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Published on Aprile 5th, 2019 | by Massimo Campi

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Michael Schumacher Immagini di un vita


Michael Schumacher. Immagini di una vita è molto di più di un ritratto, fotografico e scritto, sulla vita di uno fra i più grandi campioni automobilistici. È, in realtà, una indagine approfondita fra i segreti di una carriera in cui il confine con la vita privata è sempre stato molto labile. Dalle vicende in pista a quelle fuori dal circus delle corse esce la figura di un uomo pieno di contrastanti certezze, in cui a volte è il lato forte a prendere il sopravvento, a volte quello più debole e nascosto. Un campione non lineare ma dai tanti pregi umani, che viene rivisitato e analizzato da amici, compagni di squadra, rivali, nemici, semplici conoscenti, con la lente d’ingrandimento del tempo. Ne nascono aneddoti, curiosità, episodi mai rivelati che hanno il potere di magnetizzare la lettura, facendoci scoprire molto da vicino il vero volto di un personaggio entrato nella storia dello sport e della società.

la nuova opera di Pino Allievi è stata presentata nella sede dell’ACI Milano, ed è proprio l’autore che racconta come è nato questo libro.

“L’idea di questo libro è nata da una notizia, forse una fake news, di un giornale tedesco che rivelava di avere visto Schumacher che guardava nel vuoto il panorama dalla collina della sua casa in svizzera. Ho immaginato il campione tedesco come se stesse ripensando alla sua vita, alle sue imprese, ed ho cercato di ricostruirle sentendo gli avversari, i compagni di squadra, i tecnici, una sorta di libro inchiesta con le impressioni e le considerazioni filtrate dal tempo. Sono andato a ripescare i protagonisti di molti fatti, come Damon Hill che ha perso il mondiale dopo essere stato buttato fuori pista da tedesco o Jacques Villeneuve che riesce a vincerlo nonostante Schumacher abbia tentato la stessa manovra fatta a Damon Hill”.

Michael Schumacher è stato un campione alcune volte discusso

“Schumacher è stato un personaggio sicuramente strano, a volte sembrava non avesse un lato umano, in alcuni casi era indecifrabile, in altri molto decifrabile. In alcuni casi sembrava rispecchiare il volto di Enzo Ferrari che era tutto ed il contrario di tutto a seconda delle persone e delle situazioni. Ho conosciuto Michael sin dal primo giorno che ha debuttato a Spa nel 1991, con Eddy Jordan che mi confidò che sembrava un tipo strano, teneva già le distanze da tutti. Però la Mercedes pagava una bella cifra equivalente a 150.000 Euro di oggi ed il manager irlandese lo trattava con i guanti. Poi ci pensò Flavio Briatore a fargli firmare un vero contratto ed incassare il rimante budget della casa tedesca mettendolo al volante della Benetton. Schumacher ha esaltato con grandi imprese, ma ha fatto molto discutere con il suo lato gelido, pronto a scavalcare, a buttare fuori chiunque si trovasse davanti pur di raggiungere una vittoria o un obiettivo. Era un vero cannibale, come Senna, come i più grandi campioni che devono distruggere chiunque si mettesse tra lui ed i suoi sogni. Ha avuto atteggiamenti arroganti in pista ed a volte nel paddock, poi c’era l’altro volto di Schumacher che, saputo della malattia del giornalista Pepi Cereda gli telefonava spesso per incoraggiarlo a lottare, c’era lo Schumacher che ha subito aderito alla nazionale piloti di calcio e ad ogni partita si adoperava per reperire fondi e distribuire gli incassi alle associazioni di beneficenza. Poi era così dedito al suo lavoro ed alla perfezione che magari era così concentrato da non salutarti quando ti incontrava.”

