Formula 1

Published on Aprile 3rd, 2014 | by Bruno Brida

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Un’idea della Ferrari: per rispettare il limite dei consumi, basta tagliare i giri dei Gran Premi

Quest’inverno Fia e team avevano strombazzato “urbi et orbi” che il nuovo regolamento tecnico, imperniato su motori turbo-ibridi di 1600 cc e sul consumo carburante di 100 chili/ora – avrebbe riportato la Formula 1 ad essere la punta tecnologicamente avanzata del motorsport, grazie a soluzioni che avrebbero avuto ricadute anche sulla produzione di serie.

Sono bastate due gare (Australia e Malesia) a far sgretolare questa granita convinzione, a cui hanno contribuito la risibile questione della scarsa attendibilità del sensore omologato Fia (quello che avrebbe dovuto controllare il flusso di carburante) e la scarsa affidabilità e scarsa potenza di alcune power unit in pista.

Per cercare di rilanciare una Formula 1 che rischia di mettere in scena un’altra stagione -noia, si sono riuniti ieri a Londra i massimi cervelloni del circus (rappresentanti dei team, Fia e Fom). In questo consesso, tutti d’accordo sul fatto che i piloti devono essere lasciati liberi di correre senza preoccuparsi troppo del consumo (nella foto, Stirling Moss fa rifornimento durante il GP d’Italia del 1953). Ma come fare senza infrangere il benedetto limite dei 100 litri/ora?

Un’idea la Ferrari l’ha avuta: accorciare i Gran Premi. Di quanto? Cinque o dieci giri, secondo il tracciato. Così il regolamento è salvo ed i tecnici sono liberi dall’incubo consumo. Se volete, una furbizia all’italiana.

Tutti d’accordo? Neanche per sogno perché la Mercedes e le sue squadre clienti sono insorte: “Noi andiamo forte, consumando il previsto. Facciano così anche gli altri”. Visti i risultati conquistati in pista, è un ragionamento che non fa una grinza.

Tutti i presenti alla riunione di Londra hanno invece convenuto che il rumore degli attuali V6 non è proprio il massimo per lo spettacolo. Insomma, ha poco appeal.

Secondo Remi Taffin, responsabile Renault delle operazioni in pista, l’unico rimedio è una sostanziale modifica del regolamento tecnico.

“Innanzitutto – spiega Taffin – siamo passati dai 18mila giri dell’anno scorso ai 12mila di quest’anno. In teoria avremmo un limite massimo di 15mila ma nessuno si avvicina per la questione consumo. Poi c’è il turbo: mettere un qualcosa sul percorso dei gas di scarico è come mettere un cuscino sulla faccia di una persona. Agisce come un silenziatore. Infine, sempre per regolamento gli scarichi devono confluire in un unico terminale. Mettete insieme tutti questi elementi ed otterrete il rumore delle attuali monoposto”.

 

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About the Author

Laureato in ingegneria. Giornalista da oltre 40 anni nel settore motoristico, produzione e sportivo. Consulente della comunicazione. Esperienze: redattore di Quattroruote, caporedattore di Autoruore 4x4, caporedattore centrale della Gazzetta di Crema e della Gazzetta di Monza, direttore di Paddock.



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