Formula 1

Published on Febbraio 2nd, 2016 | by redazione

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Formula Uno: ritorno al futuro?

Una vettura da corsa deve essere bassa e larga o alta e stretta?

Bella domanda e, soprattutto, molto tecnica! Eppure tutto il mondo della Formula Uno si sta occupando di questa questione come non mai.

Qualcuno pensa anche alle vetture per la stagione che comincerà il 20 marzo in Australia sul Melbourne Grand Prix Circuit, ma sono pochi. La maggior parte dei tecnici e dei commentatori sono già con la testa al 2017 quando entreranno in vigore le nuove regole che dovrebbero fare della Formula Uno la disciplina sportiva più seguita al mondo(?).

Delle due ipotesi formulate, quella bassa e larga e con tanta downforce da ridurre il tempo sul giro di 5 secondi era la vincente fino a qualche giorno fa, ma ora il fronte ha cominciato a mostrare qualche crepa nei confronti di queste Formula Uno “vintage” e terribilmente veloci.

Formula 1 downforce

Una volta le Formula Uno erano “basse e larghe” ed il grande diffusore posteriore rappresentava l’icona delle vetture a effetto suolo. Fu eliminato dopo i gravi incidenti di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger a Imola nel 1994.

Prima i gommisti (Pirelli) hanno manifestato perplessità sul fatto che gli pneumatici potessero non essere in grado di sopportare tutto questo carico verticale e la forza centrifuga nelle curve percorse a velocità maggiori. Poi alcune squadre hanno fatto marcia indietro per paura che un cambiamento così radicale nell’aerodinamica potesse danneggiarle.

Le vetture per il 2017, come erano state pensate inizialmente, erano decisamente un bel “ritorno al futuro” nel senso che ricomparivano in un colpo solo tutti gli elementi che erano stati progressivamente eliminati in questi anni. In particolare ritornava un diffusore di dimensioni esagerate ed una ala posteriore in posizione più bassa per interagire meglio con il diffusore, incrementando ulteriormente la portata d’aria sotto il fondo e, di conseguenza, il livello di depressione che “risucchia” la vettura verso il basso.

Come se questo non bastasse, anche la larghezza della carrozzeria (e del fondo) veniva aumentata di 200 millimetri per parte, aumentando la superficie affacciata al suolo e la forza risultante verso il basso.

La Formula Uno è così: per anni ci si svena per ridurre la downforce (anche per motivi di sicurezza) e poi all’improvviso… “contrordine compagni” e tutti dall’altra parte.

E che dire dei sorpassi? Le vetture attuali, definite sostanzialmente nel 2009, erano state concepite anche per facilitare i sorpassi in quanto la loro conformazione aerodinamica produceva una scia che era facile da penetrare per chi arrivava da dietro con intenzioni bellicose. Ed anche da questo punto di vista ora si torna indietro. La coerenza non è più un valore di questo mondo ed allora andrebbe bene anche virare di 180° se servisse a rivitalizzare l’ambiente.

Il punto è che non basta un po’ di “lifting” per ridare smalto alla Formula Uno; la concorrenza degli altri sport per conquistare spazio sui media è sempre maggiore ed anche l’automobile stessa non è più un oggetto di desiderio come lo era negli anni ‘50/’60/’70. Figuriamoci che fascino possono avere venti automobili che girano in tondo per un’ora e mezza.

Forse le auto elettriche (quelle vere della Formula E non le “power units” della Formula Uno) possono fare qualcosa perché rappresentano un mondo radicalmente nuovo ma ci vorrà del tempo prima che si affermino.

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