Di Carlo Baffi – foto ©Enrico Ghidini
Dopo una magnifica zampata in qualifica, il britannico della McLaren conduce una marcia trionfale in modo impeccabile siglando il suo primo trionfo nel Principato. Ha contenuto gli assalti di un indomito di Leclerc a bordo di una Ferrari tornata efficace. Terza è l’altra vettura papaya di Piastri, che rimane leader mondiale, ma con soli 3 punti su Norris.
Malgrado l’artifizio di imporre due soste obbligatorie per rendere la gara più vivace, il Gran Premio di Monaco s’è risolto il sabato in qualifica. Norris aveva bruciato sul filo di lana Leclerc, che aveva fatto pure lui un giro monstre. Aumentati i pit-stop e quindi le incognite, ci si è illusi di assistere ad un G.P. imprevedibile, invece il tutto è scaduto nel cervellotico universo delle strategie pronte a sfruttare una safety car, o una bandiera rossa, che però non è arrivata. Solo con questa variabile poteva funzionare il giochetto. Insomma l’esperimento non è stato esaltante e Monte Carlo, gara iconica della Formula Uno, va accettata per quello che è, con l’adrenalina delle qualifiche ed il rischio di una domenica dall’esito scontato. Almeno finché ci saranno delle monoposto così voluminose. E poi, tutto sommato, parliamo di una corsa anacronistica tra le 24 in calendario, per cui certe lamentele lasciano il tempo che trovano. Qualcuno suggerisce di introdurre l’obbligo di usare tutte e tre le mescole Pirelli? Va bene, ma a nostro avviso il problema è circoscritto alle vetture, l’unico vero elemento che potrebbe incidere sullo spettacolo.
Maturità? – E’ un interrogativo che sorge spontaneo dopo l’impresa di Lando Norris. Per lui, 11^ pole e 6^ vittoria in carriera e 2^ stagionale. Il 25enne britannico s’era imposto nel G.P. inaugurale in Australia per poi imboccare un tunnel costellato di errori ed incertezze, a fronte di una crescita prepotente del suo compagno Oscar Piastri. Poi da Imola è iniziata la risalita col secondo posto davanti all’australiano ed a Monte Carlo, Lando ha coronato un sogno che aveva da bambino, come ha dichiarato nell’intervista prima del podio. Alla partenza dalla pole, suo tallone d’Achille, Norris era sotto la lente d’ingrandimento, ma ha respinto con autorità Leclerc tirando la staccata a Santa Devota, dov’è piombato a ruote fumanti. Una volta davanti, Lando è stato bravo, insieme al team, nel gestire i 78 giri interpretando al meglio la strategia. Nel finale s’è ritrovato dietro a Verstappen il quale doveva ancora effettuare la seconda fermata e rallentato è stato ripreso da Leclerc. Il Principino scalpitava, però Lando ha guidato con lucidità sventando la minaccia. Nel momento in cui il leader momentaneo ha imboccato la pit-lane, il britannico ha allungato sulla Ferrari, chiudendo la partita. Con una posta in palio così alta, il nervosismo poteva giocare brutti scherzi, ma come al sabato, il britannico ha agito d’istinto senza troppi ragionamenti e non ha sbagliato. Un po’ come ad Abu Dhabi 2024 nell’ultimo round, quando s’è caricato sulle spalle la corsa al titolo costruttori della McLaren siglando un successo determinante. Quello di Monte Carlo, può essere dunque il tanto atteso step che lo libera dai fantasmi? Lo si era detto anche dopo Melbourne, però imporsi a Monaco ha un’altra valenza perché ti apre la porta della storia e questo accresce l’autostima. Inoltre, Norris è stato nuovamente davanti a Piastri: mica poco. Forse una risposta arriverà a Barcellona, fra meno di una settimana. Significative le parole di Andrea Stella, il team principal di Woking (ex Ferrari), che dopo aver elogiato il lavoro della scuderia, ha rimarcato il merito di Norris:” Ha espresso le sue doti velocistiche naturali, come in Q3.” E riguardo al lavoro mentale, il manager di Orvieto ha rivelato come il suo pilota si sia lasciato convincere a concentrarsi sull’1% degli elementi positivi quando il 99% non andava per il verso giusto.” Conoscendo le