Published on Gennaio 2nd, 2020 | by Massimo Campi
0Dieci anni di endurance
2010 – 2019, dieci stagioni all’insegna delle gare di durata
Il secondo decennio degli anni 2000 ha visto l’affermarsi delle gare endurance e del nuovo World Endurance Championship, ma anche la successiva crisi del campionato mondiale dovuto all’abbandono dei competitor tedeschi a causa degli alti costi e dei tagli causati dallo scandalo del dieselgate. Protagonisti di questo decennio i grandi costruttori, Peugeot, Audi, Toyota e Porsche, ma soprattutto la tecnologia, sempre più specializzata. Motori turbo-diesel ad alte prestazioni, filtri antiparticolato, tecnologia ibrida con power unit sempre più complesse e costose, ma con un rientro tecnologico nelle future auto di serie. I prototipi endurance ibridi sono molto complessi, una vera palestra tecnica, tanto che i progettisti Porsche dichiarano “in una sola nostra vettura c’è un concentrato di tecnologia superiore a tutte le 20 monoposto che corrono in F.1 messe assieme!”
Le gare di durata nel primo decennio del secondo millennio vedono sempre più la 24 Ore di le Mans e l’ente organizzatore Automobile Club de l’Ouest come protagonisti. La maratona francese è la gara più famosa al mondo ed attira sponsor e competitor internazionali pronti a sfidarsi per conquistare il trofeo. Protagonista è l’Audi con l’imbattibile armata capitanata da Wolfang Ullrich e gestita da Reinhold Joest, che scommettono nelle gare di durata sperimentando innovazioni vincenti da trasferire sulle future auto di serie come i motori a benzina con iniezione ad alta pressione ed il turbodiesel ad alte prestazioni. Sull’esempio della casa degli anelli ritorna la Peugeot nelle gare di durata con l’innovativo prototipo a gasolio 908 HDI.
Con il rinnovato successo delle gare di durata nasce nel 2010 la prima serie mondiale: l’Intercontinental Le Mans Cup, o più semplicemente ILMC, una coppa intercontinentale articolata su tre gare, ognuna in un continente diverso ideata dalla ACO. Le prove inserite nel campionato 2010 erano la 1000 km di Silverstone in Europa, la Petit Le Mans di Road Atlanta in Nord America e la 1000 km di Zhuhai in Asia che comprendeva corse di durata per vetture Sport Prototipo e Gran Turismo. La prima edizione fu vinta dalla Peugeot 908 HDi FAP, prima in tutte e 3 le gare che ripeterà la vittoria nella stagione successiva. I Prototipi sono appositamente costruiti per le competizioni e non hanno alcun legame con le vetture di produzione, mentre le Gran Turismo derivano da vetture di serie modificate. A seconda delle classi queste modifiche possono essere molto estese.
A Le Mans è ancora dell’Audi il dominio. La 78ª edizione, disputata nel 2010, la prima della nuova serie intercontinentale, nella categoria principale, la LMP1, la casa di Ingolstadt ha conquistato l’intero podio con i suoi tre equipaggi. La vittoria è andata alla Audi R15 TDI guidata da Timo Bernhard–Romain Dumas–Mike Rockenfeller che erano partiti dalla quinta posizione. Subito dietro è giunto l’altro equipaggio dell’Audi Sport Team Joest composto da Fässler-Lotterer-Treluyer, settimo dopo le qualifiche. La terza R15 TDI di Dindo Capello, Tom Kristensen e Allan McNish chiude in terza posizione nonostante un incidente che li ha rallentati nella notte. La R15 TDI vincente ha percorso 397 giri coprendo una distanza di 5.410 km, nuovo record dell’attuale configurazione del circuito e in assoluto la migliore prestazione di percorrenza chilometrica nella storia della 24 Ore di Le Mans. Disfatta completa per la Peugeot. Le vetture francesi si sono alternate al comando per due terzi della gara, ma nelle ultime ore della gara tutti gli equipaggi al volante delle 908 HDI si sono dovuti ritirare per cedimenti di vario genere.
