Di Carlo Baffi
Perentoria doppietta del Cavallino in Texas, con Leclerc che trionfa davanti a Sainz dopo una grande partenza. Terzo Verstappen, a quasi 20”, che ritrova una vettura competitiva ed allunga in classifica su Norris solo quarto sebbene fosse scattato dalla pole. Tra i costruttori, la Ferrari si consolida al terzo posto e punta la Red Bull, sopra di soli 8 punti. La McLaren leader, dista 48 lunghezze a 5 Gran Premi dalla fine, più 2 Gare Sprint.
L’ultimo uno-due delle Rosse negli Stati Uniti risale al 2 luglio 2006, quando sull’ovale d’Indianapolis Michael Schumacher precedette sul traguardo il compagno Felipe Massa. Terzo fu il nostro Giancarlo Fisichella con la Renault. Oggi, dopo 18 anni, ad Austin la Ferrari firma un’altra memorabile impresa grazie alle SF-24 molto competitive sin dalle libere 1 del venerdì: montate le hard avevano compiuto giri velocissimi dimostrando un ottimo passo gara. Impressione che ha trovato conferma la domenica, con il Cavallino Rampante imprendibile nelle sue scorribande nelle praterie texane. Verstappen dopo la vittoria nella Sprint Race del sabato entra nella top 3 ed incamera punti preziosi ai danni di Norris che ancora una volta delude le aspettative. L’inglese forse non aveva a disposizione una McLaren competitiva come in passato, ma ha palesato le sue solite lacune beccandosi pure un penalty di 5” (durante il corpo a corpo con Max) che lo ha fatto scendere dal podio.
Atto di forza – Se ad inizio campionato avessimo scritto che dopo 19 Gran Premi, la Ferrari si fosse trovata ad 8 lunghezze dalla Red Bull, ci avrebbero riso in faccia. Ok, i Campioni hanno patito un vero e proprio tracollo per varie vicissitudini interne, Adrian Newey (il loro tecnico geniale) ha spento il computer, però è indubbio che la Rossa è cresciuta tantissimo, in particolare dopo la pausa estiva. Se alle vittorie in Australia (doppietta) ed a Monte Carlo era seguita un’impasse, da Monza in avanti grazie ai nuovi sviluppi in quasi tutte le aree, la SF-24 s’è rivelata molto efficace. Baku e Singapore dovevano essere un proficuo terreno di caccia, ma il bottino è stato al di sotto delle aspettative, il contrario di quanto avvenuto in Texas. Una trasferta molto temuta dal clan di Maranello, al punto che gli aggiornamenti portati riguardavano soltanto un flap dell’ala anteriore. Invece ecco la bella sorpresa con una Ferrari consistente e convincente, rapida con tutte le mescole. Nella Sprint, tra Leclerc e Sainz sono state scintille col monegasco che non ha gradito. Forse senza quella lotta interna i due potevano insidiare Verstappen? Chissà. Ma Sainz era veramente scatenato e dopo una seconda piazza meritata, era in procinto di fare bene anche in qualifica. Purtroppo i suoi ottimi parziali nei primi due settori son stati vanificati dalla neutralizzazione della Q3 ed in virtù del terzo posto sarebbe partito davanti a Leclerc quarto. La qualifica resta ancora il tallone d’Achille per la SF-24, che però in gara riesce spesso a rialzare la testa. Allo spegnimento dei semafori, Leclerc ha sfoderato una magia infilando Verstappen e Norris impegnati in un primo regolamento di conti. “Per me è stata una bella curva 1 – ha rivelato il Principino – era proprio quello che volevo fare. Sapevo che