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martedì 18 Marzo 2025

Gran Premio Italia nella storia: 12 settembre 2010 vince Alonso

La festa è tutta per Alonso e la Ferrari – di Carlo Baffi

Il campionato 2010 si presentò con alcune novità di rilievo. Fernando Alonso, dopo altri due anni con la Renault, poteva finalmente varcare i cancelli di Maranello, con cui aveva siglato un accordo già da tempo. L’ingaggio del top driver faceva ben sperare i tifosi del Cavallino. Il due volte iridato ereditava il volante di Kimi Raikkonen, che lasciato il Circus aveva scelto di dedicarsi al mondiale Rally. Da sottolineare il ritorno alle competizioni di “Kaiser Schumi”. Dopo una pausa di tre anni, il sette volte iridato si rimetteva in gioco ingaggiato dalla Mercedes che si ripresentava nella massima serie in veste di costruttore. L’ultima apparizione della Stella a tre Punte in F.1 risaliva al 1955 coi successi del grande Fangio. Un rientro tessuto ad arte dall’abilissimo Ross Brawn che dopo il trionfo iridato con la Brawn GP aveva ceduto la scuderia a Stoccarda monetizzando ampiamente il tutto e mantenendosi al timone della nuova compagine. Una proposta allettante per Schumi che ritrovava non solo il tecnico con cui aveva costruito il suo dominio in Ferrari, ma avrebbe avuto a disposizione la monoposto protagonista del 2009, che aveva laureato campione Jenson Button. Tra le scuderie in ascesa c’era infine la Red Bull Racing. Arrivata come sponsor nel Circus, la compagnia produttrice della famosa bevanda energetica era diventata proprietaria di ben due scuderie (la ex-Jaguar e la ex-Minardi, divenuta Toro Rosso) e si stava facendo largo grazie alle performance di una nuova promessa del motorsport: il tedesco Sebastian Vettel. Altra innovazione era rappresentata dal sistema di punteggio.

Anziché i 10 punti, al vincitore ne sarebbero andati 25, al secondo 20, al terzo 15, al quarto 10, al quinto 8, al sesto 6, al settimo 5, all’ottavo 3, al nono 2 ed al decimo 1. Sotto il profilo sportivo, il campionato s’era svolto all’insegna di un certo equilibrio e alla vigilia del Gran Premio d’Italia, la classifica vedeva in testa Hamilton (MaLaren Mercedes) con 182 punti, Webber (Red Bull Renault) 179, Vettel (Red Bull Renault) 151, Button (McLaren Mercedes) 147 e Alonso 141. L’asturiano però, dopo un inizio di stagione un po’ altalenante era in ripresa, tant’è che l’appuntamento monzese veniva visto come l’occasione per dare inizio alla cosiddetta “remuntada”. E le qualifiche confermarono l’ottimismo che regnava in casa del Cavallino. Alonso siglò la sua prima pole con la Rossa, per la gioia dei tanti tifosi presenti sugli spalti. Precedeva Button ed il compagno Massa sulla seconda F10. Webber era quarto, seguito da Hamilton e Vettel.

Le due Red Bull confermavano così i timori della vigilia, circa le difficoltà di adattamento su un circuito veloce come quello di Monza. In partenza Button era più lesto di tutti a prendere il comando, Alonso nel tentativo di resistergli lo urtava leggermente, fortunatamente senza conseguenze per entrambe le macchine. La bagarre proseguì alla Roggia con lo spagnolo che doveva difendersi dall’attacco di Massa, che a sua volta subiva l’assalto di Hamilton. Le vetture si urtarono con conseguente ritiro del britannico per la rottura del braccetto della sospensione. Button intanto guadagnava un discreto margine su Alonso, più distante il gruppo guidato da Massa, Rosberg, Kubica, Hulkenberg e Vettel. La battaglia tra i due di testa continuava sul filo dei centesimi e si arrivava al momento decisivo, quello delle soste. Button rientrava al 36° passaggio, Alonso il giro dopo e grazie alla rapidità dei meccanici del Cavallino rientrava davanti al pilota della McLaren. Divenuto il nuovo leader, Alonso allungava su Button rallentato nel doppiaggio di una Virgin. Il ferrarista manteneva il controllo della situazione e s’avviava verso il successo. A tre giri dalla fine era protagonista di un taglio alla prima variante mentre doppiava De La Rosa, unico brivido in una gara condotta con grande autorevolezza. A Button non restava che accontentarsi della piazza d’onore, precedendo la seconda Ferrari, quella di Massa. Vettel concludeva quarto precedendo Rosberg e Webber. Corsa opaca per Schumacher, solo nono, a conferma di una stagione sottotono.

Con questo successo, il terzo stagionale, Alonso faceva un bel balzo in classifica, favorito dallo zero rimediato da Hamilton e dai pochi punti rimediati dai suoi avversari. L’iberico occupava infatti il terzo posto a quota 166, preceduto da Hamilton (182) e Webber, nuovo leader a 187. Ma il cammino verso l’iride avrebbe riservato ancora sorprese. Alla vigilia dell’ultimo Gran Premio ad Abu Dhabi, Alonso si sarebbe presentato in testa alla classifica con sei lunghezze di vantaggio nei confronti di Webber e ben 15 su Vettel. Un discreto margine, che però venne vanificato da alcuni errori del muretto Ferrari, che in pratica consegnò la corona iridata a Sebastian Vettel. La prima per il nuovo astro nascente della Red Bull Racing.

Immagini © Massimo Campi

 

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