Published on Ottobre 11th, 2020 | by Massimo Campi
0G.P. dell’Eifel
Hamilton sul trono di “Kaiser” Schumacher – di Carlo Baffi
Sono quasi le sedici di domenica 11 ottobre 2020, quando Mick Schumacher figlio del grande Michael sette volte iridato, consegna il casco rosso del padre a Lewis Hamilton, fresco vincitore del Gran Premio dell’Eifel. Un passaggio di consegne per celebrare il 91esimo successo in F.1 del pilota inglese, che eguaglia il record del campione teutonico. L’ultimo trionfo di Michael risale al 1 ottobre 2006, in Cina ed al volante della Ferrari. Una sorta di cerimonia ufficiale che ha luogo in mondo visione durante le interviste in parco chiuso appena terminata la gara. Una consacrazione, che per uno strano gioco del destino ha come palcoscenico un tracciato tedesco, considerato un po’ la casa di Schumi: il Nurburgring. Ovviamente ci riferiamo al nuovo circuito sorto nel 1984, che però conserva sempre certo fascino dal momento che al suo “fianco” è tutt’ora attiva la vecchia Nordschleife, una delle piste più temute al mondo, dove si sono scritte pagine leggendarie del motorsport. L’unica nota un po’ stonata, a voler essere pignoli, riguarda il casco regalato che risale ai tempi in cui Schumacher correva per la Mercedes. Ovvero l’ultimo periodo della carriera del fuoriclasse, ormai avviato verso il viale del tramonto, in cui i risultati furono molto al di sotto delle aspettative. Le 91 vittorie vennero siglate dapprima con la Benetton e poi con la Ferrari, il cosiddetto “dominio rosso”. Unico elemento griffato col marchio del Cavallino, il giaccone delle Ferrari Driver Academy indossato da Mick. Ma come dice il proverbio:” … a caval donato…..” Al di là delle battute, Hamilton ha mostrato tutto il suo entusiasmo nel ricevere questo prezioso dono carico di significato, tant’è che dopo averlo alzato verso il cielo come uno scettro, se l’è portato sul podio. L’esacampione non ha nascosto la sua emozione per il traguardo raggiunto, un preludio alla settima corona iridata che s’appresta a conquistare raggiungendo un altro primato detenuto da “Kaiser Schumi”. Anche quel giorno sarà una data storica, come quella ieri.
Fino a qualche anno fa pareva impensabile che qualcuno fosse in grado di raggiungere quanto conquistato dall’asso di Kerpen. Invece “Hammertime”, grazie al suo talento e ad una monoposto che da anni detta legge, sta demolendo tutti i record possibili e immaginabili. E a dichiararlo è lui stesso: ”…ricordo quando giocavo con Michael con i videogiochi di F.1, non pensavo che potessi avvicinarlo, figurarsi eguagliarlo ”. Parole che la dicono lunga, pronunciate al termine di un Gran Premio che non è stata proprio una passeggiata per il britannico. Nelle qualifiche era stato beffato dal suo compagno Valtteri Bottas, che all’ultimo aveva piazzato due giri perfetti, assicurandosi la terza pole stagionale, seconda consecutiva dopo Sochi, dove aveva pure vinto. Dopo la Russia, il finlandese diceva di essere rinato e l’ha dimostrato anche ieri al via. Allo spegnimento dei semafori Lewis allungava, ma Valtteri replicava con autorità riprendendosi la prima posizione alla curva 2. Dietro di loro, Verstappen era terzo, mentre Leclerc manteneva la quarta piazza. Il monegasco era infatti riuscito a conquistare la seconda fila in qualifica portando una ventata di ottimismo nel box del Cavallino. Alle sue spalle però si profilava minacciosa la Renault di Daniel Ricciardo scattato dalla terza fila, che dopo essersi portato negli scarichi della SF1000 non esitava ad affondare il colpo. Il ferrarista non mollava costringendo l’avversario al bloccaggio; una capitolazione rimandata di li a poco, quando l’australiano effettuava il sorpasso con grande maestria alla curva 1. Scalato al quinto posto, Leclerc doveva guardarsi da Perez e Norris e solo la lotta all’arma bianca tra questi due, gli permetteva di guadagnare un po’ di terreno e riparare ai box per montare le gomme medie. Nel frattempo Hamilton aveva fatto segnare due giri