Immagini ©Massimo Campi
La Ferrari 412P rappresenta un’icona affascinante e potente dell’epoca d’oro delle corse Sport Prototipo. Nata nel 1967, questa vettura incarnava la filosofia Ferrari di combinare un’estetica mozzafiato con una meccanica sofisticata e prestazioni di altissimo livello, pensata per competere nelle sfide più prestigiose del Campionato Mondiale Marche. Sebbene la sua carriera agonistica sia stata relativamente breve, la 412P ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’automobilismo per la sua bellezza, la sua rarità e il suo pedigree racing.
Il contesto in cui nacque la 412P era quello di una feroce competizione nel mondo delle Sport Prototipo. Ford aveva investito ingenti risorse per battere la Ferrari a Le Mans, e altri costruttori come Chaparral e Porsche stavano emergendo con soluzioni tecniche innovative. La Ferrari, forte della sua tradizione e del genio dei suoi ingegneri, rispose con una serie di vetture che cercavano di coniugare potenza, affidabilità e guidabilità per contrastare le concorrenza.
Il prototipo di Maranello era noto anche con il nome P3/4; fu utilizzata dai seguenti team di clienti Ferrari: NART, Scuderia Filippinetti, Ecurie Francorchamps e Maranello Concessionaires.
In concreto, erano i prototipi P3 della stagione 1966 aggiornati con carrozzeria, sospensioni e ruote in lega della P4. Anche il V12 da quattro litri risaliva all’annata precedente: aveva quindi due valvole per cilindro ed era sprovvisto di sistema d’iniezione, essendo alimentato dalla consueta batteria di carburatori Weber.
La 412P era un’evoluzione della precedente 330 P3, dalla quale ereditava il telaio tubolare in acciaio e la configurazione meccanica con alcuni aggiornamenti estetici e aerodinamici, frutto del lavoro di Piero Drogo della Carrozzeria Sports Cars. La linea della 412P era sinuosa ed elegante, caratterizzata da un frontale affilato con fari carenati sotto plexiglas, una cabina di guida avvolgente e una coda tronca che integrava gli scarichi. Le proporzioni armoniose e la cura dei dettagli estetici rendevano la 412P una delle vetture più belle della sua epoca.
Il cuore pulsante della 412P era il leggendario motore V12 da 4 litri (3967 cc) con architettura a 60 gradi, lo stesso propulsore della 330 P3. Alimentato da sei carburatori Weber doppio corpo, questo gioiello meccanico era in grado di erogare una potenza di circa 420 cavalli a 7800 giri/minuto, con una coppia generosa disponibile su un ampio arco di regimi. La trasmissione era affidata a un cambio manuale a cinque marce che trasferiva la potenza alle ruote posteriori, garantendo accelerazioni brucianti e una velocità massima che superava i 300 km/h, a seconda del rapporto finale utilizzato.
La ciclistica della 412P era all’altezza delle prestazioni del motore. Le sospensioni indipendenti a quadrilatero con molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barre antirollio assicuravano un’ottima tenuta di strada e una grande precisione di guida, elementi fondamentali per affrontare le sfide impegnative dei circuiti dell’epoca. L’impianto frenante, costituito da quattro dischi ventilati, garantiva una potenza frenante adeguata alle elevate velocità raggiunte.
La Ferrari 412P è stata realizzata in pochissimi esemplari dalla fabbrica di Maranello una caratteristica che ha contribuito ad accrescere il suo valore storico e collezionistico nel corso degli anni.
Nonostante la sua breve carriera agonistica, condivisa con la Ferrari 330P4 ufficiale, la 412P partecipò ad alcune delle gare più importanti del Campionato Mondiale Marche, ottenendo risultati di rilievo. Nel 1967, una 412P del North American Racing Team (NART) di Luigi Chinetti, con alla guida Pedro Rodriguez e Mike Parkes, conquistò un prestigioso secondo posto alla 24 Ore di Daytona, dimostrando la competitività della vettura anche nelle lunghe distanze. Altre partecipazioni di rilievo includono la 1000 km di Monza e la 1000 km di Spa-Francorchamps. Sebbene non abbia ottenuto vittorie assolute, la Ferrari 412P rimane un simbolo di un’epoca d’oro delle corse automobilistiche, dove la bellezza delle vetture si sposava con la potenza dei motori e l’eroismo dei piloti. La sua eleganza senza tempo, unita alle sue prestazioni di alto livello e alla sua rarità, la rendono oggi un pezzo da collezione estremamente ambito e un’icona indiscussa della storia del Cavallino Rampante. La Ferrari 412P non fu solo una macchina da corsa, ma un’opera d’arte in movimento che continua ad affascinare gli appassionati di tutto il mondo.