Certe volte (troppe, per la verità) è proprio difficile capire la Ferrari gestione Montezemolo. Mentre le due F14 T arrancano in pista in evidente deficit tecnico, la preoccupazione principale del presidente della Scuderia e del suo staff è di dare una spiegazione logica della figura di Marco Mattiacci (con lui nella foto).
Una figura talmente sconosciuta che un giornale inglese ha scritto che “il suo contributo al suo primo Gran Premio (quello di Cina, ndr) come team principal sono stati i suoi occhiali da sole in una giornata di forte smog. E nel paddock del Gran Premio di Spagna il suo profilo è così basso che è difficile accorgersi se è presente in circuito”.
“Sta osservando e studiando”, si è precipitato a dire anche in Spagna Montezemolo assicurando che gli sarà vicino per dargli consigli. Preso dalla foga di difendere lo sconosciuto (per il mondo dello sport automobilistico) ex amministratore delegato di Ferrari North America, il Presidentissimo spara una dichiarazione incredibile: “E’ stato così per 4 o 5 mesi con Jean Todt quando nel 1992 è venuto alla Ferrari, perché anche lui non aveva esperienza di F1. E per questo veniva criticato”.

Jean Todt come Mattiacci? Lui, ex navigatore di piloti del calibro di Jean-Pierre Nicolas, Rauno Aaltonen, Ove Andersson, Hannu Mikkola, Jean-Pierre Beltoise, Jean Guichet, Jean-Claude Lefèbvre, Timo Mäkinen e Guy Fréquelin), che, come direttore sportivo, aveva trasformato una casa automobilistica “borghese” come la Peugeot in una macchina da guerra capace di vincere due titoli mondiali rally (1985 e 1986), quattro Parigi-Dakar (1987, 1988,1989, 1990), una Pikes Peak (1988) ed una 24 Ore di Le Mans (1992).
Che aveva accettato l’incarico in Ferrari solo dopo che la Peugeot aveva annunciato di non volersi impegnare nella Formula 1, categoria a cui Jean Todt aspirava come compendio di una vita spesa nel mondo dei motori.
Meno male che era uno sconosciuto bisognoso dei consigli di Luca Montezemolo! E, poi, di Todt si può dire di tutto ma non certo che abbia mai tenuto un profilo basso. Tra l’altro, arrivò a Maranello nel 1993 (e non nel 1992), un paio d’anni dopo quello di Montezemolo come Presidente ed amministratore delegato.
Ma il problema vero è un altro. In un momento tecnicamente così problematico per la Scuderia era proprio necessario sostituire a stagione avviata un esperto Stefano Domenicali (non foss’altro per i tanti anni passati a contatto con il mondo delle corse) con un amministrativo (certamente abile) come Marco Mattiacci?
Certe volte (troppe, per la verità) è proprio difficile capire la Ferrari!