qualità dei nostri piloti, siamo solo all’inizio ed hanno ancora tanto da darci.” E qui emerge ancora in Stella la capacità di fare squadra, un aspetto peculiare della rinascita papaya. In Spagna la McLaren-Mercedes sarà alla prova del nove rappresentata dalla direttiva sulla flessibilità delle ali anteriori. Ma non solo. La presenza incombente di Verstappen nella lotta alla corona piloti, metterà i vertici McLaren davanti alla scelta su quale pilota puntare. L’assenza di una gerarchia potrebbe costar cara. A Monaco Piastri non è stato impeccabile, soprattutto in Q3. Come ad Imola il 24enne australiano non è stato capace di infliggere un nuovo ko ai rivali. Nelle libere ed in qualifica ha toccato le barriere:” Ne ho colpite di più in questo weekend che in tutta la mia carriera.” E pure domenica, alla tornata 44 ha pizzicato il guard-rail a Santa Devota col posteriore sinistro, per sua fortuna senza conseguenze. Relegato in terza piazza, Piastri sperava forse in un passo falso del duo di testa, ma alla fine ha ragionato in chiave iridata incamerando punti che gli permettono di guidare il mondiale. In conclusione, facciamo un piccolo tuffo nella storia. La McLaren s’è presentata nel Principato con una livrea celebrativa ispirata al modello M79a che nel 1968, siglò la sua 1^ vittoria in F.1. Al volante c’era il fondatore del team, ovvero Bruce McLaren, si correva a Spa in Belgio. Tornando ai tempi moderni, tra sabato e domenica, la compagine inglese ha aggiornato il suo curriculum grazie a Norris, autore di pole e vittoria, che a Monte Carlo mancavano rispettivamente dal 2007 con Alonso e dal 2008 con Hamilton. Quest’ultimo s’impose in un G.P. folle condizionato dalla pioggia, che si concluse con 2 giri d’anticipo sui 78 previsti, complice il raggiungimento delle due ore di gara. Come vedete non sempre nel Principato circola il “trenino”.
Mission Impossible – Solo una settimana fa dopo la clamorosa debacle in qualifica ad Imola, era pura utopia ipotizzare una Ferrari protagonista a Monte Carlo, anche perché le curve lente di Miami avevano evidenziato delle difficoltà per la SF-25. Invece l’inarrendevole Charles Leclerc ci ha regalato un fine settimana incredibile gettando il cuore l’ostacolo. Dopo esser stato il più rapido nelle 3 sessioni di libere è stato privato della pole per un solo decimo. Malgrado la frustrazione per la doccia ghiacciata è scattato col coltello fra denti e s’è incollato agli scarichi di Norris pressandolo fino alla fine, preceduto di appena 3 secondi. C’è mancato poco che il Principino centrasse la cosiddetta mission impossibile ed ha comunque ottenuto il suo miglior piazzamento stagionale (dopo il 3° posto di Jeddah). “La gara l’ho persa ieri – spiegava Charles – ho pensato tutta la notte dove sopravanzare Norris, ma lui chiudeva bene. Ho dato il massimo su una vettura competitiva. Ecco il punto: la Ferrari sta trovando il bandolo della matassa? Il toboga monegasco è talmente particolare che non è indicativo del potenziale di una monoposto, a differenza di Barcellona i cui verdetti saranno molto veritieri. Passiamo ad Hamilton. Il suo ottimismo post-Imola aveva trovato conferme nel 4° posto in qualifica, ottenuto dopo aver centrato le barriere in Q3 (bravi i meccanici ad avergli rimesso in sesto la macchina in fretta e furia. Peccato che nella serata di sabato, una penalità discutibile per impeding contro Verstappen lo retrocedeva settimo compromettendo i suoi piani di battaglia. Lewis s’è affidato alla strategia ed alla fine guadagnando 2 posizioni ha chiuso settimo (ultimo driver a pieni giri), seppur a 55 secondi dal vincitore. I suoi punti, aggiunti a quelli di Leclerc, permettono al Cavallino di portarsi ad una sola lunghezza dalla Red Bull, 3^ tra i costruttori. Il team principal Frederic Vasseur ha espresso il proprio rammarico per aver potuto lottare con un solo pilota contro le McLaren, rimarcando la sanzione subita da Lewis.