Max e Lando avrebbero battagliato, ma ero fiducioso e la scommessa è stata vinta. Ho potuto preparare bene l’uscita dalla curva – ha proseguito il ferrarista – ed ho superato entrambi. Da quel momento sapevo che dovevo prendermi cura delle gomme per portare a casa il risultato.” E così è avvenuto grazie anche ad un’ottima strategia da parte del pit-wall. Sainz, dopo aver cercato di passare Verstappen che s’è difeso con mestiere, ha sfruttato il buon passo e la sosta per sopravanzare l’olandese e completare la doppietta. Grande la sua soddisfazione a fine gara:” Quest’anno possiamo attaccare di più, spingiamo e superiamo senza preoccuparci delle gomme.” Il risultato texano è molto importante perché maturato su una pista completa e severa. In classifica Leclerc è terzo, ha staccato Piastri e si ritrova a 22 punti da Norris ed a 79 da Verstappen. Abbandonarsi a sogni iridati è fantascienza, molto più realistica invece la chance per il Cavallino di puntare al titolo costruttori. La Red Bull è ormai nel mirino (8 punti) e la McLaren, rivelazione del Mondiale ne dista 48. Un caricatissimo Leclerc, fresco del suo 27° compleanno, proclama:” Ora il nostro obiettivo è il titolo costruttori. La strada è lunga, però è un buon inizio per questo trittico di gare.” Frederic Vasseur, il team principal, pur consapevole delle potenzialità dell’attuale monoposto frena l’entusiasmo:” Dobbiamo restare calmi, mancano 5 gare, ci sono tanti punti in palio, possiamo fare altri buoni risultati, tutto è possibile, ma dobbiamo concentrarci per la prossima gara.” Nel giro di pochi giorni il Circus sbarcherà a Città del Messico, una corsa particolare, in altura, dove la Red Bull ha sempre avuto vita facile e lo testimoniano i 3 successi di Verstappen nelle ultime tre edizioni.
Famelico – Da mesi implorava di riavere una macchina competitiva per puntare in alto. Ebbene nelle tre settimane di sosta, i tecnici di Milton Keynes hanno lavorato sodo e la RB20 di Austin pare abbia fatto dei passi avanti. Così Max Verstappen ha potuto metterci del suo e respingere l’assalto della McLaren nella corsa al titolo piloti. E’ partito davanti nella garetta che ha vinto alla grande ed in qualifica ha mancato la pole quando aveva il colpo in canna, complice la bandiera rossa provocata dal crash di Russell. Il campione del mondo ha fatto intelligentemente la sua corsa su Norris che ha neutralizzato in tutte le maniere, anche ruvide. Ma si sa di che pasta è fatto. D’accordo s’è arreso allo strapotere Ferrari e non vince da nove G.P., però lascia gli Stati Uniti con 5 lunghezze in più su Norris ed il morale molto più rinfrancato. Nel confronto diretto con il rivale britannico ha dimostrato per l’ennesima volta di essere più determinato e scafato, a dispetto dell’amicizia a cui crede il buon Lando. Che dire d’altro? Il suo modo di attaccare e difendersi al limite lascia le solite perplessità, ma se per gli arbitri va tutto bene è inutile recriminare. Si sa, Max è Max nel bene e nel male e se certi suoi rivali non tirano fuori gli artigli potrà dormire sonni tranquilli, almeno per questo 2024. Il suo compagno Sergio Perez è partito nono ed ha chiuso settimo, una sorta di brodino dopo le recenti scoppole che alimentano dubbi sul suo prossimo futuro.
