Published on Dicembre 3rd, 2013 | by Bruno Brida
0Motorizzazioni ibride nelle corse: i nuovi limiti della sicurezza
Un problema che il Mondiale Endurance (Wec) si è posto da qualche tempo – e che la Formula 1 dovrà prima o poi affrontare con l’arrivo delle nuove motorizzazioni – è la formazione dei commissari tecnici, ossia delle persone incaricate di verificare la conformità al regolamento delle vetture a motorizzazione ibrida, e dei commissari di percorso, che intervengono in caso d’incidente.
Un compito non da poco, stante la novità e la diversità dei sistemi messi in campo dalle vetture ufficiali, compito che l’Automobile Club de l’Ouest (Aco), organizzatrice soprattutto della 24 Ore di Le Mans, ha affidato a Patrice, un arzillo pensionato parigino con vasta esperienza nella progettazione di propulsori nucleari e di microprocessori.
In effetti, la presenza in gara di vetture con sistemi di propulsione ibrida pone nuovi problemi al personale di servizio, anche se «questi sistemi sono stati sviluppati per le competizioni automobilistiche e tengono conto della possibilità che subiscano impatti violenti», spiega Patrice.
«In quanto fonte d’energia, l’elettricità è difficile da trasportare e spostare. I sistemi attuali sono ad esempio condensatori (processo elettrochimico, ndr) o volani ad inerzia (soluzione meccanica, ndr). Si parla di 300/400 Volt, ovvero di valori di tensione abbastanza vicini a quella domestica, per cui dispositivi di protezione devono essere molto efficaci dal momento che condensatori e volani lavorano in ambienti in cui circola carburante».
Ma cosa succede nel caso in cui un prototipo ibrido abbia un incidente? «Il personale di soccorso deve sempre prestare attenzione alle luci che si sono accese automaticamente all’esterno della vettura danneggiata. Se sono rosse, significa che devono operare con attenzione; se sono verdi, possono lavorare tranquillamente, come su una auto tradizionale. Comunque, per toccare la vettura è preferibile indossare sempre guanti sintetici e non conduttori».
« Ci sono diversi modi d’affrontare la questione della sicurezza – conclude Patrice – a cominciare dalla procedura d’omologazione. Per questo lavoriamo in stretta collaborazione coi costruttori durante la fase di progettazione dei sistemi ibridi. Questo impone anche una formazione specifica delle persone che dovranno entrare in contatto con le auto ibride in autodromo».
L’animazione sotto illustrata come ha funzionato il sistema ibrido dell’Audi R18 e-tron quattro durante un giro virtuale a Le Mans.