Di Carlo Baffi
L’australiano della McLaren conquista la sua terza vittoria stagionale e balza in testa nella classifica piloti. Ha piegato un irriducibile Verstappen che partiva dalla pole ed è incappato in un giusto penalty rimediato dopo lo start. Finalmente a podio la Ferrari con Leclerc terzo, autore di una gara generosa e superlativa. Norris ed Hamilton preoccupano.
E’ un podio paradossale quello che ci ha regalato il quinto G.P. dell’Arabia Saudita, 5° round del Campionato di F.1. I primi tre classificati non dispensavano sorrisi e felicità. Piastri sebbene sia balzato al comando del campionato ed abbia siglato il suo quinto successo in carriera, vive abitualmente tutto con freddo distacco. Verstappen era visibilmente arrabbiato per la sanzione ricevuta e Leclerc non pago del suo primo podio targato 2025; Charles vorrebbe sempre salire sul gradino più alto, perché ha il Dna del “racer”. Questa la sintesi di un Gran Premio faticosissimo per i piloti, chiamati ad affrontare 50 giri a 35° (malgrado fosse sera) con il 75% di umidità. Le emozioni non sono comunque mancate sin dalle qualifiche e dal risultato finale si delinea un quadro indicativo della lotta al vertice. La McLaren-Mercedes è sempre sugli scudi ed i suoi immediati inseguitori, Mercedes, Red Bull e Ferrari sono raccolti in 33 punti.
A muso duro – Il Mondiale 2025 ha un nuovo leader: Oscar Piastri, che di prepotenza si lancia nella corsa al titolo dopo aver bissato il trionfo in Bahrain della settimana prima. Il 24enne australiano è in palla e solo un giro monstre di Verstappen lo ha privato della pole per soli 10 millesimi. Non ne ha fatto un dramma ed il giorno dopo ha affrontato il quattro volte campione senza alcun timore. E’ partito a fionda affiancando l’olandese all’interno tirandogli la staccata, restando però dentro la carreggiata. Mossa che ha costretto inevitabilmente “Mad Max” ad andare largo. In ottica di classifica e considerando l’ottimo passo della McLaren, ad Oscar sarebbe bastato non correre rischi rimanendo 2°, uscendo alla distanza, invece ha osato. Ha fatto il “Verstappen”, ma senza commettere scorrettezze. Ha proseguito tallonando il leader penalizzato soffrendo l’aria sporca per poi portare l’assalto dopo la sosta (20° giro) in cui è passato dalle medie alle hard. Uscito sesto davanti a Sainz, Piastri ha subito annichilito Hamilton con un sorpasso magistrale alla curva 21 e salito terzo ha costruito un successo sacrosanto. Una vittoria (la 193^ per la McLaren) con cui ha lanciato il guanto di sfida al detentore del titolo e pure un chiaro messaggio al team. E’ il più giovane australiano della storia a comandare il mondiale e dall’anno scorso aspira ad essere prima guida, morde il freno perché sa di avere tra le mani una MCL39 che sta facendo la differenza. Il suo compagno e rivale Lando Norris continua invece a palesare un evidente disagio con se stesso compiendo errori imperdonabili, non ultimo il brutto crash nel corso della Q3 in cui s’è giocato le chances di vittoria. Eloquente il suo commento via radio in cui s’è dato dell’idiota. Scattato con la mescola dura puntava ad uscire alla distanza, ma anche qui è incappato in un doppio sorpasso fallito su Hamilton, che gli ha precluso il podio. Senza contare un attraversamento della linea bianca in uscita dai box che per sua fortuna non ha avuto alcuna conseguenza disciplinare. Nel post-gara, s’è presentato davanti alle telecamere distrutto e deluso per il 4° posto racimolato:” Non potevo fare di più. Mi sono reso la vita difficile da solo e devo solo prendermela con me stesso.” Ha 10 lunghezze di ritardo da Piastri ed è ben conscio che fra poco il team dovrà scegliere su chi puntare. Urge la sveglia. Lando è in F.1 dal 2019 e guarda caso è entrato in crisi quando ha avuto tre le mani una McLaren che gli imponeva di vincere. Una responsabilità trasformatasi in un macigno che fatica sempre più a sopportare. Ci chiediamo quando e se ci sarà il cosiddetto switch. Al Team Principal Andrea Stella ed al suo staff tocca il delicato compito di recuperare il 25enne britannico che vanta delle formidabili doti velocistiche, vanificate dalle evidenti fragilità psicologiche.
