
Comunque vada a finire tra una settimana in Brasile, Fernando Alonso sarà secondo nella classifica finale del mondiale di F1. Ancora una volta … e per Stefano Domenicali è un successo: «Il risultato di oggi (quinto, dopo essere partito dalla sesta posizione, ndr) premia la straordinaria costanza di Fernando, tre volte secondo negli ultimi quattro anni nella Classifica Piloti, un piccolo premio davanti allo strapotere della Red Bull».
Poi la solita analisi, con le solite giustificazioni: «Questo weekend si è concluso con un risultato che certamente non ci soddisfa. È stata una gara senza grandi colpi di scena, il cui esito è stato deciso al primo giro. Ancora una volta il verdetto delle qualifiche ha condizionato la nostra prestazione e in questa particolare occasione il rammarico è più grande: il distacco dalla quinta posizione ieri era minimo e se fossimo partiti sul lato pulito della pista forse oggi avremmo potuto assistere ad una gara diversa. Purtroppo è andata diversamente ed ora dobbiamo stringere i denti fino al Brasile, cercando di pensare a come massimizzare il potenziale della vettura, e per questo ad Interlagos mi aspetto di vedere una reazione da parte della squadra». Già, perché c’è difendere il terzo posto nella classifica da una Lotus sempre più arrembante, piuttosto che pensare al secondo che sembra ormai a portata di mano della Mercedes.
Quella vista ad Austin è stata una Ferrari ormai allo stremo, come un pugile suonato che si difende disperatamente in attesa del gong finale. Sì, perché Alonso, al GP degli Usa, non ha dovuto confrontarsi direttamente con gente del calibro di Webber, Hamilton, ma con con Gutierrez, Bottas ed Hulkenberg, gente al volante di Sauber e Williams, vetture di scuderie in difficoltà economica.
«Finire tra i primi cinque oggi – ha dichiarato lo spagnolo – è stato un risultato molto positivo se consideriamo le difficoltà del weekend e la partenza sul lato sporco. Sapevamo bene che sarebbe stato molto difficile mantenere la posizione e infatti lì abbiamo perso con Perez. Nella prima parte di gara non eravamo veloci e abbiamo deciso di conservare le gomme per poi attaccare al pit-stop. Con le Hard siamo stati più competitivi, abbiamo superato Perez e siamo andati a prendere Hulkenberg, ma anche se le cose erano migliorate, con la Mercedes era troppo dura e non siamo riusciti a batterli».
E Felipe Massa? Vedrrebbe da dire “chi l’ha visto?”. E’ stato costantemente nelle retrovie, più abulico del solito. «In partenza non ho guadagnato posizioni e poi per tutta la gara sono rimasto sempre rimasto bloccato nel traffico, su un tracciato dove sorpassare non è affatto facile. Sapevamo che la scelta di effettuare una seconda sosta non era quella giusta, ma mi trovavo già in una situazione difficile e così abbiamo deciso di rischiare montando un set di gomme Medium: in quel caso se fosse successo qualcosa davanti a noi, magari una safety car, avrei potuto approfittare della situazione. Purtroppo non è accaduto nulla e l’usura degli pneumatici di chi mi precedeva era molto bassa, così sono rimasto indietro finendo nella stessa posizione da cui ero partito».
Ma, ovviamente, da lui, come sempre, Domenicani aspetta (come sempre) una reazione: «Felipe oggi non poteva fare di più ma sono certo che in Brasile tornerà ad essere competitivo per quella che sarà la sua ultima gara in rosso e un’emozione grandissima per tutta la squadra».