Di Carlo Baffi – immagini Pirelli press
Risorge la Mercedes che s’impone con un Russell perfetto. Verstappen secondo, malgrado una Red Bull non al 100%, precede Norris e Piastri che regalano il titolo costruttori al team britannico per il secondo anno di fila. Bene Antonelli, quinto davanti ad una spenta Ferrari di Leclerc. Hamilton è finito ottavo a causa di un penalty di 5” per track limits.
Un Gran Premio, il 18° del calendario, con l’insidia del caldo estremo al punto da far introdurre le maglie refrigeranti, non gradite da tutti i piloti. Eppure nonostante i 34° nell’aria, il 78% di umidità ed un layout poco favorevole senza i curvoni veloci, è emersa la Mercedes e non solo con George Russell, poleman e vincitore, bensì pure con Andrea Kimi Antonelli, bravo a raggiungere la top five. Max Verstappen, sempre sornione e temibile è riuscito a star davanti alle McLaren dopo essersi qualificato secondo, ma la scuderia di Woking diretta da Zac Brown ed il nostro Andrea Stella s’è riconfermata al vertice del Circus.
Bis Mondiale – Un risultato più che giusto, legittimato ancora una volta dal passo gara mostrato nei 62 giri di Marina Bay. La McLaren-Mercedes, pur non emergendo in qualifica, ha insidiato Verstappen per buona parte della gara restando negli scarichi della Red Bull. Ma l’impressione è che la MCL39 abbia perso un po’ di smalto rispetto alla prima parte della stagione. Non vince da tre G.P. e probabilmente da qualche tempo, visto il margine accumulato, a Woking si stanno concentrando sul progetto 2026. L’epilogo vincente era scritto da tempo ed a Singapore, dopo la debacle di Baku in cui era sfumato il primo match ball, è arrivata la conferma dalla matematica con sei corse d’anticipo. Con 650 punti all’attivo (325 sulla Mercedes seconda) la McLaren è per la decima volta iridata ritornando ai fasti di un tempo. Creata da Bruce McLaren nel 1963, la compagine d’oltre Manica ha conquistato il suo primo mondiale costruttori nel 1974 e da li in poi è sempre stata protagonista anche sul fronte piloti. Come dimenticarsi dell’egemonia di Senna e Prost negli anni della loro faida feroce? La crisi sopraggiunta dopo l’ultima corona piloti del 2008 targata Hamilton, aveva ridotto la McLaren a nobile decaduta, ma l’arrivo di Brown ha rappresentato la grande svolta. Non sono mancate scelte dolorose come la vendita della collezione di monoposto storiche per fronteggiare le difficoltà economiche. Anni duri superati a partire da Silverstone 2023, dopo un onorevole bagno d’umiltà. Ora l’attenzione si sposta sulla sfida per il Campionato Conduttori. Piastri è ancora leader, anche se i punti sono scesi a 22 da Norris ed a 63 da Verstappen. Riteniamo poco probabile che il capofila dilapidi questo vantaggio sull’olandese da qui alla fine del campionato. L’australiano partiva 3° e s’è visto piombargli addosso l’inglese che dal 5° posto ha cercato di passarlo in curva 3. Un blitz in cui c’è stato un contatto non gradito da Oscar, il quale via radio ha chiesto di riavere la posizione. Fortunatamente entrambi han potuto proseguire. Lando seppur con un danno all’ala anteriore (paratia laterale sinistra rotta) ha raggiunto Verstappen, ma gli è mancato lo spunto vincente per arpionare il secondo posto. Su un nastro d’asfalto delimitato dai muri micidiali e con un avversario come il campione del mondo in carica, con cui ci sono state polemiche in qualifica (Helmut Marko ha accusato Norris di aver ostacolato Max), Lando ha preferito star lontano dai guai ed incamerare punti utilissimi per la conquista del mondiale costruttori. “Avevo un buon passo e c’era la possibilità di superare, ma non ho voluto prendere troppi rischi” e sul duello con Piastri, l’inglese puntualizza:” Devo rivedere le immagini, però Max mi ha frenato davanti ed ho dovuto fare una deviazione. Non era nelle mie intenzioni avere una collisione con Oscar” Per contro Piastri ha ammesso che sperava in un risultato migliore spendendo poi elogi al suo team campione. Dopo lo zero rimediato in Azerbaijan, il 24enne australiano, scampato all’incidente iniziale e vedendo che non poteva raggiungere il trio di testa (il suo pit-stop non è stato dei più rapidi) ha corso alla Lauda rimediando un 4° posto che si traduce in 12 punti contro i 18 di Verstappen; ha limitato i danni confidando in tempi migliori, dal momento che dispone sempre di una monoposto molto competitiva. Interrogato sul risentimento di Piastri, il Team Principal Andrea Stella, ha apprezzato l’atteggiamento determinato del suo driver aggiungendo che il futuro tra i due galletti è aperto, ma che è d’obbligo tenere sempre in considerazione Verstappen. L’esperto tecnico e manager di Orvieto è ben conscio del pericolo che potrebbe materializzarsi in caso di una battuta vuoto.