Eterna promessa? – E’ un po’ il quesito che accompagna Lando Norris da inizio stagione, perché dopo ogni vittoria incappa nelle sue costanti debolezze, sottolineate cinicamente in pubblico da Helmut Marko, eminenza grigia della Red Bull. A Singapore aveva vinto malgrado aver baciato le barriere ed era atteso all’esame di Austin con molta curiosità. Dopo tre settimane doveva una volta per tutte lanciare l’assalto al titolo e purtroppo ha fatto un altro flop. Nella sprint Norris è stato autore di un ottimo start e poi ha realizzato la pole, ottimi presupposti per pressare Verstappen, ma alla fine il leader del mondiale lascia Austin col sorriso. Nonostante fosse partito bene, una volta raggiunta la sommità di curva 1 ha lasciato inspiegabilmente spalancata la porta e Max lo ha “accompagnato” fuori pista favorendo l’inserimento di Leclerc che ha beffato entrambi. Un errore imperdonabile dell’inglese che si è lamentato via radio col proprio ingegnere dicendo: ”Mi ha spinto fuori, non aveva intenzione di fare la curva.” Osservazione più che giusta, ma non sarebbe meglio evitare di mettersi in certe situazioni? Dopo una prima parte un po’ in sordina, Lando ha rotto gli indugi dopo il valzer delle soste, ed è andato a caccia di Max, che lo precedeva in terza posizione. Dalla 35^ tornata in avanti, mentre Verstappen si lamentava della resa delle sue Pirelli, il britannico ha iniziato a spingere riducendo via via il divario. Al giro 42 era negli scarichi della RB20 ed è iniziata la resa dei conti. Norris ha incessantemente pressato, tentando di sorprendere l’oranje, però gli è sempre mancato lo spunto vincente. Il tre volte iridato s’è difeso con grande mestiere fino alla 52^ tornata. Solo allora è capitolato, ma ha costretto Lando ad usare lo spazio esterno di curva 12 (in verità Verstappen era finito fuori anche lui). Immediato l’appello accorato dell’olandese per riavere la sua posizione che non gli è stata data. Da qui l’investigazione della McLaren n° 4 e la successiva penalizzazione, anche a fronte della violazione per tre volte dei track limits. Alla McLaren resta il rammarico che con 4 passaggi ancora a disposizione avrebbe potuto consigliare al suo driver di cedere il posto per poi riprovare il sorpasso. E’ andata diversamente e Norris è finito nuovamente dietro. La sanzione ha suscitato qualche perplessità nel team di Woking, che per voce di Andrea Stella definisce normale la condotta di gara da parte di Lando. Stella ritiene inappropriato il modo con cui i commissari abbiano interferito su un bellissimo momento di motorsport, perché le due vetture sono andate fuori pista. “ Entrambi hanno ottenuto un vantaggio – sostiene Stella – E’ un peccato perché ci costa un podio. Ci costa una gara in cui abbiamo pazientato. Dopo esser stati spinti fuori al primo giro, alla prima, lo abbiamo accettato.” E riguardo alla posizione non restituita, il manager spiega:” Abbiamo controllato due volte che entrambe le macchine fossero uscite di pista e per noi non c’erano dubbi sulla correttezza della manovra.” Non brillante la prova di Oscar Piastri che partito 5° non ha guadagnato ulteriori posizioni. La McLaren era sbarcata ad Austin con aggiornamenti importanti ed ha faticato più del previsto. Urge un correttivo.
Largo ai Rookie! – Hanno chiuso il Gran Premio nella top-ten, rispettivamente in 9^ e 10^ posizione. Liam Lawson e Franco Colapinto hanno ancora una volta confermato le loro eccelse qualità, dopo essere partiti 15° e 17°. Il neozelandese della Racing Bulls faceva il suo esordio e malgrado il compagno Tsunoda l’avesse preceduto in qualifica, ha chiuso davanti di 5 posizioni. Encomiabile il sorpasso che ha rifilato ad un certo Fernando Alonso (bi campione) nel corso del 12°giro, guadagnando l’11^ piazza. Tra i due non sono mancate frizioni durante la Sprint Qualifyng e la garetta, ma il 22enne di Hastings non ha mostrato particolare soggezione. Del resto, in queste gare si sta giocando la possibilità di affiancare Verstappen il prossimo anno e l’esser andato a punti gioca senz’altro a suo favore. Colapinto era invece al suo quarto G.P. (non aveva mai corso ad Austin) e per la seconda volta è andato a punti. Il compagno Albon gli partiva davanti, ma alla gli è finito alle spalle, sedicesimo. L’argentino della Williams è ormai sotto la lente d’ingrandimento del paddock e ci auguriamo che trovi un volante per il 2025.