Anche nell’edizione 2011 la 24 ore di Le Mans verte sulla lotta tra le squadre ufficiali Audi e Peugeot, che schierano ognuna tre equipaggi ufficiali rispettivamente con le nuove Audi R18 TDI e Peugeot 908 (una 908 HDi FAP privata è inoltre schierata dalla Oreca). La gara vede la casa dei quattro anelli ritrovarsi dopo otto ore con una sola vettura in gara, dopo che le R18 TDI numero 3 e 1 con al volante rispettivamente Allan McNish e Mike Rockenfeller sono state costrette al ritiro a causa di violenti incidenti avvenuti durante il doppiaggio di vetture GT. Nonostante ciò l’Audi superstite, la numero 2 guidata da André Lotterer, Marcel Fässler e Benoît Tréluyer, riesce a tenere testa al forcing della squadra Peugeot, vincendo la gara con circa 14 secondi di vantaggio sulla 908 di Sébastien Bourdais, Pedro Lamy e Simon Pagenaud.
Ritorna il Campionato Mondiale nel 2012 con il WEC ed il regolamento per vetture ibride
Il FIA World Endurance Championship (WEC), è il campionato mondiale di gare di durata per vetture Sport Prototipo e Gran Turismo, organizzato dall’Automobile Club de l’Ouest e disciplinato dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA). Il WEC ha sostituito a partire dal 2012 la precedente Intercontinental Le Mans Cup, Come per il vecchio Mondiale Marche nato nel 1953 e defunto a fine del 1992, anche la prima gara della prima stagione del nuovo mondiale è stata la 12 Ore di Sebring, vinta dall’Audi con Dindo Capello, Tom Kristensen e Allan McNish. Nella serie corrono diverse classi di vetture, dagli Sport Prototipi (LMP) alle vetture Gran Turismo (LM-GTE), basate su automobili derivate dalla produzione di serie. Vengono assegnati i titoli di Campioni del mondo Endurance FIA ai Piloti ed ai Costruttori esclusivamente per la categoria LM-P1 e LM-GTE pro. Oltre a ciò, la FIA assegna diversi Trofei Endurance alle migliori squadre delle classi LM-P2, LM-GTE Pro e LM-GTE Am. Nella nuova serie WEC non corre la Peugeot, ritiratasi dalle competizioni internazionali per problemi di riorganizzazione aziendale. La grande innovazione regolamentare sta nella possibilità di utilizzo delle motorizzazioni a tecnologia ibrida-elettrica. Il testimone di sfidante dell’Audi passa nelle mani della Toyota ritornata a Le Mans l’esperienza di fine anni novanta. Sia i giapponesi che la Audi sfruttano la possibilità data dal nuovo regolamento, che sulle due Audi R18 E-tron Quattro schierate in corsa permette in certe situazioni stabilite dal regolamento di utilizzare la trazione su tutte e 4 le ruote data la posizione del sistema di propulsione elettrico sull’asse anteriore. L’Audi schiera inoltre due R18 Ultra ufficiali, versione non ibrida della R18 e-tron quattro, mentre la Toyota partecipa con due equipaggi al volante di altrettante TS030 Hybrid. La gara verte sulla sfida tra questi due costruttori, ma la Toyota termina presto la sua avventura, a causa di incidenti ad entrambe le vetture tra cui quello molto violento alla fine del rettilineo delle Hunaudières con una Ferrari 458 GTC di classe GTE-Am che toglie di gara la vettura numero 8 guidata in quel momento da Anthony Davidson. Da quel momento la lotta per la vittoria verte tra le due R18 ibride dell’Audi, libere da ordini di scuderia, con la battaglia che si risolve durante la mattina della domenica, quando la vettura numero 2, con Allan McNish al volante, va a sbattere durante un doppiaggio perdendo poi un giro per le riparazioni nei confronti della vettura numero 1 in quel momento condotta da André Lotterer che va a vincere la gara con i compagni Marcel Fässler e Benoît Tréluyer. È la prima vittoria di una vettura ibrida a quattro ruote motrici nella gara francese ed una indubbia pubblicità per la casa tedesca e per la tecnologia che inizia a diffondersi nelle vetture di serie.
