Published on Marzo 19th, 2013 | by Massimo Campi
0Bob Wollek, uomo Porsche
Ha vissuto la sua carriera sportiva inseguendo il sogno di vincere a Le Mans, senza mai riuscirci, ma Bob Wollek ha segnato un’epoca, veloce, tenace, uomo Porsche, a parte una breve parentesi con la Lancia, è stato un pilota di riferimento nel mondo delle gare di durata. È scomparso il 16 marzo 2001 a Sebring, tradito dall’altra sua grande passione, dopo le auto, ovvero la bicicletta. Erano le 4,30 del pomeriggio di venerdì e dopo aver terminato le qualifiche con la Porsche 996 Gt3 del team Petersen è andato a fare un giro in bici tanto per tenersi in allenamento. Mentre percorreva la highway 98 è stato travolto da un camper guidato da John Rashley, un signore di ben 82 anni che non si è accorto della presenza del ciclista.
Wollek era nato nel 1943, il 4 novembre, nell’Alsazia durante l’occupazione nazista. Il padre lo chiamò Bob, trasgredendo agli ordini impartiti dalla Wermacht che non gradiva un nome filo americano tra i nuovi nati. Viveva a Bertatt, vicino a Strasburgo, nella sua Alsazia, con la moglie Michelle. La passione per la bicicletta è iniziata ad oltre 40 anni, e con la due ruote ha provato anche a fare la trasferta da casa fino a Le Mans per disputare la gara a lui più stregata.
Wollek iniziò la sua carriera sportiva nello sci alpino di cui fu Campione del mondo universitario e militare, dal 1966 al 1968 fece parte della squadra nazionale francese. Per puro diletto, durante questo periodo, fa il suo debutto nel automobilismo partecipando con un amico ad un raduno di Renault 8 Gordini sul Monte Bianco cogliendo il primo successo. L’obbiettivo è quello di gareggiare ai Giochi olimpici invernali del 1968 a Grenoble. Ma in vista delle selezioni, subisce un serio infortunio che pone fine alla sua carriera di sciatore. La voglia di misurarsi con lo sport ad alto livello e la passione per le auto lo portano al debutto prima nei rally e subito in pista.
La lunga carriera di Bob Wollek è unica nel suo genere: inizialmente ha corso con le monoposto di F.France, F.3, F.2, anche con il team di Ron Dennis, qualche rally e poi un grande amore per le gare di durata e le vetture a ruote coperte. Ha corso e vinto in coppia con alcuni tra i più grandi piloti di endurance: A.J.Foyt, Hans Stuck, Jochen Mass, Jackie Ickx, e con vetture che hanno fatto la storia delle gare di durata: Alpine, Ferrari, Matra, Lancia Lc2, ma è soprattutto al volante delle vetture di Stoccarda che ha colto i maggiori successi. Praticamente è diventato pilota Porsche dal 1975, ha tradito la casa tedesca solo per un breve periodo, nel 1984 e 85 quando ha guidato per il team Lancia di Cesare Fiorio, per poi ritornare, dopo la parentesi italiana, con la casa tedesca. Quando non ha corso con le vetture ufficiali ha impugnato il volante di quelle dei migliori team satelliti, come Loos, Kremer o Joest. Ha corso con tutti i modelli Porsche dalla metà degli anni 70’ fino alla fine della carriera: 935, 956, 962, 911GT1, Gt2, Gt3. Proprio con la 956 del Team Joest, Bob Wollek ha vinto la 1000 Km di Monza del 1983, in coppia con Terry Boutsen, battendo le vetture ufficiali in crisi con i consumi. E’ ricordato anche per certe sue prese di posizione e per aver stracciato in pista nomi più famosi del suo, ma è stato anche autore di alcuni errori famosi, come quello che è costato la vittoria alla Porsche Gt1 a Le Mans nel 1997, l’uscita di strada che ha favorito la vittoria di Alboreto. Proprio la maratona della Sarthe era il cruccio di Wollek, che ha preso il via in 30 edizioni della gara, spesso con possibilità di vittoria, ma senza mai riuscire nell’impresa. Solo il grande Pescarolo ha partecipato alla maratona della Sarthe più volte di Wollek, ed ha anche ottenuto quei risultati che sono sfuggiti all’alsaziano, secondo per ben quattro volte, vincitore di classe per altre quattro volte, ma mai sul gradino più alto del podio. L’ostinazione per quel podio lo ha forse reso famoso più delle sue tante conquiste: nel suo palmares figurano 4 vittorie a Daytona, una a Sebring, leggendaria in coppia con Foyt e 12 vittorie in gare mondiali con Lancia e Porsche. Nel 1998 è stato ancora protagonista sulla Sarthe, quando è arrivato secondo con Altzen e Muller dietro i compagni di squadra vincitori con l’altra 911 Gt1. Muller mentre stava lottando contro la Toyota Gt-One in testa alla gara finisce fuori strada, perdendo tempo prezioso e facendo finire ancora una volta il sogno di Wollek.
A 57 anni calcava ancora le piste, la sua grande esperienza è spesso servita per mettere a punto vetture da primato ed ultimamente aveva contribuito allo sviluppo della Gt3-Rsr. Nonostante gli oltre 35 anni di carriera era ancora innamorato della sua professione. Duro con gli avversari, spesso non amato da altri piloti e da chi gestisce il potere, ma gentile con chi lo avvicinava e gli chiedeva una intervista, un sorriso per una foto, un semplice autografo, una immagine di altri tempi, ma con un piede ancora capace di dare la paga a molti giovani, ed alcuni campioni con metà dei suoi anni.
Il 2001 è stato un anno terribile, con la scomparsa anche di Michele Albereto, oltre all’alsaziano ed a Le Mans, una vettura d’epoca ha sfilato vuota durante la parata dei piloti con i nomi di Alboreto e Wollek, un tributo a questi due campioni come mai si era visto in terra francese, una testimonianza del valore di questi due personaggi, grandi campioni sia in pista che fuori.