Storia

Published on Settembre 2nd, 2020 | by redazione

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Gran Premio Italia nella storia: 9 settembre 1990 vince Senna

Nella lotta tra i due piloti McLaren il brasiliano conquista la vittoria nel 1990 – di Carlo Baffi

Il Campionato riproponeva la lotta tra Senna e Prost, i grandi rivali delle ultime due stagioni. Ma se prima entrambi correvano per la stessa scuderia, la McLaren-Honda, ora il francese era passato alla Ferrari portando in dotazione il numero uno di campione del mondo, conquistato dopo il G.P. del Giappone 1989, tra un mare di polemiche, che non si erano affatto sopite. Il bilancio prima di Monza (quint’ultimo round stagionale), vedeva il brasiliano in testa con 63 punti (5 vittorie) ed il francese secondo a quota 50 (quattro successi). Un duello tra McLaren e Ferrari proseguito anche nelle qualifiche con Senna autore della pole e Prost dietro a 0,402. A seguire Berger sulla monoposto anglo-nipponica e Mansell sulla seconda rossa. La partenza fu regolare, ma alla fine del primo giro il Gran Premio piombò nel terrore. Derek Warwick uscì dalla Parabolica troppo largo, probabilmente   perché troppo veloce. La sua Lotus-Lamborghini finì sull’erba, a quasi 250 orari impattò contro le barriere, si mise di traverso ed iniziò a capottarsi. La corsa del bolide proseguì per circa ottanta metri rientrando sul tratto di pista all’inizio del rettilineo, dove si arrestò capovolta. Fortunatamente venne evitata dai piloti che stavano transitando in piena velocità. Inutile dire che si temette il peggio, dal momento che il pilota era bloccato nell’abitacolo e la vettura era carica di carburante. Però grazie alla solidità della scocca e del roll-bar, Warwick era rimasto illeso; si muoveva e dopo essersi slacciato le cinture si calò dalla monoposto strisciando sull’asfalto. Una volta in piedi, l’inglese per nulla sotto shock si precipitò ai box dove risalì sul muletto a disposizione pronto a schierarsi per la ripartenza. La corsa era stata infatti sospesa. Al secondo via, Senna andò in testa seguito da Berger che aveva passato Prost. In quei primi giri si mise in luce Jean Alesi, che scattato dalla quinta posizione ebbe la meglio dei due ferraristi portando la sua Tyrrell-Ford addirittura in terza posizione. Sogni di gloria che però svanivano dopo due sole tornate. Forse sulle ali dell’entusiasmo il francese aveva spinto troppo ed al termine del rettifilo era andato fuori pista. Senna intanto procedeva sempre più spedito e sicuro; per sua stessa ammissione :” Dopo una decina di giri, i serbatoi hanno cominciato a svuotarsi, i freni funzionavano meglio ed ho potuto accelerare il ritmo e mantenere la posizione di testa con meno affanno. Il motore andava bene – spiegava il brasiliano nel dopo gara –   ma non spingevo mai al massimo delle mie possibilità. Mi sono sempre lasciato un piccolo margine da usare in caso di necessità.” Del resto era coperto dal fido Berger, abilissimo a favorire la marcia del compagno. Seppur fosse più veloce di Ayrton, Gerhrad non intendeva creare situazioni pericolose. Forte di quel vantaggio accumulato, Senna poteva gestire al meglio il ritorno di Prost tra 31° e 42° passaggio. Il ferrarista si portò a ridosso di Berger e sfruttando una sua indecisione (s’è scoperto poi che l’austriaco era alle prese con problemi a gomme e freni), lo superava alla Roggia. Il “Professore cercava allora di mettere sotto pressione Ayrton, che però replicava puntualmente sino a siglare il giro più veloce della gara. Il 61° Gran Premio d’Italia finiva praticamente qui. Le possibilità di vittoria per il transalpino erano praticamente ridotte a zero salvo imprevisti clamorosi, da qui la