Nel 2013 la 24 di Le Mans è vinta per il terzo anno consecutivo da una vettura dell’Audi Sport Team Joest, il cui equipaggio era formato da Tom Kristensen, Loïc Duval e Allan McNish. La gara, disputatasi in condizioni meteo molto mutevoli che hanno provocato vari incidenti e imposto numerosi ingressi delle safety car, è stata tragicamente caratterizzata dalla morte del pilota Allan Simonsen, protagonista di un violento impatto alla curva Tertre Rouge con la sua Aston Martin nelle primissime fasi della gara: estratto dalla vettura, il pilota danese è morto in ospedale. L’Audi è ancora la regina delle gare di durata ed i primi due titoli mondiali finiscono ad Ingolstadt, ma Toyota è pronta con la nuova vettura ibrida, molto più efficiente, che debutterà nella stagione successiva.
A partire dal 2014 FIA e ACO hanno posto maggiormente l’accento sull’efficienza energetica e sui sistemi di recupero dell’energia, in particolare sulle vetture LM-P1 Ibride dove entra in vigore un regolamento tecnico basato sul consumo e recupero energetico in un giro della pista francese. Audi, Toyota e Porsche sono pronte a combatte per la vittoria. I giapponesi, leader del mercato mondiale nel settore ibrido, scelgono una tecnologia basata su un motore endotermico a benzina di elevata cilindrata accoppiato ad un motore elettrico sull’asse posteriore, Audi continua con la sua tecnologia accoppiando un motore a gasolio di 6 cilindri con unità elettriche che agiscono sulle ruote anteriori. La più tecnologia è la Porsche che collauda la sua 919 Hybrid da oltre un anno, un prototipo realizzato attorno ad un piccolo motore turbo benzina con unità elettriche e diversi sistemi di recupero energetico, sia in frenata che sfruttando i gas di scarico. La Toyota TS040 Hybrid diventa la vettura da battere, monta un motore termico a benzina V8 di 3,7 litri aspirato abbinato alla unità elettrica sull’asse anteriore ed il team è composto da ottimi piloti professionisti delle gare di durata. L’esordio della TS040 avviene nel migliore dei modi: alla 6 Ore di Silverstone la casa giapponese fa doppietta con la n8 di Davidson-Lapierre-Buemi davanti alla n7 di Wurz-Sarrazin-Nakajima. Alla 6 ore di Spa la Toyota n8 bissa il suo successo, mentre la n7 arriva terza. La 24 ore di Le Mans del 2014 è molto combattuta fin dalle prime fasi di gara. Toyota, che partiva come favorita ha ottenuto la pole position nel venerdì delle qualifiche, seguita dalle due Porsche 919 Hybrid e dalle tre Audi R18 E-tron Quattro. Dopo meno di quattro ore di gara, uno scroscio di pioggia battente lungo il rettilineo della Mulsanne causa numerosi incidenti, dove è costretta al ritiro la Audi n. 3 guidata in quel momento da Marco Bonanomi; mentre la Toyota n. 8 incidentata e guidata da Sarrazin è riuscita ad arrivare ai box, ma ormai quando rientra in pista è fuori dalla lotta per la vittoria per via del tempo necessario per tutte le riparazioni. La gara procede su ritmi elevate in tutte le quattro classi fino alla notte, dove poche ore prima dell’alba la Toyota n. 7 che si trovava al commando ha sofferto problem di affidabilità ed è stata ferma 4 giri ai box per la riparazione del motore termico. Dalle prime luci dell’alba è quindi una lotta tra le due sopravvissute Audi e la Porsche n.19. Dopo vari scambi di posizione e variazioni delle strategie da parte di Audi che riesce a prendere il primo posto con la R18 n.2 guidata in quello stint da Andre Lotterer, la R18 n.1 e la Porsche hanno dei problemi al motore ad un’ora e mezza dalla fine. L’Audi riesce a riparare dopo soli 3 giri, mentre Porsche riesce a riparare completamente la sua vettura nell’ultima mezz’ora di gara, mandandola in pista per completare la corsa. Anche nel 2014 è l’Audi ad aggiudicarsi la vittoria della corsa, con la vettura n. 2 guidata da Fassler, Lotterer e Treluyer che ha concluso al primo posto davanti all’Audi n.1 di Di Grassi, Genè e Kristensen davanti a 266.000 spettatori. La Toyota deve accontentarsi del terzo posto, ma si rifà nelle gare successive con la conquista del Titolo Mondiale Endurance.