Palma d’oro – Per stare in tema con la 78^ edizione del Festival del Cinema svoltosi in quel di Cannes, a due passi dal Principato, assegniamo il più alto riconoscimento alla Racing Bulls-Honda capace di escogitare la miglior strategia. Gli uomini diretti dal team principal Laurent Mekies (ex-ferrarista), hanno adottato un ottimo gioco di squadra in funzione del doppio pit-stop. Hanno utilizzato Liam Lawson (9° in griglia) per rallentare il gruppone e permettere ad Isack Hadjar che partiva 5°, di effettuare le due soste tra il 15° ed il 21° passaggio senza perdere posizioni. Una mossa che ha pagato e parecchio, con entrambi i driver nella top-ten. Hadjar 6° e Lawson 8°. L’esordiente francese naturalizzato algerino, classe 2004, è al quarto risultato utile in otto G.P., mentre il neozelandese ha guadagnato i suoi primi punti del 2025. Il team faentino consolida il suo settimo posto tra i costruttori ed insidia la Haas-Ferrari, distante sole 4 lunghezze.
Incolore – Sull’onda del capolavoro realizzato in riva al Santerno, da Max Verstappen ci si attendeva una nuova magia, perché nel budello monegasco uno come lui ha fatto più volte la differenza. Si pensava inoltre che con le due soste obbligatorie, gli strateghi della Red Bull s’inventassero qualche alchimia capace di spiazzare la concorrenza, invece è maturato solo un 4° posto dell’olandese. Lasciamo in pace Tsunoda disperso in 17^ piazza, tamponato pure da Gasly alla chicane del porto. “Mad Max” partito dalla quarta casella è riuscito a balzare in testa grazie al valzer delle soste ed ha atteso l’ultima tornata per smarcare il 2° pit. Ha sperato invano in una bandiera rossa, o in una safety che però non si sono materializzate. In ottica di classifica, il quattro volte iridato è terzo a 25 lunghezze da Piastri. Un gap non impossibile da colmare visto che siamo soltanto all’ottavo round, per cui resta un incubo costante per le McLaren.
Turisti – La Mercedes ha vissuto il fine settimana più brutto da inizio anno. Come ha sintetizzato il team boss Toto Wolff, Monaco è una gara che si vince, o si perde il sabato e così è stato. Una qualifica iniziata male con l’incidente di Andrea Kimi Antonelli al termine della Q1 quando era già qualificato. Una toccata alla chicane, sospensione anteriore sinistra out e fine corsa a muro. Il calvario della Stella a Tre Punte sarebbe proseguito in Q2, con George Russell fermo sotto il tunnel complice un problema alla power unit. Trattasi del secondo guasto tecnico dopo quello patito ad Imola da Antonelli. Relegate nelle retrovie, le “Frecce nero-argento” avevano ben poche possibilità di emergere ed hanno peggiorato il loro quadro adottando una tattica indecifrabile.” Puntavamo su qualcosa di diverso – ha rivelato Wolff – in un crash, in una afety car, ma è andata male.” Gioco forza, i piloti sono partiti con le hard ed hanno effettuato le soste soltanto nel finale. Russell, partito 14° e spazientito, s’è beccato pure un drive through per non aver ridato la posizione ad Albon, superato grazie al taglio della chicane del porto. Alla fine è risultato 11°. Antonelli, scattato 15°, ha eseguito gli ordini di scuderia restando in pista fino a tre passaggi dal termine ed ha tagliato il traguardo all’ultimo posto. L’unica nota positiva per il rookie bolognese, è il controsorpasso deciso rifilato a Bortoleto in ingresso al Portier durante il primo giro. Un plauso anche al brasiliano della Sauber-Ferrari, visto che di questi tempi i sorpassi a Monte Carlo son merce rara.
Punti pesanti – Dopo esser approdato in Q3, s’è qualificato 8° ed alla fine ha tagliato il traguardo settimo. Encomiabile la tre giorni monegasca di Esteban Ocon, che ha permesso alla Haas-Ferrari di avanzare in classifica. Il 28enne transalpino proveniente dall’Alpine, è nuovamente andato a punti dopo Cina e Bahrain.
