia. Nelle retrovie, Leclerc cercava di riportarsi sotto e superava di forza Magnussen all’esterno della Tosa, portandosi dietro Albon. Era il 30° giro, quando la Renault di Ocon si fermava lungo il tracciato. La conseguente Virtual Safety Car era sfruttata da Hamilton che effettuava la sua sosta dopo aver siglato un nuovo giro record, tornando in pista sempre da leader. La neutralizzazione durava pochissimo e la corsa riprendeva con Bottas secondo e Verstappen sempre più vicino. A complicare la guida del finnico, arrivava pure un avviso dai suoi tecnici in merito ad un problema legato al fondo della sua W11, danneggiato al secondo giro da un detrito. Vettel intanto era salito quarto grazie alla decisione di ritardare il cambio delle coperture, così come Raikkonen. Il ferrarista si sarebbe fermato alla 40esima tornata, ma complice un problema all’anteriore destra avrebbe perso oltre 10”, vanificando quanto di positivo aveva compiuto sino a quel momento.  Nelle posizioni di vertice, Verstappen si faceva sempre più minaccioso e Bottas faticava non poco a respingere gli assalti. Il finlandese sarebbe capitolato di li a poco, complice un errore alla Rivazza che lo vedeva finire largo, lasciando così il varco aperto al suo rivale. La conquista del posto d’onore veniva salutata da “Mad Max” con un’esultanza via radio. Hamilton però era ormai imprendibile e con Bottas sempre più staccato le posizioni di testa parevano ormai essersi stabilizzate. Doveroso usare il condizionale perché a dodici tornate dal termine la Red Bull dell’olandese finiva improvvisamente nella ghiaia alla curva Villeneuve, arrestandosi.:” S’è rotto qualcosa !” diceva Max via radio. Grazie ai replay, si vedeva che la sua RB16 aveva colpito un detrito finito poi per provocare lo scoppio della gomma posteriore destra. La direzione gara mandava subito in pista la safety car e di conseguenza andava in scena una nuova sequenza di pit-stop. Entrava subito Bottas, poi era la volta di Perez, Kvyat, Sainz, Hamilton, Vettel ed altri. Tutti quanti si ripresentavano in pista con le soft, per la parte finale di gara. La permanenza in pista della vettura di sicurezza era però destinata protrarsi, complice l’uscita di pista di George Russell alla curva delle Acque Minerali. Nello scaldare le gomme, il britannico aveva perso il controllo della sua Williams, compromettendo così il preziosissimo decimo posto che stava occupando. Eloquente il suo commento via radio:” …non so cosa dire…” ed il gesto di stizza con cui sfogava tutto il suo rammarico una volta abbandonata la monoposto. Con i concorrenti ormai in fila indiana, la safety car s’apprestava a rientrare quando mancavano solo cinque passaggi alla bandiera a scacchi. Nonostante la superiorità manifestata fino a quel momento, Hamilton era dunque chiamato ad una nuova fatica; in teoria Bottas avrebbe potuto tentare di giocarsi il tutto per tutto. Il britannico iniziava così a zig-zagare per poi dare lo strappo una volta giunto in prossimità della linea di ripartenza. Manovra che puntualmente riusciva e con Bottas che vedeva allontanarsi la sagoma della Mercedes numero 44. Dietro però s’accendeva la bagarre. Perez cercava di passare Albon per arpionare la sesta piazza. Il thailandese opponeva resistenza, ma finiva col girarsi evitato per miracolo da Sainz e sfilato dalle altre vetture. Un brutto errore, che potrebbe compromettere il suo futuro in Red Bull, peraltro sempre più precario. Corpo a corpo anche tra Leclerc e Kvyat in battaglia per la quarta posizione. Il russo dell’Alpha Tauri era veramente indiavolato ed alla Piratella infilava il monegasco all’esterno. Il ferrarista finiva così