Argento vivo – Era iniziato nel peggiore dei modi il fine settimana di George Russell, a muro nelle libere 2 nella curva 14 dopo solo 6 tornate. Un botto che sicuramente ha rievocato nella sua mente brutti ricordi: dal crash del 2023 al penultimo passaggio mentre contendeva la seconda piazza a Norris, a quello con Grosjean del 2019 nella sua prima stagione in F.1 con la Williams. Singapore non è mai stato magnanimo col 27enne britannico, mai giunto a podio. Ma ecco la metamorfosi della W16 che nelle FP3 inizia a volare ed issa Russell ed Antonelli in 3^ e 4^ posizione, a ridosso di Verstappen e Piastri. Performances che vengono confermate in qualifica con il giro record di George che col tempo di 1’29”158 beffava Verstappen per 182 millesimi; un best lap migliorato due volte. Ed Antonelli è ottimo quarto, segno tangibile che la nuova ala anteriore portata da Brackley inizia a dare i suoi frutti proiettando le Frecce Nero-Argento a protagoniste in gara. Non mancano le perplessità circa il rendimento della W16 in gara, che però sarebbero state presto fugate appena dopo lo start. Russell resta saldamente primo malgrado monti le medie contro le soft di Verstappen. Il poleman diviene presto imprendibile e senza grossi problemi firmerà il suo 2° successo stagionale, 5° in carriera, che gli permette di sfatare il tabù di Singapore e di essere riconosciuto un vero top driver in una stagione da incorniciare. D’altronde il tempo è galantuomo e proprio nel caso di George Russell gli sta restituendo ciò che finora gli ha negato. Fresco delle conquiste dei titoli in GP3 Series e F.2 e già in orbita Mercedes si fece tre stagioni su una modesta Williams, salvo la brevissima parentesi sulla Freccia d’Argento di Hamilton, fermo per Covid, nel G.P. di Sakhir del 2020. Qui s’apprestava a cogliere un sorprendente successo, ma una topica del box lo costrinse ad una sosta supplementare ed il sognò svanì di colpo. Che doccia gelata! Due anni dopo approdava a Brackley, ma la Mercedes non era più quel missile che aveva dominato dal 2014. E adesso, quando si ritrova tra le mani una vettura efficiente, mostra finalmente tutto il suo talento. Ai 25 punti dell’inglese si aggiungono i 10 di Andrea Kimi Antonelli, autore di un’altra corsa solida, matura e senza sbavature. Scattato quarto, ha perso due posizioni complice la mancanza di grip nella parte sinistra del tracciato (rimasto umido dopo l’acquazzone) e s’è ritrovato dietro a Norris e Leclerc. A lungo sesto e minacciato da Hamilton, il 19enne bolognese ha tenuto un buon ritmo e s’è preso con decisione la quinta piazza sul monegasco. Con 35 punti in più, la Mercedes consolida il secondo posto con 27 lunghezze sul Cavallino. Il salto di qualità della scuderia di Toto Wolff è indiscutibile, vedremo se si ripeterà nelle prossime competizioni.
