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domenica 23 Marzo 2025

Autodelta: una storia nata negli anni sessanta

 

È una storia importante quella dell’Autodelta, il reparto corse dell’Alfa Romeo, il cosiddetto braccio sportivo armato del biscione milanese. Una storia raccontata nel libro Autodelta 60, di Fucina Editore scritto da Giuseppe a Massimo Colombo che hanno incontrato gli appassionati durante una serata organizzata dal Monza Auto Moto Storiche e dalla Scuderia Ferrari Club Vedano al Lambro.

I fratelli Colombo sono riusciti a ricostruire le vicende dell’Autodelta attraverso una serie di documenti e di testimonianza storiche di chi ha lavorato tra i muri di Settimo Milanese, la storica sede della squadra corse.

Tante le gare e le vittorie conquistate, grazie anche ad un personale altamente qualificato come ha voluto sottolineare Gianni Arosio, uno dei tecnici ed esperto di cambi dell’Autodelta, anche lui ospite della serata.

Sono i fratelli colombo che narrano come è nata l’Autodelta.

Nel 1951, finita l’avventura vincente con l’Alfetta 158 che vince due titoli mondiali in Formula 1, l’Alfa Romeo è costretta a rinunciare alla competizioni. Per continuare a gareggiare ai massimi livelli servono nuovi progetti. La struttura tecnica deve invece impegnarsi nella progettazione delle nuove vetture del dopoguerra che serviranno a motorizzare la futura classe media italiana. Le risorse in Alfa Romeo sono limitate, inoltre si sta già pensando al futuro stabilimento di Arese, quello storico del Portello non ha gli spazi sufficienti per le catene di montaggio necessarie a produrre un elevato numero di mezzi. Nasce la 1900, una berlina che mantiene le caratteristiche sportive dell’Alfa, poi arriva la Giulietta, il simbolo del boom economico che investe l’Italia. Nella mani dei vari gentleman driver la nuova nata dell’Alfa Romeo vince molte competizioni, soprattutto nella categoria Turismo.

La Giulia TI (Turismo Internazionale), dopo la Giulietta, continua l’assodata tradizione dell’Alfa Romeo, veloce su strada e vincente in pista. E’ tempo di fare delle riflessioni per il Presidente Giuseppe Luraghi, capisce che bisogna rafforzare quella immagine sportiva portata avanti da tanti preparatori esterni, è ora di dotarsi di una struttura interna per sviluppare nuovi mezzi da competizioni. Intanto il reparto esperienze interno sviluppa una vettura da competizione in collaborazione con la Zagato, ma i grossi problemi burocratici legati alla gestione statale rendono l’impresa molto complicata. Luraghi intuisce che serve una nuova struttura che possa lavorare in maniera autonoma ma sotto il controllo della direzione di Arese. Inoltre, se non vengono raggiunte determinate vittorie nella corse, le eventuali colpe non ricadrebbero direttamente sull’Alfa Romeo.

Serve una struttura esterna per assemblare la nuova Giulia TZ (Tubolare Zagato) destinata all’impiego sportivo con il motore e meccanica della Giulia e vanno realizzati 100 esemplari per ottenere l’omologazione necessaria nella categoria Granturismo. L’occasione arriva durante una cena tra dirigenti, tecnici, amici e commerciali dell’Alfa Romeo. In un tavolo ci sono l’ing. Chiti, che aveva lavorato in gioventù al Portello, Gianni Chizzola tecnico dell’Alfa con il Fratello Luduvico, anche lui ex Alfa che aveva aperto una concessionaria Innocenti ad Udine. Chiti, dopo l’esperienza con la Ferrari stava lavorando per l’ATS, ma le situazione non era rosea e l’avventura del piccolo costruttore bolognese era avviata verso il tramonto. Ludovico Chizzola presta molta attenzione ai discorsi nati su quel tavolo, le aziende di famiglia hanno dei capannoni inutilizzati a Tavagnacco in provincia di Udine. Tra Chiti e Chizzola parte subito l’accordo e a marzo 1963 nasce la nuova struttura esterna che si accolla la costruzione della 100 Giulia TZ. Bisogna scegliere il nome e nasce l’Auto Delta, ovvero l’unione tra Alfa Romeo, Chiti e Chizzola, tre personaggi come la lettera “delta” dell’alfabeto greco che viene simboleggiata con un triangolo. Inizialmente il nome è separato, poi verrà unito dopo il trasferimento nella nuova sede.

Dopo la prima esperienza a Tavagnacco, Luraghi vuole avere la struttura ad un passo da casa e nasce l’Autodelta Spa di Settimo Milanese, comune della immediata periferia milanese, vicino ad Arese e anche in direzione dell’autostrada Milano-Torino necessaria a raggiungere la pista di prova di Balocco.

Nella sede lombarda nascono tutte le grandi vetture marchiate Alfa Romeo che conquisteranno tantissime vittorie e campionati. Nel 1965 nasce la Giulia GTA, ovvero Gran Turismo Alleggerita, con piloti del calibro di Giunti, Rindt, Galli, De Adamich, Facetti, Picchi, ed in seguito Hezemans nella versione GTAm domina le gare turismo. Da quei successi nascono le vetture prototipo che permettono un salto di qualità sportivo all’Alfa Romeo. Con la 33/3 equipaggiata con il V8 di 3.0 litri lotta contro le potenti Porsche 917 e la Ferrari 512S di 5 litri riuscendo a conquistare tre vittorie assolute nel 1971 alla Targa Florio, Brands Hatch e Watkins Glen, tre piste dove conta la maneggevolezza ed il telaio rispetto alla potenza dei V12.

Chiti è l’anima tecnica dell’Autodelta, dalla sua mente nasce il nuovo motore 12 cilindri Boxer che conquista con il prototipo 33/TT12 il campionato mondiale marche 1975. Poi la Formula 1, prima come fornitore di motori alla Brabham ed infine con la vettura Alfa costruita a Settimo Milanese.

Autodelta ha unito vittorie esaltanti, ma anche delusioni e sconfitte brucianti, dalle gare turismo ai vetici della Formula 1, senza dimenticare i rally e le gare di motonautica, l’Autodelta ha vissuto la sua intensissima storia con un carico di passione, di voglia, di entusiasmo e di delusioni davvero inimitabili, perché inimitabili erano gli uomini che ne facevano parte e soprattutto lui, l’ingegner Carlo Chiti, passionale e simpatico, burbero e sensibilissimo, geniale e infaticabile, vorace di vita, di corse e di cibo.

Immagini ©Raul Zacchè – Archivio Fratelli Colombo

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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