Published on Maggio 14th, 2014 | by Massimo Campi
0A Monaco con la ATS di Phil Hill
Ats, un marchio che ha significato poco nella storia sportiva, nessuna vittoria, anzi solo poche e non belle figure. Una avventura durata poco, solo un paio d’anni, con tanti problemi ed una fine ingloriosa. Ma quel marchio è legato ad una storia ben precisa, quando Enzo Ferrari licenziò, a fine 1961, tutti i suoi dirigenti, compreso Romolo Tavoni, il Direttore Sportivo e Carlo Chiti, il Direttore Tecnico. Alcuni di loro finiscono in una nuova avventura, la ATS, acronimo di Automobili Turismo e Sport , con il sostegno finanziario del Conte Giovanni Volpi, ricco imprenditore veneziano appassionato proprietario della Scuderia Serenissima, e gli imprenditori Jaime Ortiz Patino e Giorgio Billi.
Fatto sta che l’11 Febbraio 1962 viene costituita la Automobili Serenissima Bologna SpA ed il 15 Luglio dello stesso anno viene posata la prima pietra dello stabilimento di Pontecchio Marconi, lungo l’Autostrada del Sole. In Autunno ci sono però le prime divergenze e Volpi lascia il sodalizio portando con sé il marchio Serenissima, ragion per cui nel Settembre 1963 la denominazione della società diventa ATS (Automobile Turismo Sport).
Nel frattempo a Dicembre 1962 viene presentata la tipo 100. F1, una monoposto di Formula 1 con motore 1.500-V8 bialbero della stessa ATS, caratterizzata da una forma molto aerodinamica, una linea di cintura bassa ed un ampio cupolino anteriori. I piloti sono l’americano Phil Hill, campione del mondo nel 1961, e Giancarlo Baghetti, altri due ex-Ferrari. La trasmissione era equipaggiata da un cambio Colotti a sei rapporti ed aveva un telaio del tipo spaceframe. Le sospensioni erano a doppi bracci trasversali a tutto tondo con molle elicoidali. Esordì nel 1963 al Gran Premio del Belgio con Phil Hill e Giancarlo Baghetti: entrambi si ritirarono per problemi alla trasmissione dopo essere partiti dal fondo dello schieramento. Negli altri GP le ATS non ottenennero risultati significativi. Addirittura nel Gran Premio d’Italia Hill terminò undicesimo a 7 giri dal vincitore Jim Clark; Baghetti finì 15° (e ultimo) a 23 giri. Al termine della stagione il sogno di un’altra scuderia italiana competitiva svanì. In seguito, nel 1964 Vic Derrington e Alf Francis iscrissero una vettura ATS, con un telaio modificato, al gran premio d’Italia con il pilota portoghese Mario Araujo de Cabral, che però non concluse la gara.
La vettura del 1964 è ora nella mani di Jason Wright, appassionato e noto collazionista che ha corso a Monca il GP storico con questa ATS. Il simpatico Jason ci ha raccontato la storia della monoposto: “questa vettura era usata nel 1963 dalla squadra ufficiale ATS. Ha fatto il Gp degli Stati Uniti e Messico con Phil Hill, ma entrambe le volte si è dovuto ritirare. Rispetto alle altre due vetture dello stesso anno era diversa, questa è nata con il cambio dietro al asse posteriore, mentre le altre l’avevano tra il motore e il differenziale.
In quell’anno le cose alla ATS andavano già male. L’Ing. Chiti, il progettista, stava già collaborando con l’Autodelta e con l’Alfa Romeo. Billi, rimasto unico proprietario contava in un accordo con la casa del Portello per riportare in F.1 il marchio Alfa Romeo. Lo sviluppo in ATS andava comunque avanti e questa vettura è stata l’unica ad avere l’alimentazione ad iniezione al posto dei carburatori tradizionali.
Quando si è interrotto il discorso con Alfa Romeo, la ATS ha dato tutto il materiale ad Alf Francis , l’ex meccanico di Stirling Moss e socio di Collotti e di Vic Derrington, un preparatore inglese che realizzava volanti, marmitte, collettori etc.
Tra i due, Francis e Derrington, con il materiale recuperato, doveva nascere una nuova squadra di F.1.
Francis ha realizzato un nuovo telaio di classica scuola inglese, tradizionale in tubi, ed il pilota portoghese Mario Cabral ha svolto alcuni test per la messa a punto ed ha disputato il G.P. d’Italia del 1974, e questa vettura è stata la prima monoposto a montare delle gomme Good Year in F.1.
Cabral ha avuto poca fortuna e si è dovuto ritirare. Dopo pochi giorni a Monza c’era Carrol Shelby che stava provando le nuove Ford GT40 e tra i piloti che svolgevano i test c’era Bob Bondurant, amico di Francis e Derrington e legato alla Good Year. Bondurant. Dopo i test della Ford, montò sulla ATS facendo parecchi giri di pista. La vettura non era male, riusciva ad entrare nel curvone a tavoletta, ma dopo alcuni giri si è rotto un semiasse e la monoposto è uscita di strada finendo nel bosco. Bondurant è stato sbalzato dall’abitacolo, è svenuto ma per fortuna si è subito ripreso senza gravi conseguenze fisiche. La macchina, ribaltata, è andata distrutta ed il progetto della squadra di F.1 è stato abbandonato.
I resti della macchina sono tornati alla ATS, dove è stata abbandonata in un angolo fino al 1970. E’ stata in seguito acquistata da vari collezionisti, restaurata, passando di mano in mano fino a quando l’ho comperata nel 2009.
Ho fatto alcune gare, ma la uso molto poco per paura di rompere il motore che è un pezzo unico. Sto facendo realizzare un nuovo V8 di ricambio per potere correre con più sicurezza in caso di rottura.”