Mina vagante – Reduce da due vittorie consecutive e dalla marcia trionfale al Nurburgring, Max Verstappen era pronto a battere le McLaren anche a Singapore, terreno più consono alle MCL39 rispetto alla Red Bull. Ebbene ci è riuscito, sia in qualifica che in gara, ma non aveva messo in conto l’exploit di Russell. “Mad Max” ha azzardato le Pirelli rosse al via contando di freddare “King George” alla prima curva per poi prendere il largo e gestire. Invece allo spegnimento delle luci non è stato spietato come al solito, forse anch’egli per il poco grip su quella parte di pista e s’è visto costretto ad inseguire. Si sono aggiunti pure dei problemi che hanno un po’ azzoppato la sua RB21 facendogli rischiare pure un dritto contro le barriere al giro 37, evitato con un provvidenziale bloccaggio. Elementi che hanno indotto l’olandese a mollare la presa e guardarsi le spalle dall’arrembante Norris. “Non avevamo il passo per vincere – ha ammesso nel post gara – ed anche le McLaren avevano più passo di noi. Ho ottenuto il massimo risultato possibile.” Classifica alla mano, colmare le 63 lunghezze da Piastri paiono una “mission impossible”, ma se pensiamo al caos in cui si trovava la Red Bull prima della pausa estiva e prima del siluramento di Chris Horner, sono evidenti i progressi ottenuti da Zandvoort in avanti. Proprio quelli che mantengono vivo lo spauracchio di un rientro in gioco dell’olandese volante in vista del finale di campionato. Come già detto Verstappen non ha nulla da perdere e ciò gli permette di prendersi dei rischi che al duo papaya sono vietatissimi. Inoltre sente che la Red Bull è sempre più casa sua e questo lo carica. Per assurdo nell’anno in cui dovrebbe abdicare la corona tenuta sul proprio capo per quattro campionati di fila, risultando quindi perdente, la popolarità di Max è in crescita. Merito dei successi con una vettura inferiore alle McLaren ed alle scorribande extra F.1 che fanno parlare di lui anche quando non ci sono i Gran Premi. La sua passione per carburatori e pistoni è più viva che mai, così come l’insaziabile voglia di vincere: la sua rabbia per la mancata vittoria a Marina Bay è la prova lampante. Insomma, il cannibale è ancora in circolazione in cerca di prede e se non gli riuscirà il miracolo di riconfermarsi iridato, sarà sicuramente arbitro nella sfida tra Piastri e Norris.
Impaludati – Nel valutare i risultati della Ferrari dal ritorno dalla pausa estiva, ossia dal 31 agosto giorno del G.P. d’Olanda, emergono dei numeri impietosi. Se la Red Bull ha ottenuto 96 punti, la McLaren 91 e la Mercedes 89, la Rossa solo 38. Un’involuzione incomprensibile dal momento che dal G.P. del Belgio del 27 luglio sulla SF-25 era stata introdotta la nuova sospensione posteriore, quella che avrebbe dovuto eliminare i difetti di gioventù, oltre al nuovo fondo. Ma andiamo avanti. La vittoria manca da 22 G.P., l’ultima risale al 27 ottobre del 2024, quando Carlos Sainz s’impose nel G.P. del Messico. L’ultimo podio è quello di Charles Leclerc in Belgio, datato 27 luglio (terzo dietro a Norris e Piastri). Riguardo ad Hamilton il bilancio 2025 è altrettanto disastroso, mai in top-tre ad eccezione del successo nella Sprint Race in Cina, round in cui entrambe le Ferrari furono squalificate la domenica. L’ultima pole è invece più recente, conseguita a Budapest da Charles. Se fino a Baku il secondo posto tra i costruttori pareva un obiettivo più che possibile, anche se criticato in quanto le attese dopo i proclami trionfalistici del pre-campionato erano ben altre, ora anche questo traguardo è posto in serio pericolo. L’aritmetica ha retrocesso la Ferrari in terza posizione superata di slancio dalla Mercedes nelle ultime due trasferte ed ora è minacciata dalla Red Bull staccata di solo 8 lunghezze; c’è di buono che i bibitari possano contare solo su Verstappen, unico a domare la RB21. Comunque sia stando agli ultimi responsi della pista, il Cavallino figura come quarta forza. Anche a Marina Bay è andato in scena