nel mirino di Perez, affamato di punti. Così come Hamilton, che malgrado un trionfo ormai certo andava a caccia del giro veloce abbassando il record per ben due volte. L’ultima proprio nel “final lap”, in cui fermava i cronometri sul tempo di 1’15”484. Bottas chiudeva alle sue spalle, secondo, a 2 secondi e 5. Nel post-gara, Valtteri non nasconderà la propria delusione:” Ero partito bene, poi durante il secondo giro, alla curva 7 ho preso un detrito (staccatosi dalla Ferrari di Vettel). L’avevo visto e non sono riuscito ad evitarlo e la vettura non è più stata la stessa.” Il terzo gradino del podio (secondo della stagione) veniva conquistato meritatamente da Ricciardo, dopo aver respinto il ritorno di un ottimo Kvyat, giunto quarto; altro risultato da incorniciare per la ex-Minardi, nonché Toro Rosso. Quinto finiva Leclerc, salvatosi dall’arrembante Perez. A seguire Sainz, Norris e le due Alfa Romeo di Raikkonen e Giovinazzi. Tredicesimo e fuori dalla “top ten” Vettel, questa volta beffato da un pit-stop disastroso (e non per colpa sua) che ha compromesso il suo lodevole primo stint. La parata delle due Frecce Nere nel giro d’onore suggellava la conquista matematica del Titolo Costruttori da parte della scuderia anglo-tedesca: il settimo consecutivo.

Un nuovo primato che cancellava i sei vinti dalla Ferrari nell’era targata Schumacher. La grande festa continuava durante la cerimonia del podio, dove un euforico Ricciardo s’abbandonava al singolare rito della bevuta di champagne dalla sua scarpa. Scena che vedeva protagonista anche Hamilton, che accettava di partecipare al brindisi sorseggiando il vino versatogli dall’australiano nell’altra calzatura reduce dalla corsa. Davvero originale e simpatico l’australiano, prossimo pilota della McLaren. In virtù dell’ordine d’arrivo, Hamilton a quota 282 (alla 93esima affermazione) è sempre più vicino alla conquista della settima corona iridata (raggiungendo così Schumacher). Bottas lo segue con 197 punti, 35 in più di Verstappen. Tra i costruttori alle spalle della Mercedes Campione (p.ti 479), troviamo la Red Bull con 226 punti e la Renault divenuta terza forza con 135. A ridosso seguono McLaren e Racing Point con 134. Più indietro la Ferrari con 103. Per il Cavallino il weekend di casa, non è andato poi così male, considerando il fatto che il tracciato del Santerno non s’addiceva alle caratteristiche della problematica SF1000, che però pare stia facendo dei passi avanti grazie alle nuove soluzioni tecniche adottate. Ed a dimostrarlo, oltre al piazzamento di Leclerc, è stata la corsa di Vettel, non relegato nelle ultime posizioni per buona parte della competizione. A tenere banco nel dopo gara sono state alcune frasi pronunciate da Hamilton e Wolff in merito alle prospettive future. “Mi piacerebbe essere qui il prossimo anno – diceva l’esacampione – ma non ne ho la certezza.” E a sua volta Wolff confessava:” Se Lewis decidesse di lasciare la F.1, cosa che non credo possa accadere, ci sarebbe un terremoto nel paddock, con un mercato piloti molto frenetico.” Ma a rendere ancora più enigmatica la situazione, il manager austriaco ammetteva la possibilità di ricoprire prossimamente  un nuovo ruolo; tant’è che avrebbe già individuato un suo possibile sostituto, del quale ha taciuto il nome. Di sicuro, è anomalo che a quattro Gran Premi dalla fine non sia stato ancora ufficializzato il rinnovo contrattuale tra Hamilton e la Stella a Tre Punte. Pensare ad un 2021 senza il grande recordman ci pare poco probabile, però è giusto riflettere su quanto espresso oggi da questi due primi attori del Circus.

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