Formula 1

Published on Settembre 13th, 2020 | by redazione

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G.P. Toscana 2020

Hamilton domina al Mugello – di Carlo Baffi

E’ passata solo una settimana dal Gran Premio d’Italia, definito da tutti una delle gare più folli viste in Formula Uno negli ultimi anni. Ed ecco che il Gran Premio di Toscana Ferrari 1000, prima volta della Formula 1 al Mugello, ci regala maggiori emozioni. Per dirla in breve due bandiere rosse, tre ripartenze da fermi, safety car, tanti sorpassi e purtroppo anche molti, anzi troppi incidenti e pure brutti. Si pensi che a tagliare il traguardo sono state solo dodici monoposto. Si sapeva benissimo che il circuito toscano non era come i moderni “Tilkodromi” e che avrebbe complicato non poco il lavoro dei piloti. Un layout molto impegnativo, sinuoso, pieno di insidie in quelle cosiddette curve da pelo, dove chi sbaglia la paga cara. Un tracciato forse un po’ stretto per le moderne vetture da Gran Premio e i botti che si sono visti ne sono una dimostrazione. Fortunatamente non s’è fatto male nessuno e i danni li hanno subiti solo le carrozzerie, merito dell’alto grado di sicurezza raggiunto nel Circus. Una pista vecchio stile molto apprezzata dai drivers, in primis da Lewis Hamilton, il vincitore. Qualcuno ora potrà parlare di un risultato quasi scontato e non imprevedibile come quello di Monza, ma per imporsi il britannico ha dovuto sudare veramente sette camice; mica le galoppate in solitario viste in altre situazioni.

Per sua stessa ammissione, l’esacampione ha confessato di sentirsi come uno che aveva corso tre gran premi in un solo giorno, senza mai perdere la concentrazione e spingendo sempre al massimo; non a caso alla fine è parso abbastanza provato. Ma andiamo con ordine. Già nel giro di ricognizione, uno dei possibili protagonisti lancia l’SOS via radio. E’ Max Verstappen, piazzatosi terzo in qualifica, che lamenta problemi alla sua power unit Honda. Una volta sulla griglia, i meccanici si avventano sulla Red Bull e alla fine l’olandese può prendere il via. Allo spegnimento dei semafori, Bottas brucia il poleman Hamilton e va al comando. Buono lo spunto di Leclerc che da quinto si mette dietro alle due Mercedes. Neanche il tempo di superare la prima curva, che nelle retrovie s’innesca un incidente a catena. Ne restano coinvolti Raikkonen, Sainz, Vettel, Verstappen e Gasly. Questi ultimi due terminano sono costretti ad alzare bandiera bianca. L’olandese, complice il problema avuto prima del via, s’è ritrovato senza potenza ed è stato risucchiato dal gruppo finendo nel mucchio selvaggio. Al fine di permettere di pulire la pista dai detriti, entra in azione la safety car che neutralizza la corsa fino al settimo dei 59 giri previsti. Nella ripartenza lanciata, Bottas attende sino all’ultimo prima di dare l’accelerata, ciò al fine di non offrire la scia agli avversari. Si genera una sorta di effetto elastico, che induce chi arriva dalle retrovie a frenare bruscamente. Latifi schiva all’ultimo la Haas di Magnussen, che però viene centrata da Giovinazzi (troppo vicino per schivarlo), che rischia di decollare e che viene a sua volta tamponato da Sainz.

