Storia

Published on Dicembre 2nd, 2014 | by Massimo Campi

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Tom Kristensen, il mito dell’Endurance

Nove vittorie a Le Mans, campione del mondo Endurance, una carriera difficilmente ripetibile, questa in sintesi la storia di Tom Kristensen, un pilota, un campione, un vero mito delle corse endurance che all’età di 47 anni, nel 2014, ha annunciato il suo ritiro.

È stato il caposaldo dell’Audi, ma anche l’ultimo di quella stirpe di piloti che è entrata sin dall’inizio con la casa degli anelli quando ha iniziato l’avventura delle gara di durata. Una squadra che, in oltre 15 anni di vittorie, ha visto molti piloti scendere in pista, ma alcuni di questi sono rimasti direttamente legati alla storia del marchio tedesco. Tom Kristensen, con Frank Biela, Emanuele Pirro, Alan McNisch, Marco Werner e Dindo Capello sono stati i personaggi più emblematici di questa storia ed il danese era l’ultimo rimasto ufficialmente in attività, mentre tutti gli altri si erano ormai ritirati per “raggiunti limiti di età”.

Tom ha vinto con tutti loro e soprattutto più di loro, merito o fortuna di essere stato con l’equipaggio, di volta in volta, più veloce o con meno problemi. In ogni caso, con qualsiasi vettura, Kristensen si è sempre distinto come pilota veloce e professionale e rare sono le sue uscite di strada, mentre diversi sono gli stint di guida, soprattutto in condizioni critiche, dove il danese ha fatto la differenza.

Inizia a correre con i kart, è veloce, conquista vari titoli ed arriva, come molte giovani promesse, alle monoposto. Nel 1991 è campione tedesco di F.3, ma deve emigrare in Giappone per continuare a correre come professionista. Due anni dopo, nel 1993 vince il titolo giapponese di F.3, lo ritroviamo vicecampione della F.3000 nipponica nel 1995 ed ancora secondo in classifica nel turismo giapponese nel 1997. Per il danese si riaprono le porte in Europa con la F.3000 internazionale, ed in vari campionati turismo, intanto fa il tester per varie squadre di F.1: Minardi, Tyrrell, Williams F1 e Jaguar, soprattutto come responsabile per lo sviluppo di nuovi pneumatici Michelin.

Nel 1997, la prima vittoria a Le Mans cambia le sorti della sua carriera e Kristensen ha vinto la maratona della Sarthe con la TWR-Porsche, con tutte le vetture dell’Audi, ma anche con la Bentley, adattandosi alle più disparate soluzioni tecniche: benzina, turbodiesel, ibrido, dimostrando grande ecletticità ed adattamento ai più disparati stili di guida, sempre riuscendo a trarre il massimo da ogni situazione.

La storia di Kristensen e del suo amore per le gare di durata inizia proprio nel 1997, quando debutta con Reinhold Joest a Le Mans. La TWR-Porsche altro non è che una vecchia barchetta derivata dal prototipo TWR_Jaguar realizzato da Tom Walkinshaw e progettato da Ross Brown nel 1990, su cui è stato montato il flat six tedesco. La barchetta vince nel 1996, la Porsche non la considera come sua vettura, ma dopo la vittoria nella Sarthe deve concedere a Joest di correre anche l’anno successivo. A Le Mans, Kristensen è ancora un giovane ed inesperto, conosce Michele Alboreto, per lui è quasi un mito, correre assieme ad un vice campione del mondo con la Ferrari gli mette quasi soggezione, ed invece il vecchio Alboreto capisce subito, dopo pochi giri le potenzialità del danese e ben presto tra due nasce un rapporto, quasi da maestro ed allievo che porta nuovamente la barchetta sul gradino più alto del podio dopo una gara quasi al cardiopalma, contro le Porsche e le Toyota ufficiali, con risorse ben superiori rispetto alla squadra di Reinhold Joest. Il trio vincente è composto, oltre a Kristensen ed Alboreto, anche da Joahsson e con questa ulteriore vittoria il Team Manager tedesco entra nell’orbita Audi pronta a sbarcare nelle gare di durata. Si devono scegliere i piloti professionalmente adeguati e veloci per correre con l’armata tedesca. Alcuni arrivano dai vari campionati turismo, dove già correvano con la casa degli anelli, come Biela, Pirro e Capello, ma Joest porta in dote proprio l’esperto Alboreto ed in seguito il giovane Kristensen che subito si amalgamano con il professionale ambiente diretto da Wolfgang Ullrich.

Dopo la vittoria del 1997 con la TWR-Joest corre per due anni con la BMW guidando la V12 LMR, vincendo per la prima volta anche la 12 Ore di Sebring nel 1999, inseguendo il sogno della F.1, che mai si avvererà. Ritorna in Audi nel 2000 ed inizia la lunga fila di vittorie, in tutto nove a Le Mans, con ben sei consecutive, di cui una, nel 2003, con la Bentley Speed 8. Sono sei anche le vittorie nella 12 ore di Sebring, e la conquista dell’American Le Mans Series e della Petit Le Mans nel 2002. L’unico titolo che gli è sfuggito è quello del WEC, da poco istituito, un campionato che, se ci fosse stato ad inizio 2000 sarebbe entrato nell’albo d’oro del forte pilota danese.

La sua ultima gara è stata la 6 Ore di Interlagos tappa conclusiva del Wec 2014. Poi inizierà l’attività promozione del marchio Audi e partner di Audi Sport.

“Naturalmente, il ritiro di una personalità straordinaria come Tom Kristensen è una grande perdita per l’Audi Sport Team Joest e per le gare endurance”, ha commentato il capo di Audi Motorsport Wolfgang Ullrich. “Comprendiamo la sua decisione di lasciare al culmine della carriera. Lui è l’ultimo membro della generazione con cui il nostro Marchio ha iniziato l’avventura nel mondo dei prototipi. Anche quest’anno Tom ha dimostrato di essere uno dei migliori piloti del Wec”.

“Mi è sempre stato detto che un pilota capisce sempre quando è il momento di smettere, ma non ho mai avuto quella sensazione, almeno fino a poco tempo fa” ha ribadito il campione danese, ” però negli ultimi mesi i miei pensieri riguardo alla possibilità di andare in pensione si sono fatti sempre più intensi e quindi ritengo giusto informare del mio ritiro. Mi sento ancora in forma dal punto di vista fisico e ritengo di avere la giusta forza mentale sia dentro che fuori dalla pista. Per me è importante lasciare ora che mi sento ancora in grado di fare qualcosa di importante per il marchio Audi. E’ comunque stato un privilegio guidare per 15 anni per la miglior costruttore del mondo.”

Con il ritiro di “Mister Le Mans” finisce un’epoca. Tom Kristensen è riuscito a battere quel record di sei vittorie di “Monsier Le Mans” Jacky Ickx, alzando di molto quell’asticella sul libro dei record che sembrava irraggiungibile. Tocca alle nuove generazioni avere le giuste motivazioni per battere quel record, ma anche per realizzare una carriera leggendaria, piena di soddisfazioni e risultati come quella dell’asso danese.

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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