Ombre grigie – Vedere le due Mercedes partire con George Russell dalla pit-lane e Lewis Hamilton dal 17° posto fa tristezza. Per il sette volte Campione del Mondo, il weekend di Austin è stato uno dei più brutti di tutta la sua carriera in F.1. Dopo un anonimo sesto posto nella Sprint, è rimasto escluso in Q1 ed ha percorso solo 2 tornate la domenica prima di arenare la sua Freccia spuntata nella ghiaia di curva 19; con una dinamica quasi identica al fuori pista del compagno in qualifica. Archiviate le disgrazie di “Sir Lewis”, la Mercedes ha puntato tutto su Russell, che dopo l’erroraccio del sabato s’è riscattato bene in corsa. A proposito, un plauso ai meccanici di Brackley che hanno fatto gli straordinari per rimettere in sesto la W15E. George li ha ripagati lottando come un leone arrivando sesto, nonostante la penalità molto discutibile per aver superato Colapinto fuori pista. Un provvedimento definito via radio “una barzelletta” dal Team Boss Toto Wolff. Che dire infatti dell’arrembaggio di Verstappen su Norris dopo il via in cui non c’è stata alcuna investigazione? Siamo ai due pesi e due misure? Detto ciò, restano i troppi misteri che aleggiano intorno alla Mercedes che in questa seconda parte di stagione non sta entusiasmando, anzi. Insomma non certo il modo migliore per festeggiare il 300° Gran Premio in Formula 1.
Tormentone – Nei giorni che hanno preceduto il 63° Gran Premio degli Stati Uniti, s’è molto parlato del caso T-Tray, ovvero del sistema che permette alla Red Bull di variare l’altezza da terra. Un marchingegno che può essere utilizzato in modo semplice e rapido da un meccanico, che di per se non è vietato, ma lo diventa se azionato in regime di parco chiuso, quello che vige tra qualifiche e gara. Un dubbio che è serpeggiato tra le varie scuderie al punto da indurre la Red Bull, a garantire delle modifiche sul dispositivo entro il Gran Premio del Brasile del prossimo 3 novembre. Per i “bibitari”, che hanno ovviamente smentito i cattivi pensieri, non c’è stata alcuna sanzione dal momento che non esiste alcuna prova concreta d’infrazione. Siamo però di fronte all’ennesimo episodio di una guerra sotterranea che a Baku aveva visto la McLaren finire sul banco degli imputati per l’ala posteriore flessibile immortalata nelle telecamere durante il Gran Premio. La Federazione intervenne assicurando che il flap era regolare, ma imponendo al team inglese di apportare delle modifiche scongiurando punizioni. In entrambi i casi non ci fu alcun reclamo ufficiale da parte di un concorrente, ma è molto probabile che la Fia è antrata in gioco dopo aver ricevuto qualche … suggerimento. Una situazione forse figlia della rivalità tra Red Bull e McLaren. Nessun sospetto è invece emerso sulla Ferrari che a differenza delle due compagini d’oltre Manica, costrette a mettere mano sulle loro trovate, sta imponendo la sua legge in pista.
Ordine d’Arrivo
1° – Charles Leclerc (Ferrari) – 56 giri
2° – Carlos Sainz (Ferrari) – 8″562
3° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 19″412
4° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 20″354 **
5° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 21″921
6° – George Russell (Mercedes) – 56″295
7° – Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 59″072
8° – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’02″957
9° – Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 1’10″563
10° – Franco Colapinto (Williams-Mercedes) – 1’11″979
11° – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1’19″782
12° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’30″558
13° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
14° – Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
15° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
16° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
17° – Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro
18° – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1 giro
19° – Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 1 giro
Ritirato
Lewis Hamilton – 2° giro
** 5″ di penalità
Classifica Piloti
1° Verstappen 354 – 2° Norris 297 – 3° Leclerc 275 – 4° PIastri 247 – 5° Sainz 215 – 6° Hamilton 177 – 7° Russell 167 – 8° Perez 150 – 9° Alonso 62 – 10° Hulkenberg 29 – 11° Stroll 24 – 12° Tsunoda 22 – 13° Albon, Ricciardo 12 – 15° Gasly, Magnussen 8 – 17° Bearman 7 – 18° Ocon, Colapinto 5 – 20° Lawson 2
Classifica Costruttori
1^ McLaren-Mercedes 544 – 2^ Red Bull-Honda 504 – 3^ Ferrari 496 – 4^ Mercedes 344 – 5^ Aston Martin-Mercedes 86 – 6^ Haas-Ferrari 38 – 7^ Racing Bulls-Honda 36 – 8^Williams-Mercedes 17 – 9^ Alpine-Renault 13