Uno botto da brividi, con i piloti miracolosamente incolumi. Sul rettilineo di partenza restano ferme le vetture incidentate con parecchi rottami sparsi, una condizione che spinge la direzione gara ad esporre la bandiera rossa. Da notare, come molto intelligentemente Raikkonen e Vettel si siano tenuti alla larga dalla bagarre di centro gruppo, restando nelle ultime posizioni evitando la carambola. Colpiscono le parole di Sainz, che uscito dalla sua McLaren non nasconde lo spavento, parlando di uno schianto a 290 kn/h:” Non voglio più trovarmi in una situazione così.” Anche Giovinazzi è scosso:” Siamo fortunati a stare bene.” Di questa sosta forzata, ne approfittano alcuni per montare nuovi pneumatici: Hamilton e Bottas ad esempio optano per le medie, Leclerc invece per le soft. Quando scoccano le 15.55, tutto è pronto per il secondo via. Bottas è ancora lesto a scattare al comando, Hamilton dapprima indugia subendo l’attacco di Leclerc, ma dopo essersi difeso lancia l’assalto al compagno, lo passa magistralmente all’esterno della curva San Donato e diventa il nuovo leader. Dietro Leclerc procede in terza piazza, illudendo un po’ i tifosi del Cavallino. Deve però tenere a bada Stroll che sta mordendo l’asfalto e si avvicina sempre più. Al giro 18, il canadese si porta in scia al monegasco e lo infila alla curva uno. Da li in avanti, per il ferrarista inizia un vero e proprio calvario, venendo sverniciato in sequenza da Ricciardo, Albon e Perez. In poche tornate, passa da terzo a settimo. Da qui la decisione di montare le gomme bianche, ovvero le dure. In difficoltà anche Vettel sull’altra rossa, plafonato all’undicesimo posto senza riuscire ad agganciare George Russell sulla modesta Williams. Nel frattempo Hamilton aumenta il gap da Bottas che via radio chiede al team un nuovo set di gomme diverse da quelle del capofila. Segno che il finnico cerca in tutti i modi  di dare del filo da torcere al Campione del Mondo. Valtteri effettua la sosta al 31° passaggio e calza le gomme medie. Stessa scelta anche per Lewis, due tornate dopo. Nuovamente in pista, Hamilton è sempre in vetta. Alle sue spalle Bottas, Ricciardo autore di un’ottima prestazione con la Renault, Stroll, Albon, Perez, Norris e Leclerc che resiste all’Alpha Tauri di Kvyat. Charles riparerà nuovamente ai box per mettere le medie e tentare un’altra strategia. Se la lotta per la testa non offre particolari emozioni, ci pensano invece Ricciardo, Stroll ed Albon a dare fuoco alle polveri. I tre sono molto vicini e altrettanto decisi ad arpionare il podio. Arriviamo così alla 43esima tornata. La Racing Point del canadese sta cercando di farsi sotto alla Renault dell’australiano, quando tra l’Arrabbiata 1 e 2 esce di pista, plana velocemente sulla sabbia finendo violentemente contro le barriere. Un impatto ad oltre i 282 km/h che distrugge la RP20,  in cui Lance rimane per fortuna illeso e dopo aver rassicurato via radio il team sulle sue condizioni, parla di foratura. Dai replay televisivi si scoprirà infatti che poco prima di perdere il controllo dell’auto, un detrito ha colpito la gomma anteriore della Racing Point. I commissari cercano di rimuovere rapidamente la monoposto incidentata da cui esce fumo dal retrotreno, ma gli steward decidono per una seconda bandiera rossa. Le vetture tornano così in pit-lane e cambiano nuovamente le coperture.

I piloti di testa scelgono set di soft ovviamente usate, dal momento che nessuno dispone più di gomme nuove. Passano circa 25 minuti e va in scena il terzo start dalla griglia. Hamilton questa volta non si fa sorprendere e mantiene la leadership a differenza di Bottas che cede il passo a Ricciardo partito a razzo. Daniel è lanciatissimo e tenta perfino di insidiare il leader che però non si scompone più di tanto. Le speranze della Renault sono destinate sfumare poco dopo, quando Bottas si riprende la piazza d’onore. Anzi, Ricciardo si ritrova pure contenere il ritorno di Albon sull’unica Red Bull rimasta in pista. Il thailandese è molto motivato a dimostrare tutto il suo valore. Secondo radio box, il successo a Monza di Gasly potrebbe aver messo a rischio il suo posto nel team di Chris Horner. A otto passaggi dalla fine, Alexander affonda il colpo vincente. Giunto alla San Donato esce dagli scarichi della Renault e si prende il terzo posto. E’ questa l’ultima emozione del Gran Premio. Bottas tenta di ridurre il divario da Hamilton, che però replica prontamente giocando quasi al gatto col topo. All’ultimo giro si spengono definitivamente le velleità di Valtteri, con Lewis che sigla il giro più veloce in 1’18”833. La W11 numero 44 taglia vittoriosa il traguardo ed “Hammertime” può così festeggiare il suo 90° trionfo nella massima serie. Ormai gliene manca solo uno per eguagliare il record detenuto da Michael Schumacher. Stesso discorso per la lotta iridata,  con Hamilton ormai prossimo a festeggiare le sette corone come “Kaiser Schumi”.

Proprio il pilota da cui ereditò il volante Mercedes nel 2013. Bottas secondo, completa la doppietta delle Frecce Nere, confermando la superiorità imbarazzante della scuderia di Toto Wolff. Sul terzo gradino sale quindi Albon. Quarto è Ricciardo su una Renault sempre più solida, davanti a Perez e Norris. La prima Ferrari è quella di Leclerc, giunto ottavo superando Raikkonen. Da rilevare però, che il finlandese dell’Alfa Romeo è finito nono complice una penalità di 5”. A completare l’ordine d’arrivo: Vettel, Russell e Grosjean. Per il Cavallino un altro round da dimenticare, l’ennesimo, anche se si trattava del suo millesimo Gran Premio nella massima serie. Forse il quinto posto di Leclerc in qualifica aveva fatto sperare in qualcosa di meglio, ma i limiti della SF1000 sono evidenti. Di sicuro le rosse non hanno toccato il fondo come a Monza, ma per una leggenda come la Ferrari, è una magra consolazione.

immagini Mercedes press

 

 

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