il solito copione, con Leclerc ed Hamilton in auge nelle PL1. Nella sessione successiva s’è verificato un episodio che poteva costare caro al monegasco. Uscito troppo velocemente dal proprio box ha colpito Norris, questo quando il meccanico Ferrari aveva alzato il braccio per fermare Charles in quanto la corsia box era occupata dalla McLaren°4. Fortuna vuole che il collegio dei commissari s’è dimostrato magnanimo comminando soltanto una multa da 10 mila Euro alla squadra e nessun penalty da scontare in griglia. In Q1 si registrava l’acuto di Hamilton col miglior crono di 1’29″765, a 2 decimi dal record della pista. Un buon auspicio destinato purtroppo ad evaporare in Q2 e poi in Q3: Lewis 6° e Charles 7°, che non risparmiavano critiche. Secondo Hamilton alcune circostanze nelle procedure in pista lo avevano rallentato quando poteva siglare un crono migliore. Leclerc invece era più diretto parlando di modifiche necessarie eseguite dopo le PL1 che hanno compromesso l’efficacia della vettura. L’ipotesi più probabile circolata concerne ancora una volta l’altezza da terra per evitare il consumo del pattino, eterno dilemma che affligge la SF-25. Il Team Principal Cedric Vasseur andava in un’altra direzione affermando che la Mercedes aveva battuto tutti e non solo la Scuderia, sottolineando che erano stati veloci nelle Libere 1 ed in Q1 (purtroppo non frangenti decisivi) e che si trovavano ad 1 decimo dalle McLaren. E veniamo a domenica. Dopo una qualifica deludente che avrebbe sicuramente influito sulla gara, Leclerc ha tentato una sortita in partenza pigliandosi subito la quinta piazza, poi ha dovuto fare i conti un passo inferiore ai rivali e ad un surriscaldamento dei freni che l’ha costretto ad un lift and coast. Morale, nelle battute conclusive non ha potuto opporsi al ritorno di Antonelli. Lewis Hamilton è rimasto a lungo dietro al rookie della Mercedes, che ha cercato di sopravanzare montando le soft in un secondo pit-stop. Leclerc gli ha pure ceduto strada visto il ritmo sostenuto (il britannico ha pure segnato il giro veloce), ma una volta messa nel mirino la “Freccia Nero-Argento” numero 12, anche Lewis s’è ritrovato a corto di freni. Palesemente in difficoltà, ha ridato la posizione al compagno, cercando di salvare il 7° posto da un famelico Alonso. Fatica vana, dal momento che è stato punito con 5” di penalità per aver oltrepassato i track limits e retrocesso 8°. Una punizione discutibile, perché senza freni il britannico procedeva lento e non cercava affatto di avvantaggiarsi. Di fronte all’ennesimo flop un sempre più frustrato Leclerc s’è così espresso:” Ho dovuto gestire i freni per tutta la gara ed è stato molto difficile. Negli ultimi giri perdevamo 15 secondi.” E poi l’affondo:” Da inizio anno, la McLaren ha sempre mantenuto lo stesso vantaggio su di noi. La Red Bull è migliorata salendo al livello della McLaren e adesso anche la Mercedes è cresciuta ed è sullo stesso piano di McLaren e Red Bull. Noi invece siamo il 4° team, non riusciamo a tirar fuori molto di più dalla macchina e non mi aspetto cose positive dalle ultime gare in programma.” Parole dalle quali non traspare ottimismo in chiave futura. Pure Vasseur ha confermato i guai all’impianto frenante a partire dal 3° passaggio:” Siamo partiti troppo indietro ed essendo in mezzo al gruppo abbiamo faticato molto per quanto riguarda il raffreddamento.” Il manager ha però ribadito che il passo era buono in particolare:” …quando abbiamo spinto un po’ di più con Hamilton. Ma il problema è che siamo riusciti a spingere solo per l’1% della corsa e non si possono ottenere buoni risultati in questo modo”. Hamilton invece guarda avanti:” Ora l’obiettivo è massimizzare il pacchetto per Austin ed eseguire tutto al meglio per ottenere il massimo dei punti.” La trasferta sul Circuito delle Americhe in Texas è in calendario fra due settimane e la Ferrari farà ritorno sulla pista in cui Leclerc siglò nel 2024 il suo ultimo trionfo. Speriamo sia di buon auspicio.