scelta di incamerare punti preziosi. Senna poteva così aggiudicarsi la sua prima vittoria nel Tempio della Velocità e allungare in classifica, portandosi a quota 72. In virtù del secondo posto, Prost saliva a 52 e Berger, giunto terzo seguiva a 37. Ancora più staccato il divario tra i costruttori: la McLaren comandava con 109 punti, contro i 72 della Ferrari ed i 44 della Williams-Renault. Ma se il Gran Premio era stata un po’ avaro di emozioni, ecco il colpo di scena nel dopo gara durante le conferenza stampa. Davanti ai tanti giornalisti assiepati in sala stampa, Prost ammetteva la scelta errata dei pneumatici, una sorta dei mea culpa davanti al grande nemico. A quel punto Carlo Marincovich firma prestigiosa del quotidiano “La Repubblica” prendeva la parola invitando i due a dimenticare le vecchie ruggini e fare pace :” …. Siamo in Italia, un paese dove avete tanti tifosi e avete appena disputato una bellissima gara. Perché non cogliete questa occasione ?” Una richiesta quanto mai inaspettata che inizialmente spiazzava i piloti e non solo loro, dopodichè Prost rompeva il silenzio :”…Io sono d’accordo …Se lo è anche Ayrton.” Senna allora prese la parola :” Quando il desiderio è una cosa reale e sincera è sempre benvenuto.” Il vincitore tornava a parlare di quanto accaduto a Suzuka l’anno prima, definendolo un episodio molto brutto e sottolineando che la gente ha la memoria corta ed è facile dimenticare il passato. “ Siamo professionisti – proseguì Ayrton – non abbiamo tante cose in comune, ma tutti e due abbiamo la stessa passione. Per questo motivo io sono aperto. Nel giorno in cui lui è capace di dire che questo desiderio è vero, io gli stringo la mano.” Parole a cui Prost aggiunse:” Ayrton sta dicendo una cosa molto importante. Ha ragione su quello che dice. Certo ha le sue motivazioni e le sue idee, ma abbiamo la stessa passione.” Il “Professore” ritornava con la memoria al casus belli legato al G.P. di San Marino del 1989,   quando fu proprio lui a rompere quel patto di non ostacolarsi. E dopo aver espresso il suo compiacimento per il duello iridato in corso, concluse affermando :”Quando sono in prima fila con lui, sono sicuro che non ci sarà mai un problema in pista.” (teniamo a mente queste parole !). Erano le 17.29 ed il Campione del Mondo si voltava verso Senna sorridendo e gli tendeva la mano. Dopo un attimo di esitazione, ecco Ayrton allungare la sua mano con Alain pronto ad abbracciarlo. Scattò l’applauso dei presenti con tutti i complimenti di rito. I due poi si congedarono soddisfatti di quanto accaduto. Col senno di poi, l’episodio di Monza si rivelerà non tanto una pace definitiva, quanto un breve armistizio.

Il 21 ottobre, ancora a Suzuka, Senna e Prost si giocavano per l’ennesima volta la corona iridata. Il francese doveva assolutamente vincere per tenere aperti i giochi, visto che Senna aveva nove lunghezze di vantaggio. I due partivano in prima fila. Al semaforo verde, Prost (trovandosi sulla parte più pulita della pista) prese il comando, il brasiliano però mantenne la traiettoria interna e all’ingresso della prima curva entrò in collisione con la Ferrari. Per entrambe le monoposto finite nella sabbia, la corsa era terminata e così pure il mondiale, con Senna campione. Tutti i buoni propositi e le parole pronunciate a Monza erano finite nel dimenticatoio in pochi secondi. Le polemiche infuriarono nuovamente per la manovra del paulista, ma la Federazione considerò l’episodio come un incidente di gara e non ci furono sanzioni. La riconciliazione tra i due sarebbe avvenuta quattro anni dopo, alla vigilia del tragico Gran Premio di San Marino.

immagini © Massimo Campi

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