La perfezione era la sua ragione di vita

“Era sempre così concentrato che non voleva avere distrazioni. Se leggiamo i numeri della sua carriera ci rendiamo conto di cosa è riuscito a fare: 7 titoli mondiali, 307 GP, 91 vittorie, 68 pole position, ha fatto in testa 5099 giro di gara pari a 23865 Km, cifre inimmaginabili prima della sua comparsa nel mondo della F.1! Era un campione feroce, che ha cambiato il volto della massima formula. Era spesso allergico alle interviste, ma quando gli facevi capire che c’era bisogno delle sue parole lui si comportava anche in questo caso da vero professionista: prima di una intervista televisiva chiedeva una scaletta dei temi da affrontare, per non farsi cogliere impreparato e cercare di dire cose che avevano un senso. Molti tecnici allora in Ferrari gli sono stati veramente amici, come Stefano Domenicali, Mattia Binotto e Luca Baldisseri suo ingegnere di macchina ed ancora oggi ammettono che nessun altro pilota aveva gli standard di prestazioni del campione tedesco. Schumacher era capace di fare 100 giri di test al Mugello con una differenza massima di 3 decimi di secondo tra quello più lento ed il più veloce. Era così efficiente che gli perdonavano anche gli atteggiamenti negativi in pista come quando ha buttato fuori Villeneuve o il tamponamento di Coulthard a Spa. Baldisseri si ricorda del GP di Francia del 2004, quando gli chiedono di fare una gara con quattro pit stop, in pratica doveva viaggiare sempre al limite come se fosse stato in prova. Schumacher non fa una grinza, viaggia sempre al limita con tempi da pole position e quando scende dalla vettura non sembra neanche affaticato.

Un pilota sempre al massimo, sempre preparato

“Schumacher aveva questa forza brutale questa cattiveria da cannibale, forse non aveva uno stile di guida come Clark, Lauda o Stewart, ma era maledettamente efficiente. L’ingegnere D’Agostino, motorista della Ferrari, ricorda della sua ossessione per la preparazione fisica, aveva trasformato un pezzo della casa di Fiorano, dove lui dormiva dentro la pista, nella sua palestra personale dove si allenava continuamente quando non era nell’abitacolo. Tutto questo lo faceva per avere sempre un grosso vantaggio sugli avversari in gara. I tecnici di Maranello mi hanno spiegato che i dati in loro possesso delle varie telemetrie evidenziano la superiorità di Schumacher, rispetto a tutti gli altri piloti, nel corso di una gara: generalmente la fatica fisica e lo stress causano un abbassamento delle prestazioni e della costanza di gara da metà gara, invece era soprattutto nella parte finale delle gara dove il tedesco faceva la grande differenza continuando a ritmi inarrivabili da parte degli avversari, grazie soprattutto alla sua preparazione psicofisica. Le prestazioni fisiche di Schumacher consentivano ai tecnici di Maranello di mettere in atto delle strategie di gara impensabili con qualsiasi altro pilota. La dedizione e la preparazione al lavoro sono stati il vero fattore che ha fatto la differenza nella carriera del tedesco e, personalmente, non ho mai visto nessun altro pilota con questo approccio e questa ossessione verso la propria attività.”

Un pilota metodico, ma anche protagonista di grandi errori

“In certe occasioni, ad un certo punto il tedesco staccava la spina e badava solamente ai propri interessi. Assomigliava a Nino Farina, il primo campione del mondo con l’Alfa Romeo: se te lo trovavi affianco dovevi stare molto attento perché era facile ritrovarsi fuori pista. Ayrton Senna aveva subito intuito che Schumacher sarebbe stato il suo successore, quello che gli avrebbe rubato la scena, e subito tra i due ci sono stati episodi decisamente violenti nella rivalità. Schumacher ha avuto problemi con tanti piloti, in pista non guardava in faccia a nessuno. Tra i suoi più grandi amici c’era Rubens Barrichello, ai tempi della Mercedes per il tedesco con il brasiliano alla Williams, si ritrovarono in una gara a combattere nelle retrovie e Schumacher buttò fuori pista Barrichello senza nessun motivo valido. Erano entrambi fuori dalla zona punti, nessuno avrebbe guadagnato niente, ma il tedesco voleva comunque prevalere sull’avversario, Schumacher in pista vedeva solo avversari da superare, era feroce verso gli altri, il suo bello ma anche il suo limite!”

Michael Schumacher. Immagini di una vita 

Giorgio Nada editore – Autore: Pino Allievi

Formato: 28×30 cm – Pagine: 240 – Foto: centinaia in b/n e a colori – Cartonato con sovraccoperta – Collana: Grandi corse su pista, strada e rallies – Testo: italiano-inglese

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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