Leone ruggente – Nella città stato che ha come simbolo il Merlion, ovvero la statua con la testa di leone (da Singapura, ovvero Città del Leone) ed il corpo da pesce, Fernando Alonso ha sfoderato gli artigli ed il suo istinto predatorio. Dalla 10^ piazzuola ha concluso settimo lottando e beneficiando dell’arretramento di Hamilton, che ha cercato di agguantare negli ultimi chilometri. Il 44enne e due volte iridato ha contestato via radio la condotta dell’eptacampione reo di guidare senza freni:” Non puoi comportarti come se ti trovi da solo in pista. Dovrei essere in P7.” Una rabbia poi placata dalla decisione presa dalla direzione gara. Alonso ha pure regalato un siparietto divertente quando ha minacciato i suoi tecnici di chiudere i contatti radio se avessero continuato a parlargli.
Remuntada – Al termine delle qualifiche è spuntata la squalifica per entrambe le Williams-Mercedes, per l’irregolarità dell’ala posteriore. Di conseguenza sia Carlos Sainz che Alexander Albon son partiti dal fondo (il thailandese dalla pit-lane insieme a Gasly). Il madrileno non s’è perso d’animo e procedendo per ben 52 giri con le Pirelli medie è risalito fino ad entrare nella top-ten che gli ha fruttato un punto d’oro.
Concreto – Lode ad Oliver Bearman, bravo a transitare nono sotto la bandiera a scacchi mantenendo la posizione di partenza al volante della sua Haas-Ferrari. Per il suo compagno Esteban Ocon, un G.P. da dimenticare concluso al 18° posto ad un giro.
Ordine d’arrivo:
1° – George Russell (Mercedes) – 62 giri
2° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 5″430
3° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 6″066
4° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 8″146
5° – Andrea Antonelli (Mercedes) – 33″681
6° – Charles Leclerc (Ferrari) – 45″996
7° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’20″667
8° – Lewis Hamilton (Ferrari) – 1’25″251 **
9° – Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 1’33″527
10° – Carlos Sainz (Williams-Mercedes) – 1 giro
11° – Isack Hadjar (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
12° – Yuki Tsunoda (Red Bull-Honda) – 1 giro
13° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
14° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
15° – Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
16° – Franco Colapinto (Alpine-Renault) – 1 giro
17° – Gabriel Bortoleto (Sauber-Ferrari) – 1 giro
18° – Esteban Ocon (Haas-Ferrari) – 1 giro
19° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1 giro
20° – Nico Hulkenberg (Sauber-Ferrari) – 1 giro
** Penalizzato di 5″ per track limits
Classifica piloti:
1° Piastri 336 – 2° Norris 314 – 3° Verstappen 273 – 4° Russell 237 – 5° Leclerc 173 – 6° Hamilton 125 – 7° Antonelli 88 – 8° Albon 70 – 9° Hadjar 39 – 10° Hulkenberg 37 -11° Alonso 36 – 12° Stroll, Sainz 32 – 14° Lawson 30 – 15° Ocon 28 – 16° Gasly, Tsunoda 20 – 18° Bortoleto 18 – 19° Bearman 16
Classifica costruttori:
1^ McLaren-Mercedes 650 – 2^ Mercedes 325 – 3^ Ferrari 298 – 4^ Red Bull-Honda 290 – 5^ Williams-Mercedes 102 – 6^ Racing Bulls-Honda 72 – 7^ Aston Martin-Mercedes 68 – 8^ Sauber-Ferrari 55 – 9^ Haas-Ferrari 46 – 10^ Alpine-Renault 20