Brutta sorpresa – L’uovo pasquale non è stato magnanimo con Verstappen, facendogli trovare un super Piastri tra i piedi. Dopo la magica pole del sabato, il Campione del Mondo già pregustava una seconda impresa in stile Suzuka, malgrado lo strapotere della McLaren. Invece ha sciupato tutto allo spegnimento del semaforo. Dopo essersi posizionato troppo avanti sulla piazzola in griglia, è partito male e s’è ritrovato Oscar al fianco. Per sua natura ha tenuto giù il piede e per restare davanti ha tagliato curva 1. Anziché cedere la posizione, come vuole la regola, l’oranje è rimasto davanti beccandosi 5” di penalità: patetica la sua reazione via radio. Lambiase, il suo ingegnere, gli ha consigliato di non commentare e di pensare a spingere. Ordine eseguito alla grande da Max che sulle ali della rabbia (purtroppo per lui i commissari non lo condonano più come nel 2021, anche perché le linee guida sono cambiate) ha cercato prima di accumulare vantaggio per compensare la punizione e poi, dopo la sosta, di blindare un secondo posto che per la Red Bull di oggi è oro. A fine gara, col musone, ha glissato sull’infrazione sottolineando i progressi fatti dalla RB21 dopo le modifiche eseguite dai tecnici tra venerdì e sabato:” Ci hanno permesso di risolvere il problema del degrado gomme. Non mi aspettavo il buon passo della macchina. Ma ora voglio solo andare a Miami.” Per lui voltare pagina è doveroso, così come riflettere sul temperamento di Piastri. E’ una legge dello sport, quella secondo cui prima o poi arriva l’avversario che ti mette alle corde usando le tue stesse maniere. Per un cannibale come lui è dura ingoiare il rospo, anche perché non ha più a disposizione le astronavi di Newey e deve affidarsi ai suoi miracoli. Nella sua testa inoltre c’è sempre il cruccio legato al futuro prossimo. Proprio in concomitanza con la trasferta araba, la Gazzetta dello Sport ha pubblicato la notizia relativa ad una mega offerta che potrebbe indurre Verstappen a lasciare la Red Bull per l’Aston Martin: la scuderia di Silverstone dove ritroverebbe il caro ingegnere Adrian Newey e le power unit Honda. Si parla di 264 milioni di Euro per tre anni, dal 2026 al 2028. A garantire il business ci sarebbe il Public Investment Fund, ossia il Fondo sovrano dell’Arabia Saudita, che punterebbe a rilevare la proprietà della compagine del magnate Lawrence Stroll, padre di Lance. In realtà da tempo circolano voci relative alle possibilità di vedere l’oranje lasciare Milton Keynes (la Mercedes gli ha fatto la corte nel 2024), però ora il gioco si sta facendo serio. Il team boss Chris Horner ha liquidato l’argomento definendolo col termine inglese “noises”, rumori. Il suo alter ego Helmut Marko, sottolinea che Max ha un contratto sino al 2028 ed il diretto interessato, a precisa domanda, ha risposto al giornalista:” Tu concentrati sul commento ed io sulla guida.” Ipotizzare una Red Bull senza Verstappen sembra irreale, ma il punto nodale sono la crescita della RB21 e le prospettive di competitività anche legate all’unità motrice che dall’anno prossimo non avranno più il supporto della Honda. Ad oggi la scuderia anglo-austriaca è Max-dipendente. Anche a Jeddah è stato l’unico a portare punti nella graduatoria costruttori. Yuki Tsunoda, subentrato a Liam Lawson, ha terminato il suo G.P. appena dopo il via, complice una collisione con l’Alpine di Pierre Gasly. Peccato, il nippon era riuscito a portare la seconda Red Bull in Q3 e siglare l’ottavo tempo.