Una garanzia – Cambiano le piste, ma la Williams-Mercedes di quest’anno staziona sempre in zona punti. Solo in Bahrain è rimasta esclusa. James Vowles & C. han seguito il copione della Racing Bulls, tant’è che Alexander Albon girava lento per far si che Carlos Sainz potesse far la sosta senza traffico: da qui il nervosismo di Russell che lo seguiva e pure di Wolff. Un ostruzionismo poco sportivo, ma che ha fruttato la 9^ e 10^ posizione per il thailandese e lo spagnolo.
In alto mare – Reduce dal cosiddetto “gardening”, nel box dell’Aston Martin s’è rivisto Adrian Newey, chiamato a risollevare le sorti della scuderia di Silverstone, oltre che a partorire il modello 2026. Il “genio” è ben conscio delle criticità della AMR25 e nell’incontro con i media ha chiarito che al momento non si sa quanto tempo ci voglia per essere in grado di vincere. Affermazione che si lega alla possibilità di ingaggiare Verstappen:” … un campione cerca sempre la vettura migliore e per attirarlo dobbiamo garantirgli di essere competitivi. Al momento non serve fantasticare”. L’ingegnere inglese ha elogiato il talento di Fernando Alonso ed in merito a Lance Stroll, sostiene che sia meglio di quanto si dica in giro. Purtroppo è stato smentito dai fatti, col canadese reo di due manovre sanzionate dalla direzione gara. La prima nelle libere 1 alla curva ex-Loews in cui Leclerc ci ha rimesso l’ala anteriore. La seconda è avvenuta in Q1, quando in curva 10 ha ostacolato Gasly. Morale, 2 penalty e 4 posizioni arretrate in griglia. Dall’ultima fila Lance è risalito fino al 15° posto. Alquanto sfortunato Alonso che dopo aver siglato il sesto crono il sabato, ha alzato bandiera bianca mentre procedeva sesto: era il giro 38 ed è stato tradito dalla power unit. Per l’asturiano continua il digiuno ed è fermo a quota zero.
Ordine d’arrivo:
1° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 78 giri 1.40’33″843
2° – Charles Leclerc (Ferrari) – 3″131
3° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 3″658
4° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 20″572
5° – Lewis Hamilton (Ferrari) – 51″387
6° – Isack Hadjar (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
7°- Esteban Ocon (Haas-Ferrari) – 1 giro
8° – Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
9° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 2 giri
10° – Carlos Sainz (Williams-Mercedes) – 2 giri
11° – George Russell (Mercedes) – 2 giri
12° – Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 2 giri
13° – Franco Colapinto (Alpine-Renault) – 2 giri
14° – Gabriel Bortoleto (Sauber-Ferrari) – 2 giri
15° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 2 giri
16° – Nico Hulkenberg (Sauber-Ferrari) – 2 giri
17° – Yuki Tsunoda (Red Bull-Honda) – 2 giri
18° – Andrea Kimi Antonelli (Mercedes) . 3 giri
Ritirati:
Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes)
Pierre Gasly (Alpine-Renault)
Classifica piloti:
1° Piastri 161 – 2° Norris 158 – 3° Verstappen 136 – 4° Russell 99 – 5° Leclerc 79 – 6° Hamilton 63° – 7° Antonelli 48 – 8° Albon 42 – 9° Ocon 20 – 10° Hadjar 15 – 11° Stroll 14 – 12° Sainz 12 – 13° Tsunoda 10 – 14° Gasly 7 – 15° Hulkenberg, Bearman 6 – 17° Lawson 4
Classifica costruttori:
1^ McLaren-Mercedes 319 – 2^ Mercedes 147 – 3^ Red Bull-Honda 143 – 4^ Ferrari 142 – 5^ Williams-Mercedes 54 – 6^ Haas-Ferrari 26 – 7^ Racing Bulls-Honda 22 – 8^ Aston Martin-Mercedes 14 – 9^ Alpine-Renault 7 – 10^ Sauber-Ferrari 6