Published on Gennaio 18th, 2016 | by Massimo Campi
0Gilles Villeneuve, 18 gennaio 1950
Gilles Villeneuve, l’asso canadese è nato 66 anni fa
Di Gilles Villeneuve si è scritto tanto, ed in fondo, se guardiamo i semplici numeri è un pilota che ha vinto poco, molto poco: solo sei centri, su 67 gare disputate. Ha vinto molto di più suo figlio Jacques, undici gran premi, un titolo mondiale ed una 500 Miglia di Indianapolis, ma è rimasto nella storia popolare solo per quel mondiale perso da Shumacher e per essere il figlio del grande Gilles. Per il campione della Ferrari invece, pochi risultati e tante auto distrutte, ma da quell’otto maggio, è entrato nella leggenda, da eroe, come Jim Clark, Ayrton Senna, Ronnie Peterson.
Se riguardiamo i numeri Jackie Stewarth, l’altro scozzese volante, ha vinto più di Jim Clark. Mario Andretti, Emerson Fittipaldi, hanno vinto più di Ronnie Peterson, così come Alain Prost ha vinto più di Ayrton Senna. Infine il titolo mondiale con la Ferrari lo ha vinto Jody Scheckter e non Gilles l’aviatore. Eppure Clark, Senna, Peterson e Villeneuve sono stati protagonisti di imprese, a volte anche senza vincere, che hanno colpito dritto nel cuore degli appassionati, dei tifosi. Loro avevano quella marcia in più, quel sapere entrare nella fantasia popolare, quel saper scaldare il cuore della gente.
A St- Jean sur Richelieu, in Canada, una ventina di chilometri dal centro di Montreal, il 18 gennaio del 1950 nasceva quel bambino che veniva chiamato Joseph Henri Gilles da mamma e papà Villeneuve. Un nome che poco meno di tre decenni dopo diventerà un mito, ed in seguito una leggenda nei libri di storia del sport internazionale. Gilles Villeneuve, “l’aviatore”, una vita di soli trentadue anni, una storia che dura neanche un decennio, fino a quel tragico 8 maggio 1982 a Zolder con il missile rosso lanciato che si disintegra nell’aria, solo per conquistare un semplice tempo sul giro, ma anche per ribadire i ruoli in Ferrari. Più che per le sue vittorie Gilles è ricordato per uscite di strada come quella di Imola 1980, per le sue staccate a ruote bloccate, per il suo giro di pista a tre ruote a Zandvoord, e per duello a Digione 1979 contro la Renault di Renè Arnoux, ancora oggi il più bel duello mai visto in un gran premio. Infine il dramma, l’attimo estremo che sancisce il passaggio dal mito alla leggenda e che ti fa entrare come un marchio indelebile nella storia popolare dello sport. Questo è stato soprattutto Gilles Villeneuve, quel piccolo grande uomo che ebbe il più bel giudizio del duro Enzo Ferrari: “io gli volevo bene!”