Dopo Audi è la Porsche che diventa la regina dell’Endurance
Nella stagione 2015 la vincente Toyota è rimasta fedele ai 6 Mj, mentre Audi è passata dai 2 ai 4 Mj, con Porsche che punta alla soluzione massima degli 8 Mj. I numeri indicano la maggior capacità di produrre energia recuperata su un ipotetico giro di Le Mans, ma sono anche il riferimento per le potenze ed i pesi in gioco. Per produrre più energia ci vogliono dispositivi di produzione ed accumulo sempre più pesanti, ma per essere competitivi bisogna rimanere nel peso limite di 870 Kg, una sfida che implica materiali sempre più leggeri e sofisticati per scocche e parti meccaniche. Sui motori i tre protagonisti percorrono tre strade completamente diverse: V4 turbo a benzina per Porsche, V8 aspirato a benzina per Toyota e V6 turbo a gasolio per Audi. Ma ci sono anche differenze nei sistemi di recupero dell’energia: doppio sistema Kers ed Ers per Porsche, un solo dispositivo Kers a volano per Audi e due dispositivi Kers per Toyota che dispone anche di condensatori mentre Porsche ed Audi utilizzano batterie al litio.
Dopo aver passato il 2014 a fare esperienza con la complicata tecnologia nel 2015 alla 24 Ore di Le Mans la Porsche si mette subito in evidenza: Neel Jani con la vettura Nº18 ottiene la pole registrando il nuovo record del circuito, mentre le altre due Porsche, Nº17 e Nº19, occupano la seconda e la terza posizione. In gara la lotta è con i diretti avversari Audi e Toyota ma la casa di Stoccarda fa doppietta con Hülkenberg, Tandy e Bamber davanti a Webber, Bernhard e Hartley vincendo per la diciassettesima volta a Le Mans dopo diciassette anni. L’altra Porsche, guidata da Jani, Dumas e da Lieb conclude la 24 Ore in quinta posizione.Grazie a questa vittoria che vale doppio come punteggio, la Porsche balza in testa al mondiale costruttori endurance con 140 punti davanti ai 124 dell’Audi e ai 71 della Toyota conquistando il anche il Titolo Mondiale a fine stagione.
La 24 Ore di Le Mans 2016 è nuovamente vinta dalle Porsche 919 Hybrid. La numero 2 di Jani fa la pole in 3.19”733, davanti alla gemella, seguono le Toyota e le Audi in grande difficoltà. In gara le Porsche se la giocano con le Toyota, mentre le Audi non sono mai in gara. Nella serata di sabato la numero 1 con Hartley al volante perde oltre 1 ora ai box per problemi tecnici. La numero 2 in lotta con le Toyota resta in seconda posizione fino alla fine. Sembra finalmente l’anno della vittoria giapponese, ma con grande sorpresa la Toyota di Nakajima cede per un problema al turbo nell’ultimo giro e Neel Jani vola al comando vincendo la corsa assieme a Romain Dumas e Marc Lieb, davanti alla Toyota numero 6 e all’Audi numero 8. La sconfitta nella maratona della Sarthe crea una grande crisi nel Team Toyota, che perde competitività nelle ultime gare della stagione. Ne approfitta la Porsche che vince nuovamente il Titolo Mondiale, mentre Audi annuncia il ritiro dono 18 anni di vittorie nell’Endurance. La casa degli anelli è vittima della crisi interna al gruppo Volkswagen causata dallo scandalo americano dieselgate. I tedeschi non possono più permettersi un doppio budget per lo sviluppo della tecnologia necessaria alle gare endurance che prevedono per il futuro una serie di restrizioni ed il raggiungimento dei 10 megajoule per effettuare un giro a Le Mans. Inoltre la nuova R18, vero laboratorio da competizione, è sviluppata attorno alla tecnologia ibrida con motore endotermico a gasolio, ormai bandito dalla pubblicità negativa verso il diesel.
