Wec

Published on Novembre 5th, 2016 | by Massimo Campi

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WEC, quale futuro senza Audi?

Con l’abbandono dell’Audi il WEC perde una grande protagonista, ma quale sarà il futuro degli altri marchi?

Le conseguenze del dieselgate stanno segnando pesantemente anche gli scenari del motorsport: stop all’Audi nel WEC e fine dell’avventura Volkswagen nei rally. Due grandi protagonisti, soprattutto per la casa degli anelli che ha scritto la storia dell’endurance negli ultimi due decenni ed ha dimostrato la validità delle soluzioni tecniche impiegate nella ricaduta sulle auto di serie.

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L’abbandono dell’Audi sarà una vera mazzata per il massimo campionato di durata. Da tre anni continua la lotta all’interno del marchio, tra la casa di Ingolstadt e la cugina Porsche, un doppio impegno tecnologico, ma soprattutto economico, che deve pagare negli Usa la mega-multa di 14,7 miliardi di dollari per lo scandalo dei test taroccati da un software che riduceva le emissioni quando le vetture erano al banco prova. Il budget di entrambe le squadre è di oltre 200 milioni di euro ciascuna, per un totale di quasi mezzo miliardo, una cifra non più sostenibile in casa Volkswagen. L’unico campionato che ne trarrà beneficio sarà la Formula E, la serie che fa correre le monoposto elettriche e che sta polarizzando l’attenzione dei grandi Costruttori. Audi ha già annunciato il futuro impegno per attrarre le risorse che, comunque, andrebbero spese nella ricerca sull’elettrico.

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La R18 rimarrà un progetto incompiuto.

Matthias Müller, il Ceo del Gruppo tedesco, ha fatto le sue scelte, penalizzando Audi e Volkswagen, ma lasciando inalterato l’impegno della Porsche, il marchio da cui proviene. La R18 E-Tron quattro non è riuscita a dimostrare tutto il proprio potenziale nel 2016. Il programma della nuova R18 con il ritiro anticipato è diventato un investimento economico in perdita, nonostante il forte potenziale vincente. Una sola vittoria ufficializzata, a Spa, ed una annullata in sede di verifica a Silverstone, per il resto il prototipo tedesco ha sempre dimostrato di essere molto veloce, ma solo in determinate situazioni, indice di grosse difficoltà nella mettere a punto, e spesso poco affidabile a causa della notevole tecnologia impiegata da armonizzare. La R18 del 2016 è una vettura completamente nuova, nelle forme e nella meccanica, un prototipo realizzato partendo da zero, avveniristico in parecchie soluzioni. La R18 è stata spesso più veloce, soprattutto nella prestazione secca, rispetto ai diretti avversari, Toyota e soprattutto Porsche ed a Ingolstadt contavano di riprendersi proprio quel ruolo di leader per la prossima stagione, l’ultima con le attuali vetture.

WEC con sempre meno vetture.

La FIA e la ACO, i due enti che detengono le file della serie, si dovranno reinventare in fretta dei nuovi regolamenti per favorire l’ingresso di altri costruttori. La 24 Ore di Le Mans non sta in piedi con sole quattro LMP1 competitive ed i privati che ormai sono dirottati nella LMP2, come la Rebellon che ha già annunciato il cambio di rotta per la prossima stagione. Solo con Porsche e Toyota la sopravvivenza del WEC rischia grosso. Probabilmente potrebbe riproporsi l’ipotesi dello schieramento di una terza vettura, per rimpolpare lo schieramento, ma sarebbe solo un palliativo e come la storia insegna, quando c’è poco confronto le grandi  case costruttrici non ritengono più economicamente vantaggioso investire in un campionato, soprattutto dopo averlo vinto dimostrando la propria tecnologia.

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Se guardiamo proprio la storia della Porsche, la regina delle gare endurance, va in questa direzione. La casa di Stoccarda è diventata famosa nel mondo con i primi grandi successi delle 908 e della 917. Poi è ritornata ufficialmente con la tecnologia dei motori turbo vincendo tutto con le 935 e le 936. Poi è ritornata con le Gruppo C, ed infine con la 911 GT, ma ogni volta, dopo avere dimostrato tutta la potenzialità tecnica delle innovazioni introdotte ha lasciato la serie affidando le vetture ai team privati. Con la nuova tecnologia ibrida ha già vinto un campionato, quasi in secondo e due 24 Ore di Le Mans, quanto basta per riaffermare il marchio verso le nuove sfide del futuro.

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WEC 2017, una stagione con alcune difficoltà

La stagione 2017 del WEC, quindi si presenta con tante incognite: le nuove LMP2  le nuove Porsche GTE difficilmente riusciranno a creare un forte interesse mediatico, necessario al successo del campionato. Alcuni team privati pensano di dirottare la partecipazione nella serie Europea, che è sempre più interessante. Malumori anche tra le vetture GT: la Ford è stata ammessa al via con un prototipo mascherato da granturismo, mentre la Ferrari, che ha molto investito nella nuova 488 è stata più volte penalizzata dal balance of performarce, che è già cambiato 10 volte dall’inizio stagione. In terra emiliana c’è chi sta già pensando di ridurre la partecipazione e concentrarsi nel Blancpain Endurance Series, dove le regole sono molto più stabili.

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Con i regolamenti 2018 servono nuove vetture. Audi ci stava già lavorando, come Porsche, ma la Casa di Weissach pur confermando l’impegno futuro sottolinea quanto poco ideale sia gareggiare in una classe con quattro vetture, andando al cuore del problema di tutta la serie. Anche Toyota nulla ha detto circa il 2018 ed il futuro della serie sembra sempre più problematico se non si riesce ad attirare nuovi costruttori. Pierre Fillon e Gerard Neveau continuano a infondere fiducia, ma presto si dovranno incontrare con i vari partecipanti per capire le regole future, mentre molti sperano in un futuro rientro delle Peugeot, dopo l’improvviso abbandono agli albori della storia di questo campionato mondiale.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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