Mezza resurrezione – La Pasqua ha riportato in parte il sorriso a Maranello. Al quinto Gran Premio, la Ferrari è arrivata a podio grazie ad un Leclerc da 10 e lode. Il monegasco era in seconda fila col 4° crono ed ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, lottando con una SF-25 che da qualche segnale di vita, ma che deve ancora fare tanti progressi. Quanto ottenuto, lo si deve in gran parte al pilota che ha ribaltato il pronostico. Dopo il quarto crono in qualifica, Charles affermava di aver capito come estrarre il potenziale dalla sua Rossa. Ed aveva ragione! E’ partito per difendersi da chi lo seguiva, per poi realizzare di avere il passo per attaccare. E’ rimasto in quarta piazza ritardando la sosta, dal momento che le sue Pirelli medie andavano bene. Al giro 30 è rientrato per montare le hard, ha forzato fino ad agguantare Russell sul quale ha avuto ragione con una bella manovra all’esterno (era la tornata 38). In quel momento la SF-25 era la più veloce in pista. Una volta terzo, Charles ha dovuto guardarsi da Norris che cercava in tutti i modi di raggiungerlo. Speranza vana per l’inglese e podio per il ferrarista a 8” da Piastri: un notevole passo avanti rispetto ai distacchi abissali rimediati finora. Nel post gara ha detto che da tempo non si sentiva così a suo agio con la vettura, confidando nei prossimi aggiornamenti per essere più competitivo, soprattutto in qualifica. Leclerc è al suo settimo anno a Maranello (ottavo in F.1) e dopo le non poche delusioni patite, vien da chiedersi dove riesca ancora a trovare energia e motivazione. Non è certo un ghiacciolo come Piastri, o Verstappen, soffre parecchio perchè sente che il tempo scorre veloce e che il sogno del titolo in Rosso può restare tale. Ma non cede, ha giurato fedeltà al Cavallino di cui è il primo tifoso. Un aspetto che lo fa amare dai tanti fans nel mondo. Dopo un quadriennio in coabitazione con Carlos Sainz, dove non sono mancati gli attriti, Charles s’è ritrovato in casa Lewis Hamilton. Un’autentica mazzata, che però ha generato un nuovo stimolo per difendere la sua leadership nel box. Ha tirato fuori gli artigli e come Verstappen s’è caricato sulle spalle un team alle prese con un inizio da incubo. E’ tornato protagonista ripigliandosi quella scena che il sette volte campione aveva iniziato a rubargli dal primo giorno in cui era sbarcato a Maranello. Il Principino gode di uno stato di forma eccezionale, è sereno perché sta trovando il bandolo della matassa ed indica ai tecnici come uscire dal tunnel; una via probabilmente ostica al vecchio Sovrano che brancola nel buio. Hamilton non è padrone della situazione, gli manca la totale fiducia in una SF-25 scorbutica e bipolare. Il gap tra i due di mezzo secondo, è impietoso ed ha dell’incredibile. Ricordiamoci sempre che il compagno di squadra è il primo rivale e se per di più è un mostro sacro, vederlo in crisi è una sorta di boost per chiunque. A Jeddah il britannico è scattato settimo ed ha chiuso nella stessa posizione. S’è acceso nel corpo a corpo con Norris, ma poi è stato sverniciato da Piastri e non è riuscito a riprendere il giovane Antonelli. La sua disamina a fine gara la dice lunga:” Non potevo fare di meglio. La Ferrari può arrivare terza, lo abbiamo visto con Charles. Non posso nemmeno prendermela con la macchina.” Anche il Team Principal Frederic Vasseur ha ammesso che Lewis ha troppi alti e bassi e deve essere più costante. Hamilton non si sarebbe mai aspettato di vivere un momento così complicato, che rischia di fargli chiudere ingloriosamente la carriera.
