Published on Novembre 13th, 2016 | by Massimo Campi
0American Graffiti a Novegro
Harley Davidson a Novegro, è questo il tema della rassegna, che si svolta a Novegro in occasione della 68° Mostra Scambio. Moto del mito americano, quelle del film American Graffiti di George Lucas, mezzi che hanno fatto sognare i giovani, e non solo, negli anni Cinquanta e Sessanta e non solo. Una mostra che ha condotto i visitatori lungo un percorso di oltre 50 anni attraverso modelli legati indissolubilmente alla storia della motocicletta e del motociclismo americano e mondiale. Spesso ci si chiede cos’hanno di così speciale le Harley Davidson per essere amate da migliaia di appassionati in tutto il mondo. Una domanda cui sembrerebbe difficile rispondere razionalmente se consideriamo che la HD è stata, per tutto il secolo scorso, una delle Case più tradizionalmente e restie ad accettare i cambiamenti che il mercato imponeva.
Più che la ragione è il cuore che può dare la risposta a quello che giustamente viene considerato come il “fenomeno HD”, è sufficiente provarne una, non importa di quale epoca, per capire che quei due grossi cilindri a V che equipaggiano le Harley Davidson più che dei motori sono fabbriche di sensazioni. Sarà una questione di suono, di vibrazioni, di ritmo e chissà di cos’altro. Se vi capita di ruotare la manopola dell’acceleratore di una HD potrete sentire l’anima di questi motori che sale dai cilindri e si propaga per tutta la moto, sella compresa;ed è difficile, a questo punto, rimanere insensibili, indifferenti.
La Harley Davidson venne ufficialmente fondata il 28 agosto 1903 e a questa data si può far risalire ufficialmente l’inizio della produzione in serie. Le premesse alla fondazione dell’azienda si ebbero già nel 1901 a Milwaukee quando William Harley (1880–1943), di 21 anni e Arthur Davidson (1881–1950) di 20, costruirono un prototipo di bicicletta motorizzata; questo mezzo venne realizzato nel garage dell’abitazione di Davidson, che misurava 3 metri per 5. Il prototipo funzionava e alla società si unirono fin dall’inizio i due fratelli di Davidson, William e Walter. Nei primi due anni furono venduti solo tre esemplari. Nel 1906 venne costruito il primo vero e proprio stabilimento produttivo, in Juneau Avenue, dove ancora oggi si trova il quartier generale della Casa.
La produzione delle Harley Davidson crebbe gradualmente e con i nuovi impianti fu possibile produrre nel 1907 150 motociclette. Il 17 settembre viene ufficialmente fondata la Harley-Davidson Motor Company. La produzione in quell’anno fu di ben 1.149 esemplari. Nel 1913 lo stabilimento originale venne ingrandito e raggiunse una superficie di ben 28.000 m2.
Dal 1915 compaiono a catalogo del costruttore i primi esemplari di motociclette adattate ad uso professionale, i Motorcycle-truck, una sorta di motocarro a tre ruote con cassa di legno posizionata all’anteriore, idonea al trasporto di cose e quindi molto pratica per fare consegne a domicilio (ne vedete una anche in questa tematica). Più economiche di un’automobile o di un camion, venivano prodotte su richiesta e decorate con i loghi del committente. Vennero adottate anche dal servizio postale U.S. Mail.
Nel 1917 gli Stati Uniti entrarono nel conflitto che da tre anni si era scatenato in Europa. Le HarleyDavidson erano già state testate dalle forze armate durante le schermaglie al confine con il Messico contro Pancho Villa, ma fu solo con la prima guerra mondiale che le Harley Davidson furono adottate in grandi numeri. Terminato il conflitto nel 1920, la Harley-Davidson era divenuto il più grande costruttore di motociclette al mondo; nel frattempo, cessate le ostilità, molte piccole case motociclistiche americane erano scomparse, lasciando la scena dominata da 3 o 4 marchi principali. HD aveva inoltre sviluppato la propria rete di vendita anche all’estero, in modo da farsi trovare preparata ed incrementare le proprie dimensioni aziendali a scapito dei piccoli produttori: ora era presente in 67 paesi del mondo producendo ben 28.189 motociclette. Intanto proseguiva anche lo sviluppo tecnico e sportivo dei bicilindrici V-twin: infatti il 28 aprile 1921 fu raggiunta una pietra miliare nella storia del motociclismo, allorquando una Harley Davidson fu la prima a raggiungere i 160 km/h (100 mph).
Con l’ingresso degli Stati Uniti d’America nella seconda guerra mondiale HD ritornò a produrre, in grandi numeri, motociclette per le forze armate; i modelli erano la WLA e la XA. In totale la Harley Davidson produsse durante il secondo conflitto mondiale 88.000 motociclette .Con gli anni ’50, rimasto l’unico marchio americano sul mercato (anche Indian dichiarò infatti bancarotta nel 1953) la Harley Davidson iniziò a subire la concorrenza dei marchi inglesi sul mercato U.S.A. e ad assistere ad un rapido calo nelle vendite. Uno dei modelli più riusciti, lo Sportster fu realizzato nel 1957 e messo in produzione lo stesso anno, proprio al fine di contrastare la concorrenza inglese. La semplicità motoristica e della linea ne decretarono il successo sia come modello da strada che da pista nella versione “R”. Altro tentativo di arginare la crisi fu quello di produrre piccole monocilindriche quali l’Harley Davidson Hummer, sin dalla fine degli anni ’40, e addirittura uno scooter (Harley-Davidson Topper dai primi anni ’60), prodotti tuttavia troppo distanti dall’immagine tradizionale del Marchio americano e infatti non premiati dal mercato.
I problemi si accentuarono ulteriormente allorquando fecero il loro ingresso sui mercati mondiali le case giapponesi, sin dalla fine degli anni ’60, in particolare la Honda con le sue quattro cilindri, motociclette che tolsero alla Casa americana il primato nelle vendite interne di moto di grossa cilindrata, nonché il redditizio mercato rappresentato dalle forze di polizia (a cui HD aveva venduto numerose Duo Glide ed Electra Glide). La grave crisi finanziaria portò nel 1969 alla vendita da parte degli eredi dei fondatori (Davidson) a favore della American Machine and Foundry AMF (compagnia metallurgica), portando quindi alla nascita della AMF-Harley-Davidson (marchio presente anche sui serbatoi della Harley del periodo).
Nonostante la Harley Davidson sia sempre stata considerata come un marchio conservatore, rimasto molto fedele ai progetti tradizionali e raramente incline alle novità, negli ultimi decenni i progetti sono stati tecnicamente all’avanguardia e molto innovativi.