Jack Brabham, 2 aprile 1926 - Motoremotion.it


Personaggi

Published on Aprile 2nd, 2014 | by Massimo Campi

0

Jack Brabham, 2 aprile 1926

brabham_03mem

 

Ci sono stati campioni che hanno vinto titoli mondiali, alcuni solo uno, per finire con Michael Schumacher che ne ha conquistati sette, ma solamente uno di loro è riuscito a vincere un titolo mondiale con una sua vettura: “Sir” John Arthur “Jack” Brabham.

Brabham nasce il 2 aprile del 1926 a Hurtsville, in Australia, vicino a Sydney, ed è il più anziano pilota ancora in vita ad aver vinto dei gran premi in Formula Uno.

Nipote di un immigrato londinese giunto in Australia nel 1885, Jack Brabham a dodici anni imparò a guidare. Una volta adolescente si iscrisse all’istituto tecnico di Kogarah, dove intraprese studi che gli permisero di avere competenze in metallurgia, lavorazione del legno e disegno tecnico. A quindici anni, poi abbandonò la scuola, trovando un impiego come meccanico in un’officina, ma contemporaneamente studiò ingegneria in un corso di scuola serale. In seguito aprì una propria attività di rivendita di moto.

brabham_04mem

Durante la guerra è nella Royal Australian Air Force come meccanico e finito il secondo conflitto mondiale aprì una propria attività con sede a Sydney, in un appezzamento del proprio nonno, dedicandosi alla riparazione di automobili.

Nel 1946, terminato il conflitto mondiale, si recò con Johnny Schonberg, un amico americano pilota, a vedere una corsa in notturna per vettura midget. Schonberg, chiese a Brabham di costruirgli una midget con cui prendere parte alle gare nazionali.

L’australiano accettò e lo statunitense riportò nei due anni successivi diversi successi finché la moglie non gli chiese di ritirarsi dalle competizioni. Brabham, allora, decise di sostituirlo e fece il suo esordio sul tracciato di Paramatta Park Speedway, ottenendo la sua prima affermazione alla terza gara. Con la sua vettura vinse il campionato nazionale del 1948 e, nello stesso anno, si impose pure nel campionato del Nuovo Galles del Sud, in cui conobbe Ron Tauranac, divenuto poi suo grande amico e futuro socio in affari.

brabham_05mem

Nel 1949conseguì la vittoria dei campionati australiano (in cui si affermò anche nel 1950 nel 1951) e sud africano di stock car. Il passo successivo sono le gare in salita e su pista. Decise quindi di debuttare anche nelle monoposto nel 1953, acquistando una Cooper-Bristol modificata.

In questo periodo si guadagnò anche il soprannome di Black Jack, che lo avrebbe accompagnato per tutta la carriera, per via del colore dei capelli e della sua propensione caratteriale a mantenere un minaccioso silenzio. Nel 1954 prese poi parte a una gara di Formula Libre in Nuova Zelanda, attirando l’attenzione di John Cooper e, l’anno dopo,Dean Delamont, personaggio di punta del Royal Automobile Club, che lo convinse a trasferirsi in Gran Bretagna per correre in gare europee.

Arrivato in Europa nei primi mesi del 1955 con l’intenzione di rimanervi non più di un anno, Brabham acquistò una Cooper e  riuscì a debuttare al Gran Premio di Gran Bretagna. Corre in alcune gare di F.2 ed il gran premi extra campionato. Corre anche con una Maserati nel 1956, ma poi rimane fedele per diverse stagioni alla Cooper e nel 1958 vince il campionato inglese di F.2.

Contemporaneamente siglò un contratto con la Aston Martin, con cui collaborò allo sviluppo del programma per vetture sport, imponendosi alla 1000 km del Nürburgring in coppia con Stirling Moss.

Jack_Brabham_07mem

Nel 1959 Jack Brabham non è certo il favorito per il titolo mondiale, anzi si pensa finalmente ad un trionfo di Stirling Moss. Invece l’australiano stupisce vincendo già la prima gara. Seguono un secondo e un terzo posto, poi ancora una vittoria in Gran Bretagna, ad Aintree.  In Italia poi arriverà un podio che sancirà la conquista del titolo, nonostante il recupero di Tony Brooks. Il 1960, anno del suo secondo titolo, è invece molto più facile. Con una serie di cinque vittorie consecutive Brabham fa via via affievolire le speranze di Bruce McLaren che si ritrova alla fine secondo, staccato di nove punti.

Dopo il secondo titolo Brabham cade in un lunghissimo periodo di crisi, che termina solo nel 1966. Nel  1962 fonda un team che porta il suo nome, ma i risultati sono scarsi: con le sue macchine “Black Jack” non va oltre un quarto posto.

Nel 1963 ci sono lievi miglioramenti, col secondo posto in Messico, e così nella stagione successiva (due terzi posti). Poi nel 1965 fa un passo indietro, e conquista solo un terzo posto. Invece il suo compagno di squadra, l’americano Dan Gurney naviga sempre in posizioni alte, con ben sei risultati utili consecutivi.

Nel 1966, Ancora una volta, contrariamente alle previsioni, Jack Brabham vince il titolo. La Ferrari infatti, favorita della stagione, perde Surtees a causa di polemiche tra il Drake e l’asso inglese. Brabham, con la sua nuova vettura ed il motore Repco di 3 litri, vince consecutivamente quattro gare, chiudendo la questione. Nel 1967, invece, il titolo gli viene soffiato dal compagno di squadra Hulme. Brabham rimane molto scottato e allontana il neozelandese dalla scuderia che finisce alla McLaren.

brabham_1966_02mem

Nel 1968 Brabham va in crisi e ottiene solo due punti. Il 1969 è leggermente migliore, con un secondo e un terzo posto (Canada e Messico), un quarto e un sesto (rispettivamente Stati Uniti e Olanda). Il 1970 sarà l’ultimo anno di attività di Brabham che si regala una vittoria nel gran premio inaugurale in Sud Africa e conclude quinto nella classifica generale. Abbandona il volante e lascia anche il proprio team nelle mani del suo socio, Ron Tauranac.

brabham_1070_08mem

Jack Brabham è padre di tre figli, Geoff, Gary e David, che sono stati tutti piloti automobilistici. Gary e David hanno partecipato senza grande successo alla Formula 1, Geoff ha vinto la serie Can-Am nel 1981 e la 24 ore di Le Mans del 1993, competizione vinta anche da David nel 2009.

Print Friendly, PDF & Email

Tags: , ,


About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



Back to Top ↑