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venerdì 13 Giugno 2025

F1 – Imola: Amarcord dal “piccolo Nurburgring”

 

Di Carlo Baffi

Aneddoti storici sul popolare tracciato in riva al Santerno, inaugurato nei primi anni ’50 e dedicato ad Enzo e Dino Ferrari.

La Formula Uno sbarca in Europa per disputare il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna in programma il prossimo 16 maggio. Una pista tanto cara al grande Enzo Ferrari che per via dei suoi saliscendi e dei tornanti impegnativi aveva paragonato alla temutissima Nordschleife ubicata tra le foreste dell’Eifel, in Germania. Ad Imola si sono consumati duelli avvincenti, faide tra compagni di scuderia (Pironi e Villeneuve nell’82) e purtroppo anche grandi tragedie, come nel 1994 con la scomparsa di Senna e Ratzenberger. Il tracciato imolese è la corsa di casa della Ferrari, con il popolo del Cavallino assiepato per tradizione sulla collina della Rivazza. Quest’anno però, oltre che sulle Rosse, i riflettori saranno puntati su un giovane pilota nato a pochi chilometri dall’Autodromo: Andrea Kimi Antonelli, 18enne rookie bolognese che sta stupendo tutti al volante della Mercedes. Come detto Imola offre un mare di ricordi e nella veste di narratore abbiamo incontrato Manfredi Ravetto. Lattuale proprietario della Scuderia Ravetto & Ruberti (SR&R) presente nelle serie GT in diversi campionati e che per svariati anni ha operato in qualità di manager nella categoria regina.

Si parte col 2005, quando Ravetto lavorava con la Jordan Grand Prix.” Ricordo che in quell’edizione fece il suo debutto in F.1 Vitantonio Liuzzi sulla Red Bull”. Il driver pugliese, classe 1980, nonché fresco del titolo di Campione della F.3000 Internazionale con la Arden, era stato ingaggiato nel 2004 dalla scuderia anglo-austriaca come terzo pilota e la stagione successiva si sarebbe alternato sulla RB1 con l’austriaco Christian Klien.” Cito quest’episodio – spiega Ravetto – perché se allora non conoscevo Vitantonio, in seguito i nostri destini si sarebbero incrociati e lui divenne e lo è tutt’ora, un mio caro amico.” Liuzzi infatti, dopo il biennio 2006-2007 in Toro Rosso, passò alla Force India, prima come collaudatore nel 2008, per esser promosso titolare nel 2009 e nel 2010. E successivamente, venne ingaggiato dall’HRT. In entrambe le scuderie Ravetto ricopriva un ruolo di vertice nel management. Il 2011 fu l’ultima stagione di Vitantonio nella massima categoria.

“Altro momento del quale ho un vivo ricordo – prosegue Ravetto – e che mi fece prendere pure un grosso spavento, riguarda il Gran Premio di San Marino del 2006, quando ero alla Midland F1 Racing come Head of finance and commercial. Per la cronaca fu l’ultima volta che la F.1 avrebbe fatto tappa sul Santerno, dopodichè seguì un lungo stop fino al ritorno nel 2020.” Ma veniamo alla gara? “I nostri piloti, Tiago Monteiro e Christijan Albers, partivano dalla penultima fila e dietro di loro c’erano le Super Aguri di Sato e Ide.” Allo start, Michael Schumacher, il poleman e vincitore, mantenne la testa seguito dal gruppone e poi cos’accadde?” Nel corso del primo giro, uscite indenni dalla variante del Tamburello, le vetture giunsero alla curva Villeneuve, dove nel ’94 avvenne il tragico schianto Di Roland Ratzenberger e qui accadde il patatrac. Yuji Ide toccò la vettura di Albers spedendola fuori pista e facendola catapultare più volte fino ad arrestarsi nella sabbia capottata. Io era al box ed al mio fianco c’era la compagna di Christijan, Liselore, che fortunatamente non si rese conto chi fosse il pilota finito a testa in giù. Ad allarmarmi ulteriormente furono i ripetuti appelli da parte dell’ingegnere di Albers che non ricevevano alcuna risposta. Della serie, un silenzio assoluto che mi fece drizzare i capelli. Fortunatamente tutto si risolse con un grande brivido, perché Christijan uscì incolume dai rottami della M16, protetto meravigliosamente dalla cellula di sopravvivenza. Una volta ai box ci rivelò che non rispondeva in quanto nell’urto s’era scollegata la radio. Passato lo spavento, ci ridemmo sopra, ma non nascondo che quegli attimi di terrore furono interminabili. E ripeto, meno male che Liselore credette che il malcapitato fosse Monteiro. Scoprì l’arcano solo quando vide il compagno fuori dalla macchina.” Un’incidente finito bene, ma che segnò la carriera del debuttante Yuji Ide dopo soli quattro Gran Premi (due ritiri per noie meccaniche ed un 13° posto in Australia. ”Certo, pagò duramente quella mossa avventata. La Federazione gli revocò la superlicenza, in quanto ritenuto inadatto, se non addirittura pericoloso. Per cui dal Gran Premio d’Europa al Nurburgring fu sostituito da Frank Montagny.” L’olandese Albers portò a termine quella stagione senza risultati eclatanti: il migliore lo ottenne chiudendo decimo in Ungheria. Il 2007, lo vide al volante della Spyker F8-VII. In realtà il team era sempre lo stesso in quanto la Midland era stata acquistata dalla Spyker Cars, un’azienda olandese costruttrice di auto. Complice i risultati sottotono, la sua stagione di Albers terminò dopo il Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone, dove concluse 15°.

 

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