Stella opaca – Una complicata gestione delle gomme ha condizionato la domenica della Mercedes che finora era sempre salita sul podio con George Russell. La W16 non ha graffiato come al solito ed il british pur competitivo e 3° in Q3 non ha potuto respingere gli assalti di Leclerc e Norris rispettivamente alla 38^ e 41^ tornata. Nelle ultime fasi George s’è lamentato via radio del forte degrado dell’anteriore sinistra, ma alla fine è terminato quinto. Dietro di lui Andrea Kimi Antonelli, 5° in qualifica e presentatosi al via con problemi fisici. Il rookie ha comunque tenuto duro ed ha controllato il ritorno di Hamilton. E’ uscito dalla W16E stremato, ma contento di trovarsi nella top-ten. Il suo apprendistato prosegue con costanza di rendimento.
Sorprendente – Il “deb” Isack Hadjar conferma la sua caparbietà agguantando il decimo posto ed andando a punti per la seconda volta in 5 round. Da rimarcare che partiva 14°. Il suo compagno Liam Lawson, scaricato dalla Red Bull dopo il Giappone, è giunto 12° attardato da 10” di penalty per taglio della pista. Un peccato per la Recing Bulls che avrebbe potuto incamerare ulteriori punti d’oro.
Vamos! – Dopo un inizio di stagione deludente, Carlos Sainz jr è tornato a punti grazie all’8° posto figlio di un ottimo sesto crono in Q3. Grazie al nuovo telaio montato sulla sua Williams-Mercedes, il madrileno pare uscito dal tunnel. Alle sue spalle troviamo Alexander Albon sulla FW47 gemella. Il team inglese di Grove è quinto tra i costruttori preceduto dalla Ferrari.
Ordine d’arrivo
1° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 50 giri
2° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 2″843
3° – Charles Leclerc (Ferrari) – 8″104
4° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 9″196
5° – George Russell (Mercedes) – 27″236
6° – Andrea Kimi Antonelli (Mercedes) – 34″688
7° – Lewis Hamilton (Ferrari) – 33″073
8° – Carlos Sainz (Williams-Mercedes) – 1’04″630
9° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’06″515
10° – Isack Hadjar (Racing Bulls-Honda) – 1’07″091
11° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’15″917
12° – Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 1’18″451
13° – Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 1’19″194
14° – Esteban Ocon (Haas-Ferrari) – 1’39″723
15° – Nico Hulkenberg (Sauber-Ferrari) – 1 giro
16° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
17° – Jack Doohan (Alpine-Renault) – 1 giro
18° – Gabriel Bortoleto (Sauber-Ferrari) – 1 giro
Ritirati
Yuki Tsunoda – (Red Bull-Honda)
Pierre Gasly – (Alpine-Renault)
Classifica Piloti
1° Piastri 99 – 2° Norris 89 – 3° Verstappen 87 – 4° Russell 73 – 5° Leclerc 47 – 6° Antonelli 38 – 7° Hamilton 31 – 8° Albon 20 – 9° Ocon 14 – 10° Stroll 10 – 11° Gasly, Hulkenberg, Bearman 6 – 14° Hadjar, Sainz, Tsunoda 5
Classifica Costruttori
1^ McLaren-Mercedes 188 – 2^ Mercedes 111 – 3^ Red Bull-Honda 89 – 4^ Ferrari 78 – 5^ Williams-Mercedes 25 – 6^ Haas-Ferrari 20 – 7^ Aston Martin-Mercedes 10 – 8^ Racing Bulls-Honda 8 – 9^ Alpine-Renault, Sauber-Ferrari 6
immagini Press: PIRELLI – FERRARI – MERCEDES – MCLAREN –RED BULL