Published on Agosto 31st, 2020 | by redazione
0Gran Premio Italia nella storia: 6 settembre 1970 vince Clay Regazzoni
Prima vittoria per Regazzoni nel fine settimana della tragedia di Rindt – di Carlo Baffi
Il quart’ultimo round iridato avrebbe dovuto consacrare Jochen Rindt, il campione austriaco che fino a quel momento aveva impresso la sua legge nel mondiale. Un talento allo stato puro, seguito da un manager molto abile, destinato a fare carriera nel Circus, Bernie Ecclestone. Dapprima alla guida della Lotus 49C e poi della rivoluzionaria 72 (frutto del vulcanico Colin Chapman), spinta dal motore Ford-Cosworth, Rindt aveva conquistato cinque successi in nove gare e si presentava a Monza in veste di leader della classifica piloti con 20 lunghezze di vantaggio su Jack Brabham e 25 su Denny Hulme. La sua marcia trionfale pareva inarrestabile, ma purtroppo non aveva fatto i conti con un destino cinico e baro. Nel corso delle qualifiche del sabato, Rindt rimase vittima di terribile incidente all’ingresso della curva Parabolica. La sua Lotus si schiantò a circa 240 km/h contro le barriere andando in frantumi. L’austriaco restò intrappolato tra i rottami e all’arrivo dei soccorsi apparve subito in condizioni disperate. Portato al centro medico del circuito i medici lo rianimarono, ma visto il quadro generale decisero di trasferirlo all’Ospedale di Niguarda a Milano. Purtroppo Rindt, cessò di vivere durante il trasporto a bordo del Centro Mobile di Rianimazione. La notizia fu un vero e proprio shock per tutto il Circus e la Lotus ritirò le proprie monoposto in segno di lutto. Malauguratamente in quel tragico 1970, erano scomparsi anche Bruce McLaren e Piers Courage: entrambi a giugno e sempre in pista. La pole fu appannaggio del belga Jacky Ickx sulla Ferrari 312B, più veloce di Pedro Rodriguez (BRM), di Clay Regazzoni (Ferrari) e Jackie Stewart (March).
In un clima ancora segnato dalla tragedia del giorno precedente, la corsa prese il via con Ickx subito al comando protetto da Regazzoni. Ma Stewart e Rodriguez non mollarono la presa dando vita ad una lotta serrata. Complici le temperature troppo alte, il belga non riusciva ad allungare. Il ticinese prendeva quindi la testa al 10° passaggio, per poi aiutare il compagno a tornare davanti. La sorte di Ickx era però segnata. Perse terreno ed al 26° giro dovette alzare bandiera bianca per la rottura della frizione. Nel frattempo anche la Ferrari di Ignazio Giunti lamentava problemi tecnici. A tenere alte le sorti del Cavallino restava Regazzoni che proseguiva la sua marcia da leader senza forzare troppo. Solo a venti tornate dal termine lo svizzero iniziò a dare gas facendo segnare tempi più veloci. Stewart e Beltoise però non demordevano ed al 55° giro, il francese si portò al comando con la sua Matra sfruttando il gioco delle scie. Clay però replicò immediatamente ripigliandosi la testa durante la tornata successiva. Da li in avanti il portacolori di Maranello non avrebbe commesso nessun errore e avrebbe tagliato vittoriosamente il traguardo. Dopo il primo podio in F.1 ottenuto poche settimane prima in Austria con il secondo posto, Regazzoni firmava il suo primo successo in un Gran Premio, nella stagione del suo esordio. Clay non dimenticherà mai quel fantastico giorno. Appena sceso dalla sua 312B, venne portato in trionfo dai tifosi che invasero la pista e osannato dai 150 mila presenti sulle tribune. Stewart chiuse secondo e Beltoise terzo. Per quanto concerne la classifica iridata, da li in poi nessun concorrente riuscì a superare i 45 punti di Rindt ed il titolo mondiale venne assegnato postumo al campione austriaco. Unico caso in tutta la storia della Formula Uno.