veloci, cercando di mettere pressione sul capofila. Intorno al decimo passaggio iniziava a cadere una leggera pioggerella che due giri dopo si trasformava in una doccia fredda per Bottas. La sua W11 rallentava e dopo aver inchiodato alla prima curva doveva cedere la testa ad Hamilton. Valtteri riparava subito ai box, montava le medie e rientrava in pista andando a caccia di Ricciardo che lo aveva sopravanzato. Al giro 15 la corsa veniva neutralizzata dalla virtual safety car al fine di recuperare la Williams di Russell fermatasi dopo l’urto subito da Raikkonen. Un’occasione sfruttata da Hamilton e Verstappen per effettuare il pit-stop ed uscire con le medie senza aver perso posizioni. Con la ripartenza della gara Bottas procedeva terzo dopo essersi liberato di Ricciardo. Tutto faceva pensare ad una rimonta del finlandese, quand’ecco la seconda doccia gelata. Via radio lanciava l’SOS:” No power !” Dal muretto box gli consigliavano di cambiare alcune regolazioni. Ogni tentativo era vano ed alla fine Bottas si avviava mestamente ai box dove si sarebbe consumato il suo ritiro. Stessa sorte anche per Ocon e Albon. La gara proseguiva con le posizioni di testa invariate: Hamilton, Verstappen e Ricciardo. Leclerc, complici le soste ed i ritiri dei rivali era risalito quarto, ma doveva difendersi dagli assalti di Perez. Tra i due s’accendeva una lotta serrata, col monegasco pronto a replicare al messicano che però alla fine riusciva a sopravanzare la Ferrari. La rossa numero sedici rientrava per la seconda sosta evitando l’attacco da parte di Sainz, unico pilota della McLaren competitivo, dal momento che Lando Norris dopo un buon avvio, aveva iniziato a lamentare problemi alla power unit. Noie che l’avrebbe costretto ad alzare bandiera bianca al giro 43. Malgrado l’inglese avesse parcheggiato la sua MCL35 in una via di fuga, la direzione gara decideva di mandare in pista la safety-car per cinque tornate. Forse per rimescolare un po’ le carte ? Mah… I piloti di vertice effettuavano il secondo pit-stop ed una volta in pista si apprestavano a disputare gli ultimi dieci passaggi. Prima del restart Hamilton rallentava per poi schioccare all’improvviso la cosiddetta frustata. Manovra che consentiva al britannico di mantenere saldamente la leadership, mentre alle sue spalle si scatenava la bagarre. Ricciardo provava a superare Verstappen, ma veniva attaccato a sua volta da Perez e Sainz. Se Max riusciva a difendere il secondo posto, anche Daniel respingeva senza esitazione i rivali. Il Gran Premio s’avviava così alla conclusione con Hamilton lanciato verso un trionfo storico. Dopo sessanta giri la bandiera a scacchi poneva così fine alle ostilità. Dietro ad “Hammertime” giungevano Verstappen (autore del giro più veloce) e Ricciardo, bravo a respingere le insidie portategli dall’indomabile Perez. Un risultato davvero importante per Daniel e la Renault. Il driver di Perth non saliva sul podio dal 2018, mentre la Renault da nove lunghi anni. A completare la Top 10, Perez, Sainz, Gasly, Leclerc, Hulkenberg (che ha sostituito all’ultimo istante Stroll) Grosjean e Giovinazzi sull’Alfa Romeo-Ferrari. Delusione per Vettel, undicesimo e reduce da un duello coriaceo con la Haas-Ferrari di Magnussen. Dodicesimo Kimi Raikkonen con l’altra Alfa, che sicuramente avrebbe voluto festeggiare in un altro modo il suo 323° Gran Premio. Un traguardo che lo elegge a pilota veterano del Circus: il record apparteneva a Berrichello con 322. La gara di “Iceman” è praticamente terminata dopo la collisione con Russell, che gli ha procurato 10” di penalità. A sei round dalla fine, Hamilton prosegue la sua fuga solitaria con 231 punti. Secondo è Bottas con 161 e terzo Verstappen con 147. Lo zero marcato al Nurburgring, complice il cedimento della power unit di Stoccarda, complica non poco il mondiale del finnico. Senza storia il mondiale costruttori. La Mercedes detta legge a quota 391. La Red Bull si porta a 211 e la Racing Point a 120, decisamente più staccata.
Immagini © Mercedes Press