La casa degli anelli esce di scena con l’onore delle armi, concludendo con una doppietta l’ultimo appuntamento stagionale nella 6 Ore del Bahrein. L’armata di Ingolstadt saluta così, con un atto di orgoglio e con tanta malinconia il mondo del WEC. Ad imporsi nella gara araba è la R18 e-tron quattro n.8, affidata a Lucas di Grassi, Loic Duval e Oliver Jarvis, davanti alla vettura gemella, la n.7, nelle mani di André Lotterer, Benoit Tréluyer e Marcel Fassler. sottolineando così le qualità di una vettura, la più veloce della stagione, che non riusciranno più ad essere espresse in futuro.
Fuori la squadra di Ullrich e Joest, rimangono Porsche e Toyota a contendersi gare e titolo Mondiale, sempre con Le Mans come appuntamento più importante della stagione. I vertici sportivi, allarmati delle conseguenze future e dei costi sempre più elevati, congelano i regolamenti pur di favorire i partecipanti alla serie per la stagione 2017. La sfida tra tedeschi e giapponesi ha il suo apice nella maratona francese che registra la tripletta di vittorie della Porsche (2015-2016-2017) con la sua 919 Hybrid n.2 guidata da Timo Bernhard, Brendon Hartley e Earl Bamber. La gara è caratterizzata dai numerosi ritiri delle LMP1, solo 2 prototipi arriveranno al traguardo e, anche per i problemi accusati dalla Porsche n.2, fino all’ultima ora di gara è stata in testa la Oreca 07 del team Jackie Chan DC Racing, guidata da Ho-Pin Tung, Thomas Laurent e Oliver Jarvis, una LMP2 con prestazioni molto inferiori rispetto ai prototipi della categoria maggiore, ma con molta più affidabilità rispetto alle vetture con la tecnologia ibrida. Porsche è oramai alla fine del suo ciclo vincente, conquista il terzo Titolo Mondiale ed annuncia il ritiro lasciando solo i giapponesi come team ufficiale nelle gare endurance.
Toyota unica in gara
La FIA in accordo con la ACO lancia la nuova superstagione, a cavallo tra il 2018 ed il 2019 con la Toyota come unica pretendente al titolo mondiale. Intanto vengono annunciati i futuri regolamenti con le nuove Hypercar, GT supersportive con motorizzazione ibrida, la nuova categoria per i futuri anni ’20.
Nel 2018 arriva finalmente la vittoria della Toyota alla 24 Ore di Le Mans, con la TS050 numero 8 guidata da Fernando Alonso, Kazuki Nakajima e Sébastien Buemi, anch’esso partito dalla pole position. La classe LMP2 è stata vinta dalla Signatech Alpine, dopo che la G-Drive TDS Racing, arrivando prima, è stata successivamente squalificato. La classe LMGTE Professional è stata vinta dal Porsche GT Team, mentre Dempsey-Proton Racing è stato il vincitore della classe LMGTE Amateur. Il campionato Fia WEC, nella sua attuale formula, è però in crisi: vetture sempre più costose, la crisi derivata dal Dieselgate ha costretto al ritiro prima Audi poi Porsche lasciando alla Toyota il ruolo della protagonista in un deserto. Occorrononuove regole ed a Le Mans vengono annunciate importanti novità per la stagione 2019-2020.
L’attuale stagione durerà un anno e mezzo, fino a Le Mans 2019, poi, dopo l’estate partirà la nuova stagione con nuove Hypercar-GT ibride, sempre con il contorno delle attuali GT come Porsche, Ferrari, Aston Martin, Corvette. Sembra un ritorno alla metà anni ’90 con supercar ibride particolarmente evolute derivate da modelli ipoteticamente di serie, ma con una tecnologia ibrida molto meno sofisticata degli attuali prototipi come la Toyota che hanno rappresentato il massimo della tecnologia nel campo dell’auto, ma il regolamento inizialmente non crea nessun entusiasmo tra gli ipotetici partecipanti. Le nuove norme arrivano a dicembre 2019, con le Le Mans Hypercar che correranno nella nuova stagione 2020-2021.
Immagini © Massimo Campi