Attualità GP degli Usa 2015 la folla degli spettatori sul rettilineo principale

Published on Novembre 13th, 2015 | by Bruno Brida

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GP degli Usa: l’avventura è già finita?

Il GP degli Usa è in crisi. Non lasciatevi ingannare dalle dichiarazioni ufficiali perché questa Formula 1 è un affare solo per la Fom di Bernie Ecclestone e per i team più importanti.

Per il resto la Formula 1 è uno spettacolo (difficile parlare di vero evento sportivo)  che si regge solo grazie ai contributi pubblici, che genera debiti. L’ultimo esempio in ordine di tempo è proprio il GP degli Usa di Austin, decantato da Mister B. come grande successo.

Ebbene, dopo quattro edizioni disputate sull’affascinante Circuit of the Americas, il GP degli Usa rischia di chiudere. E non certo per colpa dell’uragano Patricia che quest’anno ha compromesso l’intero week-end di gara!

Sull’onda dell’euforia provocata dall’arrivo della Formula 1, fortemente patrocinato dalla potente famiglia degli Andretti, lo Stato del Texas aveva stanziato – tra forti critiche – un contributo di 250milioni di dollari per dieci anni, facendo affidamento sulla positiva ricaduta sull’economia locale che un evento del genere avrebbe generato. A questo stanziamento aveva aggiunto sgravi fiscali per circa 4milioni di dollari.

Greg Abbott, il governatore del Texas che ha deciso la riduzione dei finanziamenti al GP degli Usa di Austin.

Greg Abbott, il governatore del Texas che ha deciso la riduzione dei finanziamenti al GP degli Usa di Austin.

Ora è arrivata agli organizzatori una lettera ufficiale che li ha letteralmente gelati. Nell’ambito di una sorta di spending review, il nuovo governatore dello Stato, il repubblicano Gregory “Greg” Wayne Abbott, ha ordinato una verifica dei parametri del contratto, scoprendo che il GP degli Usa non ha generato tutti quei benefici che erano stati prospettati.

Abbot ha ordinato, quindi, un drastico taglio della sovvenzione, portandola a circa 19milioni di dollari annui, perché la Formula 1 “vale” il 20% in meno di quanto prospettato inizialmente.

Per gli organizzatori, già alle prese con le gravi perdite causate dalla fuga degli spettatori per lo scatenarsi dell’uragano Patricia, sarà difficile recuperare questo 20%. “Nel 2016 dovremmo vendere almeno 33mila biglietti in più per cercare almeni di pareggiare i conti, cosa impossibile –  ha spiegato Bobby Epstein, presidente del circuito di Austinper cui non so proprio quale sarà il futuro della nostra gara”.

Epstein è già alle prese con un drastico calo della redditività connessa al solito contratto-capestro firmato con Bernie Ecclestone: la Fom ha  chiesto sì 25milioni di dollari, ma solo per l’edizione inaugurale. Per quelle successive ha preteso un aumento del 10%, fino ad arrivare  ai 33,3milioni pagati per il GP degli Usa 2015.

La politica del cappio

La sovvenzione di cui beneficiano i gestori del circuito di Austin è erogata dal Texas Event Trust Fund, un fondo governativo che ha per finalità il finanziamento di un ristretto numero di eventi ritenuti in grado di attrarre spettatori da fuori i confini texani.

La Formula 1 aveva ricevuto molto di più di altri sport perché avrebbe dovuto portare una notevole quantità di fan forestieri e stranieri, cosa che è avvenuta solo in parte.

A titolo d’esempio, l’anno scorso il circuito aveva ricevuto, come già accennato, 25milioni di dollari, contro il milione stanziato per la gara della Nascar Sprint Cup disputata al Texas Motor Speedway di Fort Worth o il milione e mezzo per di ESPN XGames organizzati ad Austin.

Insomma, quello degli Usa rischia di fare la fine di analoghe iniziative vissute lo spazio di un mattino, come il GP di Corea (disputato dal 2010 al 2013), il GP di Turchia (dal 2005 al 2011), il GP d’Europa a Valencia (dal 2008 al 2012), il GP d’India (dal 2011 al 2013).

A tali fallimenti vanno aggiunti il drastico calo di spettatori al GP di Cina, mascherato alle telecamere da coreografici teloni, e la criticità di trovare adeguati finanziamenti che stanno vivendo circuiti storici come Barcellona, Silverstone, Monza, Nürburgring.

A queste situazioni la risposta di Bernie Ecclestone è sempre la stessa: “se non avete  voi i soldi, chiedeteli al vostro Governo!”.

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About the Author

Laureato in ingegneria. Giornalista da oltre 40 anni nel settore motoristico, produzione e sportivo. Consulente della comunicazione. Esperienze: redattore di Quattroruote, caporedattore di Autoruore 4x4, caporedattore centrale della Gazzetta di Crema e della Gazzetta di